26. Chiacchiere

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Era Martedì. Secondo giorno consecutivo in cui Katherine aveva dovuto prendere il bus per andare a scuola.

Non succedeva da due mesi.

Sua madre non le aveva ancora ridato il telefono, quindi era dal sabato precedente che non parlava con Michael. Aveva sperato di poter trovare un accordo quando lui fosse passato a prenderla, ma quel lunedì non si era presentato a casa sua come ormai era d'abitudine. Aveva pensato che gli servisse tempo, ma poi Michael aveva continuato ad ignorarla per tutto il giorno, e lei non sapeva come avrebbe dovuto prenderla. 

La sua reazione forse era stata esagerata, quando beveva, Katherine tendeva a portare tutto fuori proporzione, forse Michael e quella ragazza stavano davvero solo parlando, ma il modo in cui le aveva risposto non le era piaciuto comunque. Avrebbero dovuto discutere su quell'argomento, trovare un compromesso o cose così, ma sarebbe stato impossibile se Michael l'avesse ancora evitata.

L'aveva lasciata per quella piccola discussione, o forse si aspettava delle scuse?

Katherine non riusciva a capirlo. Non sembrava una cosa tanto grave, se avesse voluto chiarire avrebbe dovuto parlarle, non ignorarla completamente. Ne aveva parlato il giorno prima con Charlotte, e la sua amica non era sembrata tanto sorpresa dalla cosa, ma anzi, Katherine aveva avuto la sensazione che l'altra avesse dovuto rimangiare un "Te l'avevo detto." Come se non si fosse aspettata niente di meno da Michael.

Katherine non voleva ammetterlo, ma in fondo le dava ragione. Il ragazzo non era mai stato interessato a storie serie, ed era improbabile che fosse cambiato di punto in bianco, ma avrebbe potuto scoprirlo solo se gli avesse parlato.

Cosa che probabilmente non sarebbe accaduta molto presto.

Michael entrò nell'aula ormai piena un passo prima del professore. Katherine non potè fare a meno di fissarlo, pensando che forse si sarebbe seduto accanto a lei come al solito e che avrebbe smesso di fare il broncio. Aveva torto.

Michael ricambiò il suo sguardo speranzoso con uno indecifrabile, passandole accanto e superandola, sedendosi nell'altro posto libero in fondo alla classe e buttandovi sopra lo zaino in malo modo.

«Sempre un piacere averla in classe, signor Clifford.» fece sarcastico il Pirata, notando il gesto.

«Vorrei poter dire lo stesso.» borbottò l'altro in risposta, con un tono indifferente.

Katherine però continuava e sentire il suo sguardo bruciarle sulla nuca. Non si sarebbe girata a guardarlo, non gli avrebbe dato quella soddisfazione dato il suo comportamento, ma non poteva fare a meno di chiedersi se quelle parole fossero rivolte più a lei che non al professore.

Quest'ultimo guardò la scena più confuso che arrabbiato dal tono del ragazzo. Era da un po' che Michael non si comportava in quel modo. Da quando gli aveva fatto fare il progetto insieme non aveva dato problemi, ma sembrava che di punto in bianco fosse tornato alle vecchie abitudini.

Prima che il Pirata potesse aggiungere altro, un altra persona entrò in classe. Un ragazzo da capelli e carnagione scura si chiuse la porta alle spalle, rivolgendo un sorrisetto beffardo al professore.

«Scusi per il ritardo.» disse in un tono che lasciava capire quanto quelle parole fossero false.

«Parla come se non succedesse sempre, Daniels. Si sieda e segua la lezione.» fu la risposta scocciata dell'altro, già infastidito da Michael.

Il ragazzo iniziò a camminare tra i banchi, ma si bloccò notando che il suo posto era occupato da Michael, lo guardò leggermente confuso, per poi dirigersi verso quello accanto a Katherine borbottando qualcosa di incomprensibile.

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora