Capitolo 13

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I giorni successivi alla confessione di Genn mi hanno portato ad avere molta tristezza. Ho visto Dylan, ma non ho raccontato nulla di quello che è successo con Genn; ancora non ho voglia di condividerlo con qualcuno. Sono stata dai miei psicologi e per la prima volta ho parlato, nulla di che ma credo sia un primo passo. Ho incontrato lo sguardo di Genn parecchie volte, a mensa, in salotto, in giardino. Quando incrocio il suo sguardo ho come l'impressione che lui mi stesse già fissando, per poi distogliere lo sguardo quando i miei occhi incontrano i suoi. Ho cercato di sorridergli ogni volta che mi guardava, magari può aiutare. In realtà non so se sia arrabbiato con me per averlo giudicato, ma credo che la colpa sia di entrambi, lui se n'è andato senza dirmelo e io l'ho giudicato senza sapere. Mi dirigo verso il giardino, non so per quale motivo ma non c'è mai nessuno. Mi siedo sulla panchina in ferro battuto e cerco di ricordare in che giorno siamo per fare un veloce calcolo su da quanto tempo sono qui. Un tonfo  interrompe i miei pensieri, mi volto e trovo Genn intento a rialzare la statua di pietra che ha appena buttato giù, ha una faccia buffa quando si concentra. Cammina verso di me e mi dice un -ciao-
-Ei, cerca di non rompere altro- guardo la statua appena sfigurata da Genn
-Ho rotto già il muro di camera mia- sorride e si passa una mano sul collo.
-Devvero? E come hai fatto?-
-Credo di avergli dato un pugno- inclina la testa e io rido per la sua risposta. Ovvio che gli ha dato un pugno, é diventato un cattivo ragazzo.
-Vieni sul tetto sta notte?- chiede dopo minuti di silenzio
-Senti Genn, non credo di poter venire, se mi scoprono non mi rispediranno mai a casa-
-Tanto non ti ci mandano comunque a casa- ridacchia e io mi volto per fargli notare tutto il mio disappunto.
-Scusa- dice velocemente
-Ei- una voce sconosciuta, no non sconosciuta, Dylan, la voce di Dylan.
Genn di volta con uno scatto e io guardo oltre la sua figura per riuscire a vedere Dylan, indossa una maglietta grigia e dei pantaloni della tuta, direi che è estremamente sexy.
-Dylan- porge la mano a Genn
-Genn- risponde in modo disinteressato
-Mi chiedevo se sta sera,Taylor ti andava di cenare al tavolo con me, non ceniamo da un po' insieme-
Analizzo la domanda ma prima di poter dare una risposta Genn apre la sua boccaccia
-Scusa credo che sta sera ceneremo io e lei insieme, non ci vediamo da molto.-
Ma che cazzo? Non aveva il diritto di rispondere per me, e poi quando ci saremmo organizzati per questa fatica cena?
Mi alzo e mi piazzo davanti a Dylan.
-Credo che per sta sera, Genn, cenerò con Dylan- mi giro verso Genn e lo vedo rosso dalla rabbia, cosa che tra l'altro mi fa molto piacere in questo momento.
Si alza e se ne va, non mi interessa, cenerò con Dylan fine.
-Ehm, sì è arrabbiato?- rise Dylan
-Gli passerà-

La cena con Dylan fu piacevole ma non potei fare a meno di sentire continuamente lo sguardo di Genn su di me.
Dopo cena mi diressi velocemente alla mia stanza per non incontrare nessuno, un braccio mi prese e mi portó dentro quello che credo fosse uno sgabuzzino.  In due minuti mi ricordai il mio pseudo-stupramento a casa di Mark, fortunatamente la luce si accese e riuscii a vedere gli occhi brillanti di Genn fissarmi intensamente.
Mi ritrovo inconsapevolmente contro il muro con Genn a due centimetri di distanza. Riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra.
-Volevi farmi ingelosire per caso?-
Passo sotto il suo braccio liberandomi dalla sua morsa
-Ha funzionato?- dico con voce maliziosa. Il ghigno sulla sua faccia si trasforma in un sorrisetto perverso
-Direi di no, lui? Lui non è il tuo tipo- si avvicina minacciosamente a me facendomi sbattere contro l'armadio in ferro
-E quale sarebbe il mio tipo? Sentiamo-
-Più alto-
-Più alto di così è impossibile-
-Più sano di mente-
-E perché? Rende tutto più interessante non sapere se si potrebbe buttare da un palazzo-
-Mh, decisamente più simpatico- è ad un distanza davvero ravvicinata e riesco a sentire le rotelle del suo cervello girare.
-È abbastanza simpatico per me-
-Come vuoi- si gira e si appoggia contro il muro
-Non durerà a lungo- fa un pausa per poi tirare fuori dalla tasca una sigaretta e infilarsela tra i denti
-È troppo un bravo ragazzo- sibila scandendo ogni parola. Accende la sigaretta e le sue labbra rilasciano un'enorme nuvola di fumo che mi fa tossire
-Mi piacciono i bravi ragazzi- lo sorpasso
-Allora alla fine vieni sul tetto?- cambia argomento
-Come ho già detto: mi piacciono i bravi ragazzi- afferro la maniglia
-Taylor...- mi volto di scatto per trovare Genn buttare la sigaretta a terra
-ti amavo davvero-

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora