Ventitreesimo capitolo.

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Aprii gli occhi, leggermente, abituandomi alla luce del sole che arrivava dalla finestra.

Mi stiracchiai e mi voltai. Non avevo nessuno accanto a me.

Eppure ricordo tutta la serata di ieri, nonostante l'alcool che avevo in corpo.

Ricordo Ian, lui c'era.

La famigliare stanza intorno a me prese senso. Le pareti bianche, vuote, il grande armadio marrone e il letto matrimoniale erano le uniche cose che riempivano la stanza. C'erano degli scatoloni buttati a terra, vicino la finestra.

La porta si aprii e un Ian con un vassoio entrava cercando di non fare rumore.

Sentivo odore di caffè.

Chiuse delicatamente la porta e poi mi guardò.

"Buongiorno, principessa" sorrise sincero e si avvicinò a me con questo vassoio che appoggiai sulle mie gambe.

Si piegò per baciarmi. Fu un bacio veloce ma intenso.

Mi era davvero mancato.

Guardai il vassoio: una tazza di caffè padronava il tutto, con dei biscotti al cioccolato attorno, un bicchiere di succo all'ananas e un fiore appoggiato di lato.

Lo presi e l'odorai, sapeva di fresco.

"Grazie" dissi felice, e appoggiai delicatamente le mie labbra alle sue.

Lui sorrise semplicemente baciandomi con delicatezza.

Presi un biscotto e lo immersi nel caffè. Alzai lo sguardo e incontrai quel mare.

Oddio, i suoi occhi.

Trattenni il respiro e continuai a respirare solo quando lui mi sorrise amabilmente e mi accarezzò una guancia.

Appoggiai la mascella alla sua mano e morsi il biscotto che tenendolo così stava per scadere nelle mie mani e avrei dovuto buttarlo via.

Quando finii la colazione appoggiai il vassoio al suolo.

"Cosa sono quei scatoloni a terra?" Chiedo, indicandoli.

"Sto per trasferirmi" dice con noncuranza "e vorrei che venissi a vivere con me" continua.

Se avessi avuto ancora il succo di frutta in bocca penso che glielo avrei sputato addosso.

Rimasi alibita, per un attimo, agitandomi sotto le coperte che coprivano le mie gambe.

Ha appena detto che vuole vivere con me?

Non riuscivo a dire parola. La sua proposta o affermazione che sia mi aveva davvero lasciata paralizzata.

Che Gesù mi lanci la capacità di parlare.

"Piccola, calma" sussurra Ian, avvicinandosi a me "avrai il tuo tempo per decidere"

Avrei voluto urlargli che è un demente. Pensa che avrei rifiutato una proposta di questa? Ma siamo pazzi? Abitare con l'uomo che amo.

Immaginai il tutto: io e Ian abbracciati sul divano a fissare il camino che bruciava la legna, ridendo e scherzando per ciò che ci accadeva.

Immaginai una famiglia, dei bambini nostri.

Ma tornai con i piedi per terra in quell'istante. Ian stava per diventare padre.

"Lo voglio" uscirono quelle parole così spontaneamente.

'Cogliona, non ti sta chiedendo di sposarlo' urlò la parte del mio cervello ancora utile.

"Voglio venire a vivere con te" aggiunsi rapida.

Il sorriso delle sue labbra iniziò ad allargarsi, proprio come il mio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2015 ⏰

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