Capitolo 21

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Mi avvicinai alla porta per sferrarle l'ennesimo calcio nella speranza che qualcuno mi aprisse. Non avevo sentito più urla, il che mi aveva spaventato ancora di più. Mi avvicinai sconsolata alla finestra, il mio corpo era tutto un fremito. Non facevo che pensare a Dylan e a Gennaro, non erano nelle loro stanze, qualcuno ha sparato, e facendo due più due mi sono resa conto che potrebbero essere feriti da qualche parte. Mi gettai sul letto, non avevo possibilità di uscire di lì. Bussarono leggermente alla porta interrompendo il mio flusso di pensieri negativi. Mi gettai verso la porta, chiunque fosse stato avrei avuto la possibilità di strisciargli sotto e scappare. Aprì la porta e ritrovai qualcuno di inaspettato, ma che allo stesso tempo mi fece gettare un sospiro di sollievo. Dylan era davanti a me, era sudato, aveva la maglietta strappata, il viso piuttosto calmo, ma soprattuto le mani coperte di un liquido scuro e denso che mi parve sangue. Mi coprii la bocca con le mani sotto il suo sguardo preoccupato.
-Non ho ucciso nessuno, tanto per fartelo sapere- ora come ora non trovavo la forza nemmeno per sghignazzare.
-Mi serve il tuo aiuto- la sua voce si trasformò in tetra e seria.
Senza nemmeno rispondere uscì velocemente dalla stanza. Avevo mille domande in testa ma gliene posi solo una:
-Dov'è Gennaro?-
-In effetti si tratta di lui.- il mio corpo si irrigidì a quella risposta. Cercavo di correre il più velocemente possibile per arrivare al lungo in cui Dylan mi stava portando. Notai che per i corridoi non c'era un' anima viva. C'erano fogli in terra, un silenzio tombale riempito solo dal rumore dei nostri passi. Arrivammo ad una rampa di scale che intuii leggendo il cartello che portasse ai sotterranei. Scendemmo correndo le scale. Davanti ai miei occhi si estendeva un corridoio chilometrico illuminato debolmente da delle lampade che pendevano dal soffitto.
-Non sapevo dove altro portarlo-
Che cosa intendeva? Lo scoprì ben presto.
Alla vista di Genn mezzo svenuto sul pavimento mi venne una voglia irrefrenabile di vomitare, ma mi trattenni. Il corpo di Genn era accasciato su un fianco, aveva gli occhi chiusi e la bocca piegata in una smorfia di dolore. Il suo costolato era ricoperto di sangue che lì per lì non capì da dove proveniva. Mi fiondai verso il suo corpo quasi cadendogli addosso. Accarezzai leggermente i suoi capelli. Mi girai verso Dylan
-Che cazzo è successo?- urlai
-C'è qualcuno che spara di sopra, a quanto pare lo ha preso-
Il suo tono per nulla preoccupato mi fece rabbrividire e innervosire allo stesso tempo, come poteva non provare nulla?
Mi voltai nuovamente verso Genn le sue condizioni sembravano peggiorare ogni minuto, così decisi di improvvisarmi infermiera ricordando vagamente qualcosa sul primo soccorso a scuola. Nulla che riguardasse una ferita da arma da fuoco, chiaramente. Gli alzai la maglietta per vedere la gravità della ferita. La vista del sangue intorno al buco sul suo fianco mi fece tremare le gambe e iniziare irrefrenabilmente a tremare. Chiusi gli occhi per un minuto, solo per cercare di visualizzare quello che dovevo fare e tranquillizzarmi. Proiettai le mie mani mentre estraevano il proiettile che sospettavo fosse ancora conficcato nella sua pelle. Portai le mani davanti alla sua ferita pronta a fare qualunque cosa. Tremavano, quasi come quelle di Madge. Esaminai la ferita, era un buco profondo ma riuscivo a vedere il proiettile. Mi girai verso Dylan che stava cercando di tamponarsi una ferita sul braccio sinistro.
-Dylan mi serve qualcosa per estrargli il proiettile-
-Dovrei andare di sopra a cercare una cassetta del pronto soccorso rischiando di farmi sparare?- inarcò le sopracciglia, il suo tono sprezzante mi fece rabbrividire, non l'avevo mai sentito in quel modo. Forse é vero che la paura trasforma le persone.
-Come faccio a togliergli il proiettile?- ora stavo urlando.
-Non lo so- continuava a ostentare una calma incredibile che mi stava facendo crescere i nervi. Forse finalmente riuscivo a vedere il vero Dylan, forse fino ad adesso aveva mostrato solo il suo lato migliore.
-Okay, proverò a vedere se riesco a trovarla senza farmi ammazzare- la rabbia mista a rassegnazione mi terrorizzò. Vidi Dylan girarsi mostrando le sue larghe spalle e serrare i pugni lungo i fianchi. Salì lentamente le scale fino a sparire completamente.
-Taylor-
Genn aveva riaperto gli occhi ed era riuscito a pronunciare il mio nome boccheggiando.
-Genn andrà tutto bene- ero pessima con le rassicurazioni, in quel momento non mi venne in mente nulla di meglio da dire.
-Sai dirmi chi ti ha sparato Genn?- la mia voce era tremante è leggermente bassa.
Genn non rispose ma alzó il dito indicando le scale. Era ovvio che era di sopra ma volevo sapere chi era.
-Genn- lo richiamai
-Genn- lo scossi leggermente, avevo bisogno che restasse cosciente.
Non mi arrivò alcuna risposta.

Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ho avuto dei problemi.
Vorrei ringraziare tutti quelli che seguono questa storia, ve ne sono grata.
😘😘

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora