Capitolo 12

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- Okay...bhe se ti devo raccontare tutto mettiti comoda perchè ci vorrà un po'- non aspettavo altro.

- Quando hanno offerto il lavoro a Seattle a mia madre ero incazzatissimo e non volevo assulutamente andare con lei, poi ho capito che come diceva lei mi avrebbe fatto bene cambiare aria. Non sono venuto a salutarti perchè non ne ero in grado, era un brutto periodo e pensavo che se avessi saputo che me ne stavo per andare sarebbe stato anche peggiore- continuo a rimanere in silenzio ma su questa parte della storia avrei un bel po' da dire, resto comunque zitta.

- Così sono partito senza dire niente a nessuno, pensavo fosse la cosa migliore. All inizio odiavo Seattle, erano tutti stronzi e intrattabili, dei veri stronzi, poi mi sono abituato. Non avevo amici a scuola, ma in un certo senso mi andava bene, non volevo avere nulla a che fare con dei coglioni così enormi. Poi, è diventato triste stare sempre da solo così in un momento di debolezza, a una festa ho legato con i più fighi della mia scuola, da ubriaco mi sembravano dei tipi a posto. Così abbiamo creato una specie di gang, nessuno ci rompeva le palle perchè gettavamo un sacco di merda addosso a tutti. Mi starai sicuramente giudicando, ma era bello sentirsi parte di qualcosa, per quanto orribile e poco sano. Ma il peggio arriva sicuramente adesso, per stare nella gang dovevi fare certe cose, all inizio non le volevo fare ma dopo mi sono convinto che era la cosa giusta, quando ovviamente non lo era. Iniziarono a passarmi la loro erba e io me ne appassionai subito, mi piaceva come mi faceva sentire, libero e senza alcun peso. Fumavamo di continuo e non tornavo praticamente mai a casa, mia madre si iniziò a preoccupare quando tornavo ogni notte con degli occhi rossi che praticamente si vedevano al buio, le dissi di non preoccuparsi, che mi ero fatto degli amici e che ero felice. Non credo che lo fossi  davvero ma probabilmente il rumore delle cartine che usavamo per rollare l'erba sovrastava qualunque pensiero. Mi ero promesso che non sarei mai più tornato alla vita monotona e triste di prima. Bevevo molto e mi sono fatto anche qualche striscia ma nulla di che, mia madre si è accorta di quello che stava succedendo e ha deciso di cambiarmi scuola, ma le cose non migliorarono, continuavo a frequentare le stesse perone e anche di nuove, peggiori di quelle vecchie. Ero costantemente incazzato e per un po' ho cercato di reprimere la rabbia andando a fare box ma il risultato è stato solo quello di farmi sentire più forte e potente, in grado praticamente di uccidere una persona a forza di pugni. Picchiai qualcuno ma mi fermarono in tempo, credo che fossi ubriaco. Ho scoperto di avere una passione per i super alcolici. Quando mia madre mi ha detto che saremmo tornati qui mi sono incazzato parecchio, stavo bene a Seattle e non mi andava di tornare in questa merda di città, ma soprattutto non volevo sorbirmi tutto quello che la gente avrebbe pensato di me e ciò che mi avrebbe detto, non che me ne freghi più un cazzo di quello che pensano queste perone. Sono tornato e ho fatto il culo a un po' di gente con cui avevo un conto in sospeso, mi sono creato una nuova gang e poi, ti ho incontrata e ti giuro Taylor che mi sono sentito una merda per quello che avevo fatto, e la verità è che ho costantemente paura di sapere quello che pensi di me, se mi trovi patetico, stupido o semplicemente un drogato e sai mi sono sentito malissimo quando ti ho sentito dire che sono cambiato, lo sapevo già ma dell' opinione degli altri non me ne frega un cazzo, della tua si e speravo che tu riuscissi a ritrovare quel Genn di prima che ho sepolto alla prima canna. Spero che dopo questo non mi giudicherai troppo, puoi farlo ma non me lo dire, pensalo e basta, fa meno male.- Conclude il discorso e io mi sento morire per tutto quello che ha passato, deve essere stato uno schifo e io non potevo nemmeno immaginarlo, l'ho giudicato senza sapere e questo non è stato giusto. Non dico nulla ma lo abbraccio forte, tra di noi i fatti hanno sempre contati di più delle parole, spero che lui se lo ricordi.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora