28. Sleepover?

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«Non mi sono presentato,» fece poi con un lieve scatto, come se se ne fosse ricordato all'improvviso, e le porse la mano. «Daryl Clifford.» 

Il padre di Michael le sorrise, mettendo ancora di più in evidenza la somiglianza col figlio. Sembrava volesse aggiungere qualcos'altro, ma fu interrotto dai passi pesanti di Michael che scendevano sui gradini in legno scuro della scala a chiocciola.

«Che vuoi dire con...» il ragazzo interruppe la frase a metà, notando la ragazza fradicia e infreddolita che lo fissava dall'ingresso. Battè un paio di volte gli occhi verdi mentre la fronte gli si aggrottò in un'espressione confusa.

«Che dici di offrire alla tua amica una doccia calda e dei vestiti asciutti?» chiese Daryl, facendo risvegliare il figlio dalla sua breve trance.

«Bene.» disse poi dopo che l'altro ebbe annuito. «Io allora preparo della cioccolata calda, fai come se fossi a casa tua.» finì, rivolgendosi a lei.

Una volta che l'uomo fu sparito oltre la porta di cucina, Michael si voltò, facendo segno a Katherine di seguirlo per la scala. Arrivati al piano superiore, la condusse all'ultima porta che si affacciava sul corridoio, accendendo una luce fece diventare visibile un bagno.

Non era enorme, ma neanche piccolo. Aveva delle mattonelle color panna, con una striscia nera di mattonelle più fine che ne seguiva l'intero perimetro all'altezza della vita della ragazza, una vasca che fungeva anche da doccia e due lavandini. Un enorme specchio si trovava dietro di essi, appeso al muro, mentre sui bordi in ceramica giacevano disordinati spazzolini, tubetti di dentifricio finiti, rasoi e lattine di schiuma da barba.

«Non aspettavamo ospiti.» fece il ragazzo con aria imbarazzata notando dove si era posato lo sguardo della ragazza. Quando lei non rispose iniziò a grattarsi la nuca pensieroso.

«Mmh...Ah, puoi usare questi.» disse poi prendendo degli asciugamani da uno degli armadietti in legno scuro sotto i lavandini e posandoli sul piano in marmo accanto ad essi.

«Abbiamo solo Shampoo "da uomo".» fece con una risata tesa a mo' di scuse, per poi schiarirsi la gola. «Vado a prenderti dei vestiti.»

Dopo che Michael le ebbe portato dei pantaloni di tuta e una felpa (puliti, aveva ripetuto più volte), Katherine si liberò dei suoi vestiti fradici, infilandoli direttamente nella lavatrice come le era stato detto di fare dal ragazzo.

Decise di fare una doccia veloce, giusto per togliersi il gelo di dosso, si sentiva in imbarazzo per tutto quello che stava succedendo e non voleva causare altri problemi, come finire l'acqua calda.

Una volta insaponata si accorse che gli odori di shampoo e bagnoschiuma erano quelli che sentiva sempre sulla pelle di Michael, e usarli sulla propria la fece sentire più vicina al ragazzo. Un tepore iniziò a diffondersi su tutto il suo corpo, dal centro dello stomaco fino alla punta dei capelli, e fu a quel punto che decise di uscire.

Si asciugò con gli asciugamani che le aveva mostrato Michael, molto più morbidi di quanto non sembrassero, per poi infilarsi i vestiti che le aveva prestato. Cercò inoltre di trattenere una smorfia, riinfilandosi la biancheria che aveva usato prima della doccia.

Non era esattamente igienico, ma non aveva alternative. Fece un respiro profondo e si guardò nel grande specchio sopra i lavandini. Sembrava una barbona. Con quei vestiti troppo grandi per lei e i capelli che ancora gocciolavano su schiena e spalle. Non aveva mai capito come nei film facessero sembrare quell'insieme attraente, i vestiti enormi erano comodi, ma di certo non erano sexy o cose del genere.

Avrebbe voluto chiudersi in bagno e non uscire più, fare in modo che Michael non la vedesse in quello stato, ma ovviamente non poteva farlo, quindi fece un altro respiro, prese coraggio ed uscì.

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora