Capitolo 20

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In questi giorni ho visto molto Dylan, ho cercato di andare alle terapie al quale va lui, così giusto per stare insieme. Ho anche visto Genn, gli ho raccontato quello che è successo con Dylan e con mia grande sorpresa si è limitato a fare qualche cenno con la testa o a sussurrare un po' di ''Va bene''. Gliene sono molto grata. Tutto sta andando per il meglio in questi giorni, certo sono ancora rinchiusa in una casa psichiatrica ma le mie aspettative di ''gioia'' in questo posto erano relativamente scarse quindi direi che questo è il massimo che posso desiderare. Mi alzo dal letto dopo aver fissato la parete per un paio di minuti. Da qualche tempo ci hanno dato una specie di tenuta da indossare, è piuttosto antiestetica ma anche comoda. Indosso i pantaloni e la felpa e mi do una leggera spazzolta ai capelli, non so nemmeno perchè lo faccio, tutti sembrano appena usciti da una discarica in questo posto. Mi dirigo al piano di sotto per consumare la colazione. Vedo subito che Madge si trova da sola al tavolo così decido di sedermi accanto a lei. E' sempre più magra poichè non mangia praticamente nulla di quello che ci danno e fuma come una turca.

-Ciao Tay-

mi saluta

-Ei Madge,come va?-

-Va-

shiggnazzo per la sua risposta.

Mangiamo la colazione in un silenzio tombale, non solo io e Madge ma l'intera sala si è ammutolita. Vorrrei parlare ma tutti sentirebbero quello che dico e la cosa non mi alletta per nulla. Improvvisamente la porta si spalanca e vedo entrare due uomini della sicurezza, che cosa ci fanno qui? si dirigono velocemente verso la sovrintendente della mensa per bisbigliarle qualcosa che nemmeno con tutto questo silenzio riesco a capire. La donna accennna una faccia preroccupata e fa segno alla sicurezza di portarci tutti nelle nostre camere.

-Che cazzo succede?- Madge si avvicina al mio orecchio

-Non ne ho ls più pallida idea-

Io e Madge siamo costrette a separarci essendo in piani diversi. In un primo momento tutti sono calmi e si fanno portare alle stanze senza problemi. Poi, qualcuno urla, un urlo assordante che fa tappare a tutti le orecchie, l'uomo che mi stava scortando nella mia camera corre dall' altra parte del corridoio in un chiaro attacco di panico. Lo vedo svoltare e poi non lo vedo più. L'urlo ha scatenato il caos più assoluto e noto che le infermiere sono costrette a portare alzuni pazienti a forza nelle loro camere.

Sono ferma davanti alla camera 134 quando un pensiero mi balena nella mente. Dove sono Dylan e Genn? A colazione non c'erano, prima non ci avevo fatto molto caso ma ora che ci penso sta mattina non li ho proprio visti, entrambi. Con una leggera corsa arrivo alla porta di Genn che si trova li vicino e busso violentemnte. Nessuna risposta.

-Genn? Genn ci sei? Rispondi- ma nulla, il panico si impossessa velocemenete di me bloccandomi i muscoli delle gambe che non vogliono reagire per muoversi. Riesco a fare un passo quando un imfermiere mi strattona il braccio e mi intima di seguirlo, devo cercare Dylan e Genn non posso permettermi di restare in camera a girarmi i pollici non sapendo dove si trovano, così inizio a correre verso le scale che portano alla stanza di Dylan. Sento che l'infermiere mi chiama a squarciagola ma non mi volto, continuo a correre. Arrivo alla porta di Dylan e busso, lo chiamo ma nulla. Noto che l'infermiere mi ha raggiunto deciamnete troppo tardi per scappare. Mi prende per la vita e mi carica sulle spalle, continuo a dimentarmi e lanciare cazzotti sulla sua schiena ma niente non mi mette giù. Ad un certo punto riesco a riconettere i piedi con il pavimento, accorgendomi che siamo davati alla mia camera emetto un verso di sconfitta. L'infermiere apre la porta e mi spinge dentro la camera per poi chiudermi a chiave. Sbatto i pugni sulla porta per poi ricordarmi che nessuno mi verrà a predere, scivolo con la schiena lungo la porta fino a sendermi per terra. Voglio sapere perchè ci hanno chiuso qui dentro ma soprattutto dove sono Genn e Dyaln, se è qualcosa di grave e qualcuno non li sta cercando giuro su Dio che lo faccio esplodere questo posto. Mi alzo e cerco di elaborare un modo per uscire da questa camera e per cercare Dyaln e Genn. Mentre penso un piano riesco a sentire distintamente delle urla. E poi un rumore agghiaccante, un tonfo, delle urla, un rumore sordo, delle porte che sbattono, dei passi, degli spari.

Beside you|| genn butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora