Capitolo 7

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Sento dei passi che si avvicinano, mi giro ma nel lungo corridoio non c'è nessuno. I passi si fanno più intensi e forti, inizio a correre per il lungo corridoio. Non ne vedo la fine. Mi giro e non c'è nulla di nulla. Continuo a correre, non vedo nulla ma so che c'è qualcosa dietro di me che mi sta inseguendo ed è veloce. Il tunnel sembra non finire mai e non vedo alcuna luce. Mi volto ancora e nulla. Se  il corridoio non finisce dove arriverò? Se non vedo niente chi mi sta inseguendo?

Mi sveglio improvvisamente bagnata di sudore e mi ci vuole un attimo per capire che non mi trovo in camera mia e che c'è qualcuno accanto a me. Non so chi sia in questo momento, sono sconvolta. Il sogno sembrava così reale e terribile. Continuo a respirare profondamente tenendo stretto in un pugno il lenzuolo. La luce si accende improvvisamente e vedo la figura a di Gennaro guardarmi con occhi preoccupati
- Va tutto bene?-
Annuisco, non ho intenzione di raccontargli dei miei sogni, non c'è nulla da tempere in quanto sono sporadici ma sono sicura che lui si preoccuperebbe.
- sei sicura? Sei un bagno di sudore-
Mi fissa la fronte.
- Sono sicura Gennaro, torniamo a dormire- gli dico in modo freddo, voglio tagliare la conversazione perché non ho intenzione di fare una chiacchierata notturna con lui.
- ok,ok. Se hai bisogno svegliami- sa bene che non lo farò
- veramente però- dice, è come se ogni tanto mi leggesse nel pensiero e sapesse esattamente cosa penso.
Si stende e si gira spegnendo la luce.
Torno a respirare, mi rende nervosa, lui e il  suo comportamento.
Mi stendo  e prego di non avere di nuovo quell incubo.
....
Apro gli occhi e dei raggi di sole mi colpiscono in pieno viso portandomi a imprecare.
Mi guardo intorno e Gennaro è sparito.
Sono ancora vestita e mi sento come in un dopo sbronza... Non che ne abbia mai avuto uno, ma da quello che so ci si dovrebbe sentire come mi sento io ora.
Scendo le scale con passo felpato e trovo Genn al telefono seduto sul divano, resto sulle scale ad origliare la sua conversazione
- Si...Alex ho capito...va bene. È stato un attimo di debolezza... Lo so, no lo so...no Alex se la continuo a vedere le farò del male... E non voglio che stia di nuovo male, lei dice che non è mai stata male ma io l'ho vista Alex...l'ho vista. No...ok...si, a dopo- chiude la telefonata e io mi rendo conto di avere le lacrime agli occhi, respiro profondamente e chiudo gli occhi.
Farmi del male? Lui è stato il mio migliore amico come potrebbe farmi del male? Resto seduta sulle scale con la testa tra le mani fino a quando non mi decido ad andare in salotto. Lo trovo seduto con una tazza di caffè. Ha dei vestiti carini, mi piacciono. Ha un nuovo stile rispetto all'anno scorso, un nuovo taglio di capelli e nuovi vestiti. Anche questo di lui è cambiato.
- ciao-
- ciao- siamo chiaramente imbarazzati.
- vuoi la colazione? Ho tutto in cucina-
- va bene, grazie- lo dico quasi in un sussurro e mi avvio verso la cucina.
Mi preparo del caffè e tiro fuori dei biscotti da una mensola in alto, ricordo che questi li comprava per me,erano nel primo ripiano e ora sono nell ultimo. Li prendo e qualcosa mi cade in testa per poi cadere per terra. Una bustina, sgranò gli occhi nel vedere che cosa contiene, parto in quarta verso il salotto e mi posiziono davanti alla televisione in modo che lui mi debba guardare.
- ehm che cavolo fai?- gesticola
- che cazzo è?- gli butto la bustina contro  petto
- erba? Fumi anche erba adesso? Ah bhe giusto la tua fama da bravo ragazzo era troppo da checca per i tuoi amici di Seattle- sputo velenosa queste parole e ne sono orgogliosa
- no... Cioè no...io non...non è come..-
Porta i suoi occhi in giro per la stanza ed è ovvio che è nervoso, non mi interessa. È un coglione punto.
- No, ascolta io la fumavo a Seattle ma ora non lo faccio più cioè quasi mai e in teoria non sono affari tuoi- riacquista sicurezza
- Non sono affari miei Genn? Non puoi drogarti, che cazzo ti passa per il cervello?- Incrocio le braccia al petto.
- Non è niente di che... È solo erba, perché sei tanto sconvolta?- si alza dal divano e si avvicina a me in modo minaccioso fino ad arrivare a due centimetri da me.
- Io...- non trovo le parole - Tu non lo faresti mai, o almeno il Genn che conoscevo non lo farebbe mai..- mi correggo e lo fisso negli occhi per cercare di capire che sta pensando.
- peccato che il Genn di prima sia morto e sepolto- mi fissa anche lui
- Seattle ha cambiato tante cose-
- speravo non avesse cambiato te- prendo la mia giacca e me ne vado sbattendo la porta rumorosamente. Chi cazzo sono per dirgli quello che deve fare? Non sono la sua migliore amica e non lo sarò mai più.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora