Capitolo 6

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Genn's pov
Non avrei dovuto dirle di restare. Le farò del male, lo sappiamo tutti. Tutti a parte lei e ora è qui, stavamo guardando un film e lei si è addormentata, inizialmente stava dritta ma poi si è accasciata sulla mia spalla. Fisso lo schermo con i titoli di coda e mi passo una mano tra i capelli. Questa situazione mi rende estremamente nervoso. Sono le 23.00 e forse è meglio se resta a dormire da me, non ho la macchina per riaccompagnarla e a quest'ora di notte non andrà da nessuna parte da sola. La prendo in braccio e mi rendo conto, guardandola, che non è cambiata affatto. Chissà cosa avrà pensato vedendomi in questo stato, mi sento perso e Seattle non ha fatto che peggiorare le cose. La porto al piano di sopra il più delicatamente possibile per non svegliarla e la porto nella camera degli ospiti, so che l'idea di dormire insieme la infastidirebbe,adesso. La poggiò sul letto e le tolgo le scarpe, lei emette un mugolio ma non si sveglia, le do una coperta e me ne vado. Cinque minuti dopo sono sul mio balcone a fumare e a fissare il cielo. Che schifo, mi faccio schifo. Sono diventato la persona di cui entrambi ridevamo e che compativamo. Forse sarei dovuto rimanere a Seattle con mio padre, voglio bene a mia madre ma essere tornato mi fa sentire una merda. Vado verso la mia camera e mi butto dentro il letto, non ho sonno. Non dopo quello che è successo questo pomeriggio. Tu mi spaventi, le sue parole non fanno che rimbombarmi dentro la testa. Non so che spiegazione darle, non so che dirle, non so perché lei è qui e non so perché ho picchiato a sangue quel tipo. Non so nulla in effetti, niente di niente, ho più domande che risposte e questo mi sconvolge. Sento la porta aprirsi e sobbalzo alla vista di Taylor, è molto bella in questo momento è vorrei solo scusarmi per tutte le cazzate e per tutto.
- Ei tranquillo sono io-
- Mi sento sola di là posso dormire qui?- si porta una ciocca di capelli dietro all orecchio e io annuisco.
Il mio letto è grande e possiamo perfettamente entrarci entrambi senza neanche doverci toccare, e così fa si stende dal suo lato e si volta dalla parte opposta alla mia.
Io faccio lo stesso e stiamo così girati da lati opposti e nessuno dice nulla, come se ci fossimo addormentati, so perfettamente che lei non sta dormendo ma non le dirò nulla.
- Avevi detto di amarmi- rompe il silenzio
- Ma eri u..- -ubriaco- finisco la frase al posto suo, vorrei non averlo detto. I ricordi di quella notte riaffiorano freschi nella mia mente,gli occhi mi iniziano a pizzicare.
- Non sapevo stessi per partire sennò avrei detto qualcosa- dice
Siamo sempre girati e non vedo la reazione che questo ricordo le provoca ma vorrei tanto saperlo. Sospiro pesantemente, non sono bravo con le parole e ora non so che dire.
- Me lo avresti detto ugualmente se non fossi partito il giorno dopo?- mi chiede
No, cioè si, no forse no.
- Non lo so- rispondo, sento un sospiro anche da lei e ora so bene che sto affogando nelle mie stesse parole. Vorrei girarmi ma ho paura di vedere che cosa ho provocato in quella ragazza, molta paura. Lo faccio ugualmente, dopo tutto fare le cose senza pensare è la mia più grande abilità. Mi volto, lei anche e vorrei non averlo mai fatto. Le lacrime le rigano il viso, mi guarda e io la guardo. Non potrei sentirmi peggio in questo momento, così sussurro un inutile mi dispiace
Lei non dice nulla e si volta. E solo ora mi rendo conto che il mio cuore è stato appena frantumato sotto il suo sguardo. Posso sentirne i pezzi cadere. Mi volto anche io e fisso la parete come se avesse qualcosa di enormemente interessante, se prima mi sentivo un schifo ora mi sento distrutto.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora