Capitolo 17

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-Verrai alla festa di venerdì?- Madge porta il suo lungo viso davanti al piatto che le hanno servito e lo guarda disgustata.
-Credo proprio di no, non credo che questa gente sappia come si festeggia-
-È solo una sera Tay, non sai che può succedere- accende una sigaretta.
So perfettamente a cosa o chi si riferisce, le ho raccontato tutto quello che è successo la notte scorsa, ovviamente con i suoi commenti sarcastici non è stata di grande aiuto. Prendo una cucchiaiata della poltiglia che ho nel piatto e me la infilo in bocca cercando di non fare caso alla strana consistenza. Madge con noncuranza spegne la sua sigaretta nel polpettone e poi lo spinge alla fine del tavolo.
-Quanto stai ancora?-
-Onestamente non lo so- scrollo le spalle, desidererei avere una data certa per la mia rimpatriata ma non ce l'ho.
Vedo Dylan in fondo alla sala camminare tra i tavoli fino a raggiungere il nostro.
-Posso sedermi?- chiede imbarazzato, che cucciolo.
-Si, certo- sorrido
-Sono Dylan- porge la mano a Madge
-Lo so- un sorriso perverso si fa largo sul volto di Madge per poi scomparire a seguito di un mio calcio ben assestato.
-Madge-
Dylan le stringe la mano e si siede. Passiamo il pranzo piacevolmente, chiacchierando e ridendo.
-Allora Dylan- incomincia Madge -Verrai alla festa questo venerdì? Sono sicura che farebbe piacere a tutti- sorride ed è il sorriso più falso di questo fottuto mondo.
-Oh- si passa una mano dietro il collo -Si, penso di venire, chiaramente non ho altro da fare quindi-
-Tu Taylor verrai?- mi chiede timidamente.
Nella mia mente alzo svogliatamente gli occhi al cielo, non posso credere che me lo abbia chiesto.
-Ehm, in realtà non lo so-
-Dovresti- dice lui, ha dei bellissimi occhi supplicanti.
-Okay, verrò a vedere com'é-
Dylan sorride
Io sorrido.
☀️☀️
La sera della festa è arrivata e il solo pensiero di dover stare in una stanza con tutti quegli sbandati mi deprime. Passo una mano sul tessuto morbido del mio vestito, ne ho scelto uno semplice. Mi arriva poco più giù del ginocchio, è dritto e è fatto di maglia rosa pastello . Non so nemmeno perché me lo sia portato qui.
Bussano alla mia porta e io cerco di sistemarmi i capelli raccolti in una pettinatura per l'occasione e vado ad aprire. Dylan ha una camicia scura e dei jeans, è una specie di visione per me. Un' enorme sorriso si apre sul sul volto e mi rivolge un:
-Sei moto bella-
-Anche tu- ride e mi pone il braccio a mo di braccetto, infilo il braccio dentro il suo e chiudo la porta. Mi sembra di essere al ballo del liceo. Scendiamo le scale e mi ritrovo davanti un orrido spettacolo.
La "sala comune" è addobbata con dei terribili festoni di carta pesta, il divano è stato spostato al bordo della sala e è stato allestito un tavolo per cibi e bevande, c'è una triste musica e persone che distrattamente cercano di muovere i piedi a tempo. Patetico. Io e Dylan ci avviciniamo al tavolo delle bibite per servirci una Coca-Cola.
-Che squallore- commenta Dylan appoggiandosi al muro. Annuisco in segno di consenso.
-Usciamo?-
-Si-
Ci dirigiamo verso la porta e usciamo. La frizzante aria d'autunno mi fa passare un brivido lungo tutto il corpo, è una bella sensazione. Ci sediamo sulla panchina e conversiamo un po'. Nulla di interessante comunque. Un violento clacson interrompe la conversazione, mi sporgo giusto un po' per vedere di chi si tratta. Un finestrino si abbassa e gli occhietti vispi di Genn fanno capolino. Chi sta guidando la macchina? E soprattutto perché è in una macchina?
Mi avvicino al ciglio della strada lasciando Dylan sulla panchina.
-Dai Hill sali-
-Ma che diamine blateri?-
-Sali-
-C'è Alessio che guida. Sali-
-E dove vorresti andare, sentiamo?-
-Ovunque vuoi, dai sali-
-Genn se scoprono che te ne sei andato ti uccidono-
-Che noi ce ne siamo andati- mi corregge -Sono troppo impegnati con la festa, dai sali-
Mi sposto leggermente in modo che Genn possa notare Dylan.
-Seriamente Taylor?- alza le sopracciglia e si porta le mani alle tempie
-Va bene fai venire "Mister bacio le ragazze solo perché vengono nella mia stanza" con noi- ha un tono scocciato, ma non ci faccio caso.
Corro verso la panchina e chiedo a Dyaln se vuole venire con noi.
-No, grazie andate voi, non importa-
-Scherzi? Ci si annoia da morire qui, ci divertiremo, per favoreee-
-No davvero Taylor,io resto qui- ora sembra piuttosto infastidito.
-Okay- mi arrendo. Io voglio andare a tutti i costi. Lo saluto velocemente con la mano per poi saltare in macchina.
-Ciao Hill, come te la passi?- Chiede Alex
-Come puoi notare Alessio me la passo benissimo, grazie- rispondo sarcastica. Come me la dovrei passare? Roba da matti.
-Dove andiamo?- cerco una posizione comoda sul sedile della scomoda auto di Alex.
-Passiamo a prendere qualcosa da bere e poi ti portiamo da qualche parte-
-Genn ti posso ricordare che non ci vendono gli alcolici?-
Genn sbuffa
-Ad Alex si, so che è così infantile che a volte ci si può scordare che è così grande, ma è così.-
Vero.
☀️☀️
Dopo circa mezz'ora di viaggio arriviamo davanti ad uno squallido bar che puzza come una distilleria. Alex si dirige dentro lasciando me e Genn a sorvegliare l' auto.
-Perché Dyaln non è venuto?- chiede Genn passandosi la mano tra i capelli
-Per te. A quanto pare non gli vai a genio-
-La cosa è reciproca- tira su con il naso.
Faccio le spallucce, non mi sorprende, Genn è piuttosto particolare e sicuramente non piace a tutti.
Alex esce dopo 2 minuti con 2 bottiglie in mano che mi affida. Noto che sono della vodka e del rum. Perché cavolo ha preso questa roba? Io di certo non la berrò. Saliamo in macchina. Non so nemmeno dove stiamo andando, ma non mi importa. Dopo poco parcheggiamo in un parcheggio deserto e subito riconosco il tipo odore di salsedine e il rumore delle onde. Attraverso una passerella arriviamo alla spiaggia e mi tolgo le scarpe. Il contatto dei miei piedi nudi con la sabbia mi provoca un grande sollievo. Ci avviciniamo a dei tronchi che sembrano posizionati esattamente per noi.
Ci sediamo, Alex accende una sigaretta e lo stesso fa Genn.
-Perché non veniamo qui più spesso?- chiedo
-Bhe, voi due siete chiusi in manicomio quindi..-
Io e Genn voltiamo lentamente il capo verso Alex e scoppiamo entrambi a ridere. Il vento freddo mi accarezza la pelle provocandomi una sensazione di libertà. Mi alzo e mi avvicino alla riva, arrivo con i piedi al bagnasciuga e immergo i piedi nell' acqua gelida. Non sento molto freddo, evidentemente c'era qualcosa che andava raffreddato. Guardo verso l'orizzonte, non vorrei più tornare all Hezel, quel posto mi porta solo grandi guai. Incomincio a pensare a Dylan e a quanto io sia stata stronza per averlo abbandonato in quel posto. Ma dopotutto era lui a non voler venire, mi sento in colpa ugualmente. Mi volto verso Alex e Genn che stanno ridendo rumorosamente. Quando torno a sedermi Genn porta la testa indietro e si accascia sulla sabbia, non ha ancora finito di fumare. Inizio a sentire vagamente freddo poiché le maniche del mio vestito mi arrivano a 3/4.
-Vuoi la giacca?- chiede casualmente Genn che evidentemente si è accorto che sto congelando. Scuoto il capo, non siamo in un film romantico adolescenziale.
-Allora, chi era il belloccio sulla panchina- Alex porta le ginocchia al petto e inizia a giocherellare con la sabbia.
Prima che io possa rispondere che è un mio amico Genn dice:
-È mister "bacio le ragazze solo perché vengono nella mia stanza"- ridacchia sottovoce.
-È solo Dylan-
-Solo Dylan- imita la mia voce Genn. Mi sta seriamente infastidendo
-Volevo dire: Solo Dylan?- finge un tono interessato. Sta peggiorando le cose.
-Si solo Dylan- rispondo infastidita.
-E voi due?- chiede Alex
-Noi due cosa scusa?- Genn si mette sulla difensiva, io non dico nulla.
-Non so...Avete degli sguardi strani. È successo qualcosa?-
-No- rispondiamo in coro.
-Mh- Alex assottiglia gli occhi.
-Beviamo- dice all improvviso Genn tirando fuori la vodka.
-Io no, grazie- scuoto la testa
-Andiamo Hill, cos'è hai paura di lasciarti scappare qualcosa che non dovresti dire?- mi provoca
-Sono un libro aperto- ribatto.
Gli stacco la bottiglia dalle mani la apro e ne prendo una sorsata. Il liquido scende giù per la mia gola e mi causa uno specie di bruciore, non è così male. Riapro gli occhi e vedo Genn e Alex che mi guardano con aria soddisfatta. Passo la bottiglia a Genn che beve e poi ad Alex.
Dopo un po' di bicchieri Alex e Genn sono decisamente brilli e io sono felice di affermare che io non lo sono, ne ho bevuto solo due sorsi.
-Facciamo un gioco- biascica Alex stendendosi sulla sabbia,
-Che gioco?- continua Genn, stanno ridacchiando come dei drogati.
-Boh,tipo qualcosa con la verità o roba così, si dice la verità quando si è ubriachi no? Saremo tutti super onesti- porta la mano sopra la sua fronte in un gesto veloce.
Si dice la verità quando si è ubriachi. Mi ricorda chiaramente qualcosa...
-Ok, io faccio una domanda a....- Genn fa ruotare il suo dito tra me e Alex
-ALEX- ride rumorosamente.
-A quanti anni hai dato il primo bacio?- dove siamo? In terza elementare? Che banalità.
Genn e Alex scoppiano a ridere e Alex butta la sua faccia dentro la sabbia provocando una risata isterica da parte di Genn
-Mh, vediamo, mi pare 14-15-
-Che checca- commenta Genn
-Okay ora Alex tocca a te-
-Genn- sembra non mi stiano considerando affatto, meglio così, vorrei evitare le loro stupide domande.
-Da quanto sei innamorato di Taylor?- ridacchia. Genn smette di ridere, io giro la mia testa verso Alex. Che cosa cazzo dice? Qualcosa mi dice che è Alex che si è fatto scappare qualcosa che non avrebbe dovuto dire.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora