Capitolo 22

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Dopo venti minuti di attesa, non vedendo Dylan tornare, mi accascio vicino a Genn. Non ho le forze per fare nulla in questo momento. Sto cercando di tenere Genn sveglio da dieci minuti ma ogni volta che mi distraggo lo trovo a chiudere gli occhi. Mi alzo immediatamente ricordandomi che Genn ha una pallottola nel torace e che mi stavo per addormentare. Sbatto rumorosamente i piedi per terra accanto alle orecchie del biondo che apre gli occhi per poi richiuderli evidentemente stanco. Non so cosa fare, nell edificio non c'è più nessuno da chiamare per aiuto e non posso di certo abbandonare Genn per andare a cercare Dylan. Ho quasi il sospetto che se ne sia andato, ma non ci voglio nemmeno pensare... Non mi abbandonerebbe così. Spero. Mi alzo quasi scivolando sulla pozza di sangue creata dalla ferita di Genn. Le gambe mi tremano e non so cosa fare, restare qui con la speranza che arrivi Dylan? O abbandonare Genn e andare a cercare la cassetta del pronto soccorso da sola?
I miei dubbi si dissolvono quando vedo Dylan scendere lentamente le scale.
-Non ho trovato cassette del pronto soccorso- si interrompe.
Che cazzo ha fatto fino ad adesso?
-Ma in compenso ho trovato questa- lentamente mostra la mano che prima non mi ero accorta che tenesse dietro la schiena rivelando una pistola dalla canna corta e nera. Alzo le mani davanti alla faccia, come se le mani mi proteggessero da un colpo di pistola...
-D-Dylan- balbetto il suo nome in preda a un serio attacco di panico. Le gambe sembrano sollevarsi da terra e lo stomaco mi si attorciglia creando un nodo strettissimo che mi provoca una fitta a causa del quale sento l'impulso  di piegarmi in due e contorcermi a terra per il dolore. Ma non lo faccio, resto in piedi davanti a quello che fino a due ore fa era il "mio ragazzo" e che ora secondo i miei calcoli vuole uccidere me e Genn.
-Posso sentire le rotelle girare Taylor-
-piantala- il suo tono duro mi fa venire voglia di piangere fino a disidratarmi. Solo dopo che una goccia cade sulle mie scarpe provocando l'unico suono percettibile tra il nostro silenzio, mi rendo conto che lo sto già facendo. Piango.
-Ricordi quando mi sono presentato a te raccontandoti quelle stronzate sul fatto che tutti hanno qualcosa che non va bla bla bla?- ha un tono quasi divertito e un ghigno che non dimenticherò mai sulla faccia. Un brivido mi attraversa tutto il corpo fino ad arrivare alla testa. Non rispondo.
-So che te lo ricordi quindi...-
-Ti ho detto che il fatto di non distinguere i sogni dalla realtà mi porta a fare azioni sconsiderate, bhe..credo che questa sia una di quelle- giocherella con la pistola tra le mani. Crede di star sognando?
-No guardarmi così- ridacchia -Non controllo io tutto questo- il suo corpo si irrigidisce rendendo la conversazione più seria.
-Vedi...Taylor, dopo i sogni ti svegli e ti rendi conto che è stato tutto nella sua testa, che non hai massacrato un centinaio di persone- si guarda le scarpe e poi riporta l'attenzione su di me.
-Invece nella realtà, non ti svegli e ti rendi conto troppo tardi che non ti sveglierai, perché non stai sognando . Chissà quale delle due abbiamo scelto sta notte-
La mia mente registra ogni sua parola. Vorrei smettere di tremare e di sembrare debole, ma lo sono dopo tutto. Il modo in cui rotola la pistola tra le mani mi fa bruciare gli occhi dalle lacrime.
Come ho potuto pensare che non fosse seriamente pazzo? In realtà con quel suo viso da angelo del cazzo nessuno l'avrebbe pensato. Mi muovo all indietro lentamente quasi inciampando sul corpo privo di sensi di Genn. Se non gli tiro fuori il proiettile potrebbe non risvegliarsi. Mi guardo intorno, non ho vie di fuga, niente di niente. Dylan continua ad osservare la pistola ossessivamente. Porto le mani in avanti e cerco di avvicinarmi a lui per instaurare una conversazione.
-Dylan, ti posso assicurare che non stai sognando e che se non metti giù quella pistola arriverà la polizia e ti metteranno in prigione per sempre.-
Il mio discorso non convince nemmeno me, figuriamoci lui. Infatti scoppia in una fragorosa risata che per quanto inquietante e sbagliata, muove qualcosa nel mio profondo. Forse spezza qualcosa, un legame, un ricordo, non lo so. So solo che mi dà l'impressione che non ritornerà mai più.
-Non è abbastanza, Tay-
-Non ti uccideró, chiaramente- fa una pausa estremante lunga che mi fa alzare le orecchie nella speranza che si stia redimendo.
Continuo ad ascoltare ma lui dischiude le labbra come per dire qualcosa senza dire nulla.
-Dyaln devo fare qualcosa per Gennaro-
Sembra pensarci su ma poi risponde:
-Perché sono tutti sempre più importanti di me?- sembra una domanda più rivolta a se stesso che a me così decido di non rispondere per salvaguardare la mia sicurezza.
-Taylor?-
Me lo sta chiedendo davvero ora.
-Sei molto importante per me Dylan-
Non mento, dico la verità, lui è importante per me ma dopo questo non riuscirò a guardarlo. Cosa vuole che faccia? Cosa vuole fare lui?
-Dylan perché hai fatto questo?-
Scuote le spalle.
-Ero convinto che essendo in un sogno nessuno avrebbe potuto farmi del male che io avrei potuto fare del male agli altri senza badare alle conseguenze- non riesco più a cedergli il viso ormai.
-Credo che il mio lato buono stia soccombendo a quello cattivo-
Mi fa quasi pena, non è colpa sua per tutto questo. Cerco di mettere i piedi uno davanti all altro senza inciampare per raggiungerlo. Ha ancora in mano la pistola e gli voglio stare quanto più alla larga, ma voglio anche fargli sentire che dopo tutto io ci sono ancora. Arrancante gli appoggio una mano sulla spalla facendolo sussultare. Il gesto improvviso di buttare la pistola a terra mi fa lanciare un grido per causa del sordo tonfo che produce l'arma a contatto con il cemento del pavimento. Gli giro il viso e gli do un breve ma significativo  abbraccio. Non voglio che si senta solo, non si merita tutto quello che sta passando. Il suo cervello non è più in suo possesso, è in possesso della paura, del sogno.
-Okay Dylan, ora devo chiamare l'ambulanza okay?- lo guardo dritto negli occhi, annuisce ha le lacrime  agli occhi. Forse si è reso conto finalmente di cosa sta succedendo. Vorrei correre di sopra e chiamare l'ambulanza ma ancora non mi fido totalmente di Dylan. Lo trascino su per le scale e mi dirigo verso il telefono più vicino, Dylan sta dietro di me e fissa il vuoto, sta giocando con le maniche della felpa nel tentativo di pulirsi le mani dal sangue. Compongo il numero del 911:
-Salve qual è la sua emergenza?-
-C'è un ragazzo ferito all Hazel- non ricordo l'indirizzo così dico solo questo.
-Arrivano i soccorsi-
Tiro un sospiro di sollievo e mi avvio verso le scale quando noto che Dylan si dirige verso il piano di sopra.
-Dyaln, cosa fai?-
Il suo girarsi estremamente lento mi fa rabbrividire, fa perno sui talloni e con un rumore orribile le sue scarpe graffiano il pavimento.
-Nulla-
-Perché stavi salendo?-
-Mi arresteranno, vorrei farmi un giro e prendere le mie cose prima-
Non avevo più pensato all' arresto di Dylan.
-Non hai paura?- alza la testa come dopo un richiamo.
-Pensala come una legge psicologica della fisica, più hai paura di una cosa, più potere le dai- fa una pausa in cui sembra riflettere.
-Quindi no, sto cercando di non averla- tira leggermente su con il naso.
-Era vero?-
-Cosa?- chiede alzando le sopracciglia.
-La nostra relazione, era una messa in scena?-
-Ti fai troppe paranoie, non tutto quello che ho detto era finto, anzi la maggior parte delle cose non sarebbero potute essere più vere-
-Ogni volta che ti penso mi viene da piangere Taylor. Come un bambino che non ha ottenuto quello che vuole. Perché eri tu quella che volevo, ti ho avuto ma non ti ho saputo tenere.Mi dispiace-
Le sue parole smuovono qualcosa dentro di me, sono contenta che le abbia dette.
Ci guardiamo per minuti interminabili finché lui si gira e sale per le scale. Mi dirigo giù per le scale ma mi fermo quando sento l'ambulanza. Corro verso il portone e gli indico lo scantinato in modo che possano prendere Genn. Mi dicono di stendermi sul lettino dentro l'ambulanza dicendomi che ho delle ferite che vanno ricucite e che mi devo ripostate. Mi stendo e penso alla giornata di oggi. Che merda. Ho seriamente pensato di perderli entrambi sta notte. Non sono ancora sicura che non sia successo. Chiudo gli occhi per poco e poi cado in un sonno profondo.

Scusate il ritardo
💛💛💛

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora