6. Famiglia?

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«Non voglio che tu riveda quel ragazzo.»

La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di chiudere la porta prima di dover affrontare sua madre.

Perchè era arrabbiata adesso? Cosa aveva scoperto sul conto di Michael?

«Che vuoi dire?» Cercò di parlare nel tono più innocente a cui potè pensare. Aveva chiamato qualcuno per scoprire il passato del ragazzo? Perchè avrebbe dovuto essere così interessata a lui?

«Esattamente quello che ho detto.» Vedendo l'espressione confusa della figlia i tratti sul viso di Donna May si addolcirono sensibilmente.

«Cerco solo di fare quello che è meglio per te,» disse avvicinandosi lentamente alla figlia. «la famiglia di quel ragazzo non mi piace.»

Katherine si sarebbe aspettata qualsiasi cosa riguardo la condotta di Michael, non avrebbe mai pensato che fosse la sua famiglia il problema. Soprattutto non si sarebbe aspettata di vedere sua madre così calma, dopo tutti i litigi con suo marito e lo stress dovuto al lavoro era una cosa rara per lei vederla così serena di quei tempi.

«Non l'ho nemmeno incontrata la sua famiglia.» rispose allora. Sua madre tirò un sospiro di sollievo.

«Meglio, comunque sia non voglio che tu torni a casa sua, se sarete costretti a studiare assieme potrete farlo qui, ma non voglio che tu ci parli in qualsiasi altra circostanza.» Katherine battè le ciglia più confusa di prima.

«Okay...» disse con la fronte corrugata. Era confusa e a disagio allo stesso tempo. Sua madre era una psicologa e quando si comportava in quel modo non le era difficile capire come facesse sentire i suoi pazienti.

Katherine le disse che sarebbe andata in camera sua a finire di studiare, la madre la lasciò andare, tornando in cucina per finire la cena.

Una volta arrivata in camera sua, buttò lo zaino in un angolo e tirò fuori il cellulare dalla tasca della giacca. Mentre aspettava che il Wifi si riconnettesse si liberò delle scarpe e della giacca e si lanciò sul letto fatto.

Aprì immediatamente la chat di gruppo.

Tu: Che sapete sulla famiglia di Clifford?

Le prime risposte arrivano in poco meno di un minuto. Nessuno dei suoi amici lasciava il proprio cellulare a più di un metro da loro.

Lottie: Che è successo?

Katherine alzó gli occhi al cielo, non poteva rispondere ad una domanda con una domanda. Anche se da un lato poteva capire la sua curiosità, dato che sapeva che l'amica aveva passato il pomeriggio a casa del ragazzo. Lo schermo si illuminò nuovamente.

Amy: Nessuno sà niente della madre, penso che il padre abbia qualche tipo di attività fuori città.

"Qualche tipo di attività" che tipo di attività poteva far preoccupare sua madre? Katherine non ci capiva più niente. Il fatto che non si sapesse niente della madre poi la rendeva ancora più curiosa, dato che anche Michael sembrava sempre riluttante a parlarne.

Sentì la porta di casa chiudersi: suo padre era tornato. Rimase con le orecchie tese, sperando che i suoi non si mettessero a litigare, quella giornata era stata già abbastanza pesante.

Sentì i genitori parlare sommessamente in cucina, poi dei passi salire le scale. Riconobbe la cadenza di suo padre, non si poteva dire che avesse il passo leggero. Lo sentì bussare, ma non aspettò una risposta prima di entrare.

«Ciao tesoro.» la salutò con il suo solito sorriso, uno di quelli che gli faceva stringere gli occhi in due fessure, accentuando le rughe che ormai da qualche anno gli segnavano il volto.

A Katherine era sempre stato detto di somigliare a suo padre, ma lei non riusciva a trovarla, quella somiglianza, anzi probabilmente se non avesse avuto i suoi capelli rossi e la sua pelle lentigginosa pensava che non sarebbero sembrati affatto parenti. Sapeva di somigliare molto a sua madre però, nonostante i colori fossero completamente sbagliati, il viso era il suo, stesso naso leggermente a patata, stesse guance paffute e stesse labbra spesse.

Gli occhi poi, quelli erano una delle poche cose che avrebbe desiderato ereditare dal padre, ma invece di averli di un azzurro penetrante erano nocciola, l'unico punto in comune che aveva con Monica, che somigliava alla madre anche più di lei, se possibile.

Mentre il padre poggiava la giacca sullo schienale dell'unica sedia nella stanza, Katherine mise il cellulare in stand-by e si sedette sul materasso, per vederlo meglio.

«La mamma mi ha detto che sei stata a studiare a casa di un ragazzo questo pomeriggio.» disse accomodandosi accanto a lei sul letto, gli occhi che scrutavano il viso della figlia in cerca di chissà quale reazione da dietro le lenti dei suoi occhiali.

«Sì. Ma non capisco perchè non voglia che ci parli più.» le sopracciglia di Dawson May si inarcarono, non si aspettava che Katherine arrivasse subito al punto.

«Bè, io e tua madre abbiamo avuto a che fare con la sua famiglia qualche anno fà, una brutta storia. Lei è solo preoccupata per te, ha paura che la situazione a casa abbia influenzato negativamente Michael.» La ragazza si accorse che suo padre sembrava davvero preoccupato per la sua incolumità.

Katherine aveva sempre più domande, cosa avevano avuto a che fare un avvocato e una psicologa con la famiglia di Michael?
Si chiese nuovamente il motivo per le multiple sospensioni del ragazzo, e se non fosse sul serio il caso di stargli alla larga. Non potè fare a meno che rassicurare suo padre.

«Papà non ti preoccupare, abbiamo studiato insieme solo perchè il Pirata ha deciso così. Non siamo amici o che sò io.» Suo padre sembrò sollevato, le sorrise nuovamente, probabilmente anche per il soprannome con cui aveva chiamato il suo professore.

«Bene, volevo solo esserne sicuro.» disse alzandosi e scompigliandole i capelli allo stesso tempo, quel vizio lo aveva fin da quando Katherine era piccola, inutile cercare di fuggirgli.

«Ora scendi, la cena è pronta.» continuò uscendo dalla stanza della figlia.

La ragazza sospirò, la sua indagine avrebbe dovuto aspettare.

***

«... fu così che iniziò la dinastia dei Tudor.» concluse Katherine, mentre la classe si apriva in un tentennante applauso.

La presentazione era andata bene, Michael aveva fatto la sua parte, e anche il Pirata sembrava soddisfatto del suo coinvolgimento.

Katherine dal canto suo, era contenta che fosse tutto finito. La cena il giorno prima era stata una tortura, sua madre non aveva fatto altro che cercare di convincerla a non vedere più Michael, mentre suo padre la rassicurava di averla già convinta. Il tutto coronato da Monica che non smetteva di fare domande sul misterioso ragazzo, a cui nessuno rispondeva, ovviamente.

Vedere i suoi genitori andare d'accordo su qualcosa la spaventava, ma allo stesso tempo la incuriosiva.

Che poteva avere di tanto sbagliato la famiglia di Michael?

«Vedo che vi siete impegnati.» Il Pirata riscosse Katherine dai suoi pensieri. Si trovava ancora davanti all'intera classe di storia, ancora davanti alle facce sbalordite dei suoi compagni, nel vedere quel Michael Clifford studiare sul serio.

Lo stesso Michael che in quel momento sembrava nervoso, aspettando il verdetto del professore, e per un attimo Katherine non riuscì nemmeno ad associarlo al ragazzo che aveva dato fuoco al test andato male, o che era stato sospeso più volte.

«Direi che una A sia il voto giusto. Dico bene?» La classe rispose con un mormorio incomprensibile alla domanda retorica del professore, ma Katherine non riuscì a distinguere niente.

Era troppo distratta dalla reazione di Michael, che si era girato verso di lei con un sorriso a 32 denti, facendole segno di vittoria.

Che poteva avere di tanto sbagliato Michael?

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora