Capitolo 11

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Decido di consumare la cena in camera mia, ho detto che mi sento poco bene, in effetti è vero.
Vedere Genn in quello stato mi ha portato alla mente i primi giorni in cui stavo qui: mi veniva a trovare davvero spesso e io non facevo altro che piangere e piangere. Non smettevo praticamente mai. Lui mi portava dei film che potevamo vedere insieme e mi leggeva tanti libri, mi abbracciava e mi diceva di stare calma. Era la mia roccia, ora chi sarà la sua? Io non sono in grado di spalleggiarlo nella sua battaglia contro se stesso. Perché la sua è una battaglia interiore, è cambiato e questo lo ha portato a credere di non essere più quel bravo ragazzo di una volta. Credo che il bravo ragazzo sia schiacciato nell angolo più remoto di Genn sotto una pila di stronzate. Non ho fame. Vorrei soltanto uscire da qui. Le pareti si fanno più strette ogni volta che le guardo e il mio respiro si accorcia ogni volta che lo percepisco. Guardo dalla finestra e osservo le macchine che passano, qualcuno ti verrà a prendere Taylor prima o poi. Sono le nove ed esco dalla mia stanza unicamente per imbottirmi di sonniferi e dormire fino a dopodomani. Genn non lo vedo, meglio così.
-TAYLOR HILL- un' infermiera chiama a gran voce il mio nome e io vado verso di lei, ha in mano una vaschetta piena di pillole.
-Allora: anti depressivo, roba che non ti interessa e..basta-
-E il sonnifero?-
-Sta sera no, vogliamo che riposi in modo naturale-
Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Non può accadere tutto a me
-Ho bisogno di dormire, perfavore-
-Prova a dormire da sola, se sei stanca sono sicura che ti addormenterai subito- sorride in modo falso e cerco di trattenermi dal darle una sberla, prendo le medicine e entro in camera sbattendo la porta. Che palle. Mi siedo sul letto sbuffando e mi infilo il pigiama, accendo la lucina e mi infilo sotto le coperte per leggere.

Controllo l'ora 2.15 e non sono ancora riuscita a chiudere occhio " ti addormenterai subito" un emerito cazzo.
Fisso il soffitto, avrei molte cose a cui pensare e sarebbe il momento perfetto. Ma sono stanca di pensare.
Un leggero battito sulla porta mi fa sobbalzare, chi diamine è a quest'ora?
Arrivo  alla porta e la apro di poco, giusto per vedere chi è. Mi sorprendo nell incontrare gli occhi azzurri di Genn che mi fissano intensamente. Apro la porta e lo faccio velocemente entrare, se qualcuno lo becca fuori sono guai.
Indossa una felpa nera ed ha il cappuccio sulla testa.
-Che cosa ci fai qui? Non ti hanno detto che dopo le 21.30 non si può uscire? Se ti beccan..- mi tappa la bocca con una mano e io mi dimeno per toglierla. Mi fissa e si porta l'indice alla bocca per farmi cenno di fare silenzio.
-Shhh- sussurra.
-Tu va di andare a fare un giro?- mi dice guardandosi attorno come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Genn ma di che diamine parli, non possiamo-
-Dai ti prego, scommetto che anche qui le pareti ti schiacciano- guarda le pareti e poi me con uno sguardo supplicante da bambino capriccioso.
-Come pensi di fare a non essere scoperto?- alzo un sopracciglio, vediamo che ha in mente il pivello.
-Primo: sono arrivato dalla mia camera alla tua senza farmi vedere dalle infermiere di turno e secondo ho un passaggio segreto- sfrega le mani una contro l'altra e fa un sorrisetto perverso.
-Genn sei qui da un girono e già hai trovato dei passaggi segreti? Non potresti almeno aspettare che il soffitto ti schiacci- sorrido per la mia battuta, lui alza gli occhi al cielo.
-C'è un posto dove so che vuoi andare-
-A casa? Si ma non è possibile-
-Sul tetto-

Io e Genn siamo riusciti a sfilare davanti alle infermiere cadute in un sonno profondo come se non esistessero e ora ci troviamo al secondo piano dove, secondo Genn, c'è un balcone con delle scale di servizio; arriviamo alle scale e le saliamo tutte fino ad arrivare ad un altro balcone che porta a sua volta a una porta che conduce al tetto. Arrivati sul tetto sia io che Genn respiriamo profondamente l'aria pulita. Mi sporgo e mi trovo sulla balaustra, in questo momento mi sento libera e vorrei che il vento mi trasportasse via. Genn si guarda intorno ammirato e si siede contro il muro della casucola con la porta d'entrata. Mi siedo accanto a lui.
-Beh ne è valsa la pena?- chiede fissando il cielo, annuisco subito.
-Ricordi quando da piccoli fissavamo il cielo tutta la notte, tu un giorno mi dicesti che saremmo diventati una di quelle stelle, ci credo tutt'ora sai- la sua dichiarazione mi colpisce molto, mi giro e lo fisso fino a quando i suoi occhi non incontrano i miei, quando ero piccola pensavo che il cielo fossero i suoi occhi, mi ci perdevo dentro e potevo rimanere a fissarli per ore e ore, è così anche adesso.
-Ho ragionato molto in questi giorni, ma la sai una cosa? Non ho capito niente.-
-Qualcuno capisce qualcosa?-
-Speravo me lo potessi dire tu, sei sempre stata la più intelligente.-
-Non è questione di matematica Genn-
-È questione di chimica-
Ridacchia e io sorrido involontariamente
-Perché di chimica?-
-Vedi,Taylor, parte del problema sono le persone e per relazionarti con le persone bisogna instaurare un rapporto, tutto questo coinvolge la chimica-
E dire che ero io quella intelligente.
Annuisco falsamente interessata, Genn mi dà un leggero schiaffetto sul braccio a me fa solo ridere. Restiamo un po' in silenzio e in quel silenzio potrei giurare di aver sentito i nostri cuori battere.
-Allora- ricomincia Genn -quando e soprattutto se usciamo da qui cosa facciamo?- sorride.
A Genn è sempre piaciuto fantasticare sul futuro, pensare a grandi progetti, ho sempre ammirato questa sua qualità.
-Io farò la pittrice o roba del genere, magari farò come Picasso morirò senza sapere se i miei quadri sono diventati famosi..- sto fantasticando, non succederà mai.
-Non deve essere necessariamente per fama, no?-
-Già-
-Io canterò, sicuramente-
Sul mio viso compare un enorme sorriso adoro sentirlo cantare, ma non gli chiederò di farlo o mi sciolgo come un gelato al sole.
-Perché non mi dici di Seattle?-
-Vuoi rovinare il momento eh? Non credo sia ancora il momento- all iniziò il suo tono è scherzoso ma poi la sua voce cala e inizia a fissarsi le scarpe.
-Penso che parlarne ti farebbe bene e poi non fare la checca sono solo io-
Accenna un triste sorriso e poi gira la testa verso di me e annuisce.
-Bene da dove comincio?-
-Dall inizio-

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora