Capitolo 1

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Dopo un anno di pscicoterapia combinata con dei medicinali e sedute regolari da un dottore davvero inquietante mia madre decise che ero pazza. La vita non era mai stata peggiore in casa Hill. Mia madre continuava a blaterare cose sul fatto che ero "depressa". La chiamavano la grande depressione, i dottori continuavano a osservarmi e trovare qualcosa di sbagliato, una dottoressa la quale si era auto-definita la migliore nel campo psicologico aveva detto che le mie camicie a quadri di flanella non aiutavano la mia guarigione; così mia madre le buttó tutte. Mio padre che non aveva nemmeno voce in capitolo quando si trattava di me decise che le sue uniche attività erano leggere il giornale e guardare la partita, in assenza di una partita poteva andare nel suo studio e restare lì per ore. La cosa mi era sembrata interessante; come può una persona passare tanto tempo in una sola stanza? Non avevo ancora trovato risposta. 6 medicinali 2 volte al giorno, pasticche blu,rosse,verdi,bianche,gialle...qualunque colore. Passavo giornate a fissare quadri, muri, lampade riuscendo solo a cercare di capire le macchinazioni che avevano girato dietro un certo oggetto. Mio fratello Sam aveva fatto capire bene che la casa era troppo monotona per lui, aveva fatto un discorso su
quanto gli sembrasse stupido che una famiglia rimanesse in casa senza far nulla per tutto il giorno.
Taylor, non riesci a capire cosa ti stanno facendo?" Mi diceva
"Ti vogliono trasformare il cervello in pappetta con tutte quelle pillole" continuava.
Aveva ragione? Da piccola pensai di scappare di casa mi misi il mio zainetto in spalla e iniziai a camminare così nel bel mezzo del giorno, non sapevo dove andare, non sapevo cosa fare ma sapevo esattamente che me ne sarei dovuta andare prima che fosse stato tardi. Un' amica di mia madre mi vide e mi riportó a casa per le orecchie, cosa che fece iniziare a sospettare mia madre dei miei accenni alla pazzia. Il primo medico era un vecchio signore, non sono nemmeno sicura che ci vedesse, disse senza quasi nemmeno visitarmi " Si signora, la ragazzina è depressa".
Così iniziarono i controlli mi mostravano macchie di inchiostro e mi chiedevano cosa vedevo, dicevano che non esistevano risposte sbagliate ma dopo aver risposto loro segnavano sul blocchetto e scuotevano la testa in segno di disapprovazione. Mi chiedevo cosa c'era di sbagliato in me ma adesso lo so. Tutto. Era tutto sbagliato dal modo in cui scrivevo al modo in cui dormivo, dal modo in cui mi vestivo al modo in cui mangiavo. Per loro ogni cosa era sbagliata. Non parlavo, ecco perché pensavano fossi depressa. Ma no parlavo per il semplice motivo di non sentire il bisogno di comunicare e di condividere con loro i miei pensieri. Forse avevo qualcosa di sbagliato veramente, continuavo a volare e volare con la fantasia e quando mia madre mi chiedeva a cosa stessi pensando io le rispondevo che pensavo alle campagne sconfinate della Scozia ai mari blu della Grecia. Lei diceva che ero matta ma non come quando vi dicono che siete matti per scherzo no lei parlava sul serio. La cosa non mi faceva sentire più tanto triste anzi quasi non mi importava più. Avevo deciso che qualunque cosa mi avessero detto che riguardasse la mia "pazzia/depressione" mi entrava da un orecchio e mi usciva dall altro. Andavo da un dottore una volta a settimana mi stendevo su un grosso divano lucido e semplicemente stavo zitta. Le domande del dottore quasi non le sentivo, mi ritrovavo a chiedere di dover ripetere. Questo aveva confermato ancora di più  il mio stato di depressa. Me ne stavo giornate intere seduta sul pavimento della mia camera con le ginocchia attaccate al petto a fissare qualcosa,l'unica cosa che vedevo al di fuori del oggetto preso da me in considerazione era mia madre che porta vassoi con biscotti e latte, poi pasta,poi carne e poi dolci fino ad andare a letto. Non sono depressa semplicemente il mondo non mi interessa almeno non quello che ho visto fino ad adesso, cioè nulla quindi si può dire che la mia casa e la mia città non mi interessano. La mia storia clinica è piuttosto noiosa e la salterò vi basterà sapere che sono stata visitata da non meno di 50 dottori tutti egoisti e pieni di se. I pomeriggi scorrevano inesorabili e la vita a Nashville rimaneva assolutamente monotona come sempre. L'unico con cui parlavo era Genn, io e Genn eravamo amici dalle elementari, ora ci siamo allontanati e non siamo più così amici e mi manca, mi manca molto. Venerdì c'è una festa, a casa di un certo mark, elise mi ha  detto che ha espressamente chiesto me, di me? E perché mai? Ho comunque deciso di andarci mi pare giusto andare a una festa alla quale sei stata invitata e visto che non sono uscita molto nell ultimo periodo è una buona occasione. Elise passerà a casa mia alle 8 per prepararci, non ho idea di cosa intenda per prepararci ma non importa qualunque cosa succederà sta sera mi divertirò. Elise arriva verso le 20.15 con trucchi e vestiti, mi trucca, mi arriccia i capelli e mi veste mi guarda e sembra molto soddisfatta, poi mi guardo io e anche io sono abbastanza soddisfatta del suo lavoro. Si prepara e siamo pronte per andare, non ho idea di cosa succederà a questa festa ma mi va bene come concetto di base.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora