25. Davvero, Michael?

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Katherine trattenne un brivido alla sensazione delle mani gelide di Michael sui suoi fianchi, dove la maglia corta lasciava una stretta striscia di pelle scoperta. La musica che la band di Jack stava suonando faceva loro da colonna sonora, ma nessuno dei due ci prestava attenzione. Entrambi troppo concentrati sulle labbra dell'altro contro proprie e il sapore dell'alcol era evidente, ma stavolta la colpa era di entrambi, labbra e dita infreddolite dal ghiaccio nei bicchieri ormai dimenticati e buttati chissà dove.

Katherine era sempre stata una di quelle persone a cui dava fastidio vedere le coppie baciarsi in pubblico, ma loro si trovavano a ballare (non proprio ballare, più dondolare) al ritmo delle canzioni di una band con un talento inaspettato, nel bel mezzo di una sala piena di gente imbottita d'alcol, e probabilmente non importava a nessuno di quello che stavano facendo.

Poi erano ad una festa, pomiciare è lecito alle feste, se non addirittura d'obbligo.

Strinse tra le dita i capelli sottili del ragazzo, di un blu ormai sbiadito. Michael fece scivolare le mani sulla sua schiena, facendo aderire il petto della ragazza al proprio e intrecciando le loro gambe in una posizione che avrebbe fatto rizzare i capelli al padre di qualunque ragazza. Katherine inclinò la testa di lato, approfondendo il bacio con un sospiro, ma la loro piccola bolla esplose quando sentì qualcuno finire contro la sua schiena. Katherine interruppe il bacio con uno schiocco, per girarsi a vedere chi le fosse andato addosso, non accorgendosi dell'espressione scocciata del ragazzo.

«Katherine e Michael seduti sotto un albero...» Suzy strascicò ogni sillaba della stupida canzoncina, muovendo le mani come un direttore d'orchestra. La rossa la guardò, non sapendo se avesse dovuto ridere o piangere nel vederla in quello stato. Nel dubbio si voltò nuovamente verso Michael, poggiando la fronte nell'incavo del suo collo. Forse se non l'avesse guardata sarebbe andata da un'altra parte.

«Dimmi che non è davvero così ubriaca.» mugugnò contro la maglia nera del ragazzo.

«Non è davvero così ubriaca.» ubbidì lui, premendo un bacio sui suoi capelli ricci.

«Perchè siete tutte fidanzate ed io sono sola?!» Katherine grugnì, sentendo la risata di Michael alle parole della sua amica.

«Suzy va tutto bene.» disse arrendendosi e voltandosi verso la sua amica, ora triste.

«Ora andiamo a prendere una boccata d'aria, okay?» continuò, afferrando il suo braccio e cercando con lo sguardo Charlotte, non sarebbe riuscita a contenerla da sola.

  «Non sono poi così disgustosa, no?» biascicò l'altra senza ascoltarla. 

«Vado a prendere da bere, ci vediamo tra un po'.» Michael la guardò con un sorrisetto divertito, per poi dirigersi verso la cucina.

L'enorme casa Irwin era diventata familiare in quelle poche ore in cui aveva seguito il ragazzo da una parte all'altra di essa. Inutile dire che Michael la conosceva come se fosse la propria e non aveva perso tempo per mostrarne ogni angolo alla ragazza, addirittura facendola arrivare in anticipo e aiutare i suoi amici a nascondere tutti gli oggetti di valore (o fragili) al piano superiore.

Katherine aveva scoperto che Ashton Irwin era un ragazzo solare, con una risata contagiosa e un'inclinazione a fare sciocchezze, solo per poi essere scoperto dalla madre, messo in punizione per un mese, perdonato, e infine fare un altro errore, facendo ricominciare quel ciclo infinito.

Ragazzo interessante insomma.

«Finirò sola con venti gatti.» continuò a lamentarsi Suzy. Katherine alzò gli occhi al cielo al tono disperato dell'amica, ma ascoltandola solo a metà, concentrata nel trovare una chioma di capelli castani.

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora