Il sapore del mare

1.

Ero seduta in riva al mare, avevo i capelli raccolti in una coda alta e leggevo un libro da poco preso in prestito dalla libreria della città. Adoravo starmene seduta lì a leggere, con la brezza del vento che mi accarezzava il viso e il sapore del sale sulle labbra. Quello era davvero l'unico posto in cui mi sentivo al sicuro, tutto ciò di cui avevo bisogno. Quel giorno rimasi lì a guardare il tramonto; l'improvviso e mozzafiato rossore del cielo. Mi scese qualche lacrima subito asciugata dalla brezza autunnale. Fissavo la palla incandescente sull'orizzonte  e nuovamente mi ritrovai a pensare alla mia vita. Tornai a concentrarmi sulle parole del libro. 'Alla fine ti abitui a tutto. Ad essere forte. Ad essere solo. Ad essere forte da solo.' Già era proprio vero. Mi rispecchiavo troppo in queste frasi. Vivevo in una villetta sulla spiaggia con i miei genitori adottivi e i loro figli: Emily e Alex. I miei veri genitori non c'erano più: erano morti. Un'altra lacrima. L'asciugai con la manica della felpa e decisi di tornare a casa. Posai il libro nella sacca di pelle e me la misi sulle spalle. Camminai a piedi nudi sulla sabbia fino alla villa. Adoravo quella sensazione, mi dava un senso di tranquillità e pace. In poche parole il mare, i libri e la libertà erano alla base della mia esistenza. La maggior parte del tempo libero cercavo di trascorrerlo lontana da casa, da quella che non era la mia vera casa. Lì non ero a mio agio, mi sembrava essere di troppo, quasi un peso. Entrai in casa cercando di rendermi il più invisibile possibile e sgattaiolai nella mia camera al secondo piano. Quella stanza così colorata e ricca di cianfrusaglie non si addiceva a me. L'unica cosa che amavo era la finestra, un'ampio finestrone che si affacciava sulla spiaggia. Mi stesi sul letto e ripresi la lettura. Quando fui svegliata dal terrificante suono della sveglia mi resi conto di essermi addormentata proprio mentre leggevo. Era ora di prepararmi per andare a scuola.