7. Uno Strano Invito

5.3K 314 7
                                    

La biblioteca sembrava più silenziosa del solito, Katherine si chiese se il motivo fosse l'assenza di Michael.

Era l'ora di studio individuale, subito dopo pranzo, ed era la prima volta dopo una settimana che si trovava in quel luogo senza il ragazzo. In quei giorni aveva preferito rimandare lo studio delle altre materie al pomeriggio, pur di assicurarsi che lui studiasse la sua parte.

Mentre in quel momento si trovava lì con Charlotte, entrambe impegnate a fare matematica. Katherine non aveva avuto tempo per fare gli esercizi per via della ricerca, e Charlotte si riduceva sempre all'ultimo momento per farli.

Almeno lei era brava, Katherine aveva fatto metà degli esercizi rispetto all'altra ragazza e due le davano il risultato sbagliato. Il fatto che la sua mente fosse ancora impegnata dall'enigma che era la famiglia di Michael non faceva che peggiorare la situazione.

A pranzo ne aveva parlato con i suoi amici, ma nessuno sapeva niente, e lei voleva sapere, in quel momento riusciva quasi a capire la passione di Charlotte per le voci, anche se nel suo caso neanche quella le era stata d'aiuto.

Katherine vide con la coda dell'occhio l'amica posare finalmente la penna, allora iniziò a fissarla, supplicandola con gli occhi di darle una mano. Charlotte ricambiò il suo sguardo e alzò gli occhi al cielo, ormai ci era abituata.

Aprì la bocca, probabilmente per dire all'amica di impegnarsi, invece di fare la faccia da cane bastonato, ma proprio quando fu sul punto di parlare qualcuno la interruppe.

«Hey.» le salutò una ragazza, Katherine non riconobbe la voce. Si girò verso il suono e sia lei che Charlotte risposero con un "ciao" un po' confuso.

«Venerdì, ci sarà la mia festa di compleanno, la organizzo in una casa di campagna. Vi mando l'indirizzo su Facebook. Inizia alle dieci, ci sarà alcohol e musica. Potete invitare qualche altro amico se volete, okay? »

Katherine fissó la ragazza che aveva poggiato una mano sul loro tavolo, si ricordava di averla vista per i corridoi della scuola: bassa, capelli e occhi castani e un po' paffutella, ma non si erano mai rivolte la parola, nè tantomeno sapeva il suo nome.

La sorpresa le fece farfugliare un " va bene" prima che la ragazza si allontanasse senza salutare, andandosi a sedere ad un tavolo insieme ad un altro gruppo di ragazze. Katherine si girò verso Charlotte, e trovò l'amica già pronta a fare un identikit completo.

« Camila Cortèz, ultimo anno. I suoi genitori hanno tre gioiellerie in città, alla festa dell'anno scorso hanno comprato alcohol a fiumi. Non gli importa granchè che la loro figlia sia un minore. » Niente male come prospettiva. Katherine scosse la testa.

«Va bene, ma perchè ci ha invitate? » chiese mentre avvicinava il quaderno dell'amica al suo, la poca voglia che aveva avuto di fare gli esercizi era sparita.

«Girano ancora voci su te e Michael. » disse Charlotte a mò di risposta, i suoi occhi ancora fissi sul gruppo di ragazze, che non aveva smesso di parlottare da quando Camila si era riunita a loro. Katherine sbuffò, senza staccare gli occhi dal suo quaderno.

«Cambieranno idea, tanto non vi parlerete più visto che è finito il progetto.» Katherine sentiva lo sguardo di Charlotte bruciare sulla pelle, o forse stava solo arrossendo.

«Perchè smetterai di frequentarlo, giusto?»

Katherine sapeva che era un'esca, lo faceva sempre. Per scoprire la verità Charlotte diceva qualcosa di cui non era sicura, e poi aspettava che venisse confermata o negata.

Il problema era che Katherine si stava facendo la stessa domanda. La conversazione con i suoi genitori le aveva fatto capire che non sapeva quasi niente del ragazzo, non sapeva se fosse davvero quello che l'aveva convinta di essere, dopotutto doveva esserci un motivo dietro le sue sospensioni.

Era anche vero che Michael le aveva fatto capire che non si sarebbe stancato facilmente di lei, non le avrebbe permesso di allontanarlo solo perchè il progetto era finito.

Guardò Charlotte e fece spallucce, l'amica spalancò gli occhi e le tirò un pugno sul braccio.

«Hey!» Katherine iniziò a massaggiare la parte che pulsava di dolore.

«Che mi stai nascondendo?!»

«Se mi esce un livido ti taglio i capelli nel sonno!» rispose continuando a massaggiarsi il braccio.

«Non evitare la domanda!» Katherine sorrise, l'amica sembrava vivere quella situazione insieme a lei, invece che da semplice spettatrice. Charlotte fece un gesto invitandola a parlare.

«Assolutamente niente, Michael mi ha solo fatto capire che non mi lascerà in pace, anche se abbiamo già fatto la presentazione.» In effetti il Pirata gli aveva affidato il progetto solo perchè Michael aveva deciso di sedersi accanto a lei, perché era "curioso".

Questo non l'avrebbe detto a Charlotte però.

All'amica bastavano già quelle poche informazioni, Katherine temette stesse per scoppiare, e ora che ci faceva caso sembrava che anche Camila e le sue amiche se ne fossero accorte.

«Pensi che possano sentire quello che stiamo dicendo?» chiese tornando a copiare gli esercizi di matematica per sembrare tranquilla. Le parole che Michael le aveva detto il primo giorno che le aveva parlato continuavano a ronzarle in testa.

"Fa attenzione andando in giro da sola."

Sembrava serio quando gliel'aveva detto, ma doveva davvero preoccuparsi?

Charlotte fissò il gruppo di ragazze, che aveva ripreso a chiacchierare, ci pensò un po'.

«Non penso...» Qualcosa sembrò passarle per la mente.

«Come farai a convincere i tuoi a mandarti?» Come se già non conoscesse la risposta, Katherine alzó gli occhi al cielo.

«Al solito modo.»

Si sorrisero.

***

«Tanto vale che tu ti trasferisca da lei.» disse sua madre scettica, sistemandosi meglio sui cuscini del divano.

Katherine pensava di aver scelto bene il momento per chiederglielo.
Era Giovedì sera, stava per iniziare il suo programma preferito, e aveva tra le mani una tisana fumante. Di solito in quei momenti sua madre le avrebbe concesso di tutto.

Proprio quel giorno avrebbe fatto storie?

«Mamma non vado a dormire da Charlotte da quasi due mesi.»

Ergo: non vado di nascosto ad una festa da quasi due mesi.

Sua madre prese un sorso della tisana, pensosa. Katherine iniziò a rigirare tra le dita un ciuffo ribelle. La donna fissò la figlia.

«Va bene.» Katherine abbracciò forte sua madre, e dandole un bacio sulla guanca si defilò in camera sua.

Doveva dare a Charlotte una buona notizia.

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora