Capitolo 3

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Rientro dentro la casa, mi sento svuotata dalla conversazione e voglio tornare a casa. Cerco disperatamente Elise per tutta la casa, la chiamo e le mando vari messaggi ma non risponde a nessuno di questi, vorrei solo andare via. Salgo al piano di sopra e vedo gente ammassata ovunque, cammino per un lungo corridoio quando qualcuno mi afferra violentemente il braccio e mi trascina dentro una stanza, è buio e non riesco a vedere niente, non riesco a capire chi mi trovo davanti ma sono sicura che non è nessuno che conosca, si accende improvvisamente una luce e vedo la possente figura di Mark torreggiare sopra di me, mi sento molto piccola in questo momento e vorrei solo che qualcuno mi teletrasportasse a casa. Non voglio sapere quello che ha da dirmi ne sapere quello che vuole farmi, ma sono sicura che non è nulla di buono. Si avvicina a me e mi sussurra qualcosa:

-Piccola Taylor, hai perso il senso del tempo, 10 minuti sono passati da un bel pezzo-

si interrompe e arriva vicino al mio orecchio

- O per caso volevi darmi buca? perchè nessuno mi da buca..-

inizio ad avere parecchio paura, perchè Elise mi ha lasciata sola? da quando è successo la serata è andata di male in peggio e ora sono all'apice del peggio. Inizia a baciarmi prepotentemente il collo lo spingo via malamente, non voglio che mi tocchi... mi guarda in cagnesco e riprende il suo attacco al mio collo, che sta facendo? perchè a me? sale su per la mandibola fino ad arrivare all angolo della mia bocca per poi baciarmi, vorrei reagire e dargli un ceffone e un calcio ma il mio corpo è come paralizzato, non riesco a muovermi nè a respirare. Inizia a cingermi i fianchi con le sue enormi mani sale su per il mio bacino. Devo trovare la forza di fare qualcosa, qualunque cosa, urlare e finalmente la trovo, gli sferro una ginocchiata sullo stomaco, si contorce dal dolore e io sto godendo parecchio in questo momento ma il sentimento è offuscato dalla paura che questo essere abbia chiuso la porta a chiave, fortunatamente il verme non ha un cervello e riesco ad uscire con uno scatto, richiudo la porta dietro di me, scendo le scale più velocemente che posso ed esco, vado dietro al portico e mi accascio a terra, mi viene da piangere, mi ha invitata per fare cosa stuprarmi? bhe complimenti Taylor Hill ci sei cascata in pieno, ricordate quando ho detto che il concetto di base del non sapere cosa sarebbe successo mi stava bene? bhe avrei dovuto starmene zitta... tutta questa serata è un enorme disastro, è stata un inutile spreco di energie, entusiasmo e tempo, nulla di tutto questo mi ha aiutato o per lo meno mi ha fatto distrarre dal fatto che per la popolazione di questa merda di città io rimango e rimarrò sempre la ragazzina pazza. Scoppio in un fragoroso e rumoroso pianto, sono accasciata vicino al muro e sto pregando che quel mostro di Mark non mi trovi, che nessuno mi trovi in queste condizioni. Qualcuno sbuca da dietro una siepe alta che non avevo nemmeno notato, non mi scomodo nemmeno ad alzarmi o a rendermi presentabile, non mi importa. Genn sbuca fuori e io mi sorprendo che sia ancora qui, ci è restato dopo la nostra conversazione? o no? onestamente non mi importa, può pensare quello che vuole, può deridermi con i suoi stupidi amici, ci avrà già pensato Mark a rovinarmi, la cosa strana e che non me ne frega un cazzo. Si avvicina a me e si siede alla mia altezza

-che c'è? E' colpa mia?- sempre il solito egocentrico del cazzo

- no Gennaro, il mondo non gira mica intorno a te- lo dico nel modo più acido che riesco e sembra quasi che io riesca a ferirlo. Quasi.

- okay okay mi dispiace, che è successo?- abbassa la testa per riuscire a incrociare il mio sguardo.

- chiedilo al tuo amico, sono certa che ti saprà dare una buona risposta tuttavia ti avverto: stravolgerà sicuramente la verità per farmi sembrare una squilibrata- mentre lo dico faccio passare il mio sguardo dalle mie mani ai suoi occhi.

Non ha bisogno di una spiegazione o di un nome a quanto pare perchè si fionda in casa, lo seguo non so cosa farà ma qualunque cosa sia voglio esserci. Mark è girato verso due ragazze ma Genn lo prende per il collo della sua camicia fino a farlo sbattere al muro, Mark è più alto e robusto di Genn e non so cosa abbia in mente di fare. La testa di Mark produce un suono sordo all impatto con il muro, all inizio Mark guarda Genn in modo spaesato poi si gira verso di me e probabilmente capisce, sabtte Genn per terra e gli da un pugno poi un altro e un altro ancora, mi porto le mani sopra gli occhi non voglio vedere questa scena, quando li riapro Genn è sopra Mark e porta il suo pugno in collisione con la sua faccia svariate e innumerevoli volte, si è creato un gruppo intono alla scena ma nessuno osa nemmeno fermarli, Mark sta perdendo tanto sangue dall naso e dal labbro ma Genn continua imperterrito, si sentono solo dei mugoli da parte di Mark e il rumore del pugno di Genn, cala silenzio nessuno parla più e poi un urlo

- LEI E' LA MIA MIGLIORE AMICA- Genn scandisce bene le parole e tutti si girano a guardarmi devo avere un aspetto terribile ma ora l'unica cosa che mi importa è analizzare bene la sua frase, nei minimi dettagli. Non so cosa fare tutti mi fissano e Genn continua a colpire Mark che non ha più la forza di dire nulla e io sono qui immobile con la bocca semi aperta per lo stupore, appena riprendo conoscenza vado verso Genn e avvolgo le mie mani intorno alle sue braccia per fermarlo, due ragazzi vengono in mio soccorso e riescono a fermare Genn che cerca comunque di avazare verso Mark

- amico lo ucciderai, smettila- dice uno dei due ragazzi.

lo portano nella cucina e lo lasciano seduto su uno sgabello sta sanguinando dal labbro, il suo bellissimo labbro così sfigurato. Mi fiondo verso di lui per mettere un panno bagnato sulle nocche e sul labbro.

Lo abbraccio e lui rimane con le braccia lungo il corpo, non ha reazioni continua a respirare ma so che se non avesse appena ridotto in fini di vita qualcuno ricambierebbe l' abbraccio.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora