Secondo capitolo

3.7K 137 22
                                    

-Mamma, vado ad allenarmi- urlo a mia madre, che è in cucina cucinando il pranzo

-Va bene, tesoro, non tornare tardi che è quasi pronto- mi risponde. Esco dalla porta di ingresso, prendo il mio mp3 con le cuffie e le metto bene, ad altissimo volume. Mentre sulla testa mi rimbomba Human, di Christina Perri, inizio a correre. Saluto con la mano Veronica, la vicina di casa, ma lei mi ferma e mi dice di avvicinarmi a lei. Mi tolgo una cuffia mentre corro verso di lei.

-Ciao Nina, come stai?- mi chiede la donna un po' anziana

-Io sto bene, Veronica, e tu?- chiedo educatamente

-Anche io- sorride -vai ad allenarti?-

-esattamente, sennò qua il fisico scompare- rido

-brava, vai tesoro, non voglio rubarti altro tempo- sorride e la saluto.

La mattina mi carica fare una corsa. Mantiene in forma e mi sfogo, almeno con qualcosa. Correndo incontro Lucas, un mio amico d'infanzia, che porta il suo cane fuori, tutte le mattine. Come sempre lo saluto, ma non mi fermo.

Ieri sera la cena mi ha distrutta: mamma, in onore di zia Kate, ha cucinato tante specialità italiane. Mia madre è nata in Italia e ci ha vissuto per tanti anni, fino a quando non conobbe mio padre, poi sono nata io, e dopo Stefan. Non vedevo da parecchio tempo zia Kate, è qui in vacanza ed è passata a salutarci. Poi, si sa com'è mia madre, fa una cena stramega gigante ogni volta che abbiamo ospiti. Quando non ci sono ospiti cucina sempre leggero.

La mia playlist della corsa è finita quando entro a casa, l'ultima canzone era Chandelier, di Sia. Adoro quella canzone, mi da carica. Poi amo la sua voce.

-Sono tornata- urlo aprendo la porta di casa -vado a farmi una doccia- avviso mia madre quando passo davati la cucina. Lei sorride e annuisce

Prendo panni puliti: un pantaloncino corto verde, una maglia bianca con scrito sunshine, delle converse bianche e, ovviamente, dell'intimo.

Entro nella vasca, riempendola di acqua tiepida e immergendomi. Dopo una ventina di minuti, sento Stefan che bussa la porta

-Ha detto mamma di avvisarti che è pronto- dice dall'altra parte - E il mio pisello dice che deve pisciare, quindi muoviti- ride

-Stefan, non rompere e falla in giardino- rido anche io

Esco dalla vasca asciugandomi e mettendomi tutto ciò che ho portato con me in bagno. Ho due chiamate perse sul cellulare, Sarah, la mia migliore amica. Decido di richiamarla.

Non faccio in tempo a dire "ciao" che lei inizia a parlare

-Dio mio, ti prego, dimmi che oggi pomeriggio non hai da fare-

rido sentendola pregare

-Ciao Sarah, come stai? tutto bene? Io bene, grazie per avermelo chiesto- dico ironicamente

-Nina, sto parlando di una cosa seria- la sento ridere

-Bene, dimmi cosa vuoi che faccia- dico ridendo

-io e Unnie andiamo a vedere Liam e Mark allenarsi, quei due ragazzi sono la morte. Unnie ha fatto bene a trovare Mark, è un gran figo. E sono felice che mi abbia fatto conoscere Liam, ieri notte mi ha scritto, dice che gli piaccio- dice senza prendere fiato

-Sarah, respira- rido -dopo mi racconti tutto, d'accordo? Alle quattro vediamoci davanti la porta della palestra- dico, e ci mettiamo d'accordo

-a dopo, stupida-

-a dopo, chiacchierona-

e attacco.

Mi piace quando Sarah parla, non fa sentire nessuno a disagio, non c'è quel momento chiamato "silenzio imbarazzante". È una ragazza molto chiacchierona, ma si arrabbia spesso e facilmente, bisogna saperla trattare.

Unnie, invece, è una ragazza che fa ridere tutti, ha sempre la battuta pronta, e il suo sorriso è contaggioso. La chiamiamo Unnie perché adora il coreano, ed è la più grande delle tre. Sa come parlare con le persone, è una ragazza che, secondo me, farebbe la psicologa perfetta, ti capisce al volo.

Noi tre siamo un gruppo di migliori amiche, con caratteri diversi, ma c'è quel qualcosa che ci lega, e in tredici anni di amicizia, non ho ancora capito cosa.

-Nina, a mangiare- mi urla Stefan

-Arrivo- scendo le scale e arrivo al tavolo -buon appetito- sorrido al resto della famiglia, e saluto mio padre, appena tornato dal lavoro.

×××××××××××××××××××××××

Sono le tre del pomeriggio, avviso mia madre che vado in giro con le mie amiche ed esco, vestita com'ero prima. La palesta non è molto lontana da casa, quindi me la farò a piedi.

Arrivata lì davanti c'è Unnie con il suo ragazzo, Mark. Lui è coreano, e sono una bellissima coppia. Dopo dieci minuti arriva Sarah

-Beh, finalmente- la saluto con un abbraccio, come sempre.

-Scusate, mia madre mi ha trattenuta a casa- sorride facendo un gesto con la mano.

-Io entro, se il mio allenatore di boxe vede che sono in ritardo mi tira un gancio nelle parti basse- ridiamo insieme ed entriamo con Mark. Sarah saluta Liam, che appena entrate, l'ha subito avvistato e l'ha raggiunto. Ha una vista da volpe, questa ragazza.

-Come stai, Liam?- gli chiede

-Bene, tu?- chiede lui

-Bene- lei sorride e lo fissa come un ebete per minuti.

-Imbambolata, sediamoci- Unnie dopo aver salutato con un bacio Mark, raggiunge Sarah e le scuote la mano davanti la faccia.

Ci sediamo tutte e tre su un tavolino lì vicino. Mentre compro dal distributore una bottiglietta d'acqua, Sarah attira la mia attenzione.

-Nina, sto per svenire- mi giro, preoccupata

-Stai bene?- chiedo prendendole la mano

-Guarda i muscoli di Liam- mi dice come una bimba, imbambolata. Io e Unnie ridiamo.

L'allenatore si gira verso di noi, ma Poi continua a lottare contro Mark e Liam, difendendosi dai pugni che gli stanno tirando. Ha una tattica incredibile e una velocità pazzesca per gli attacchi. Mi siedo con le ragazze. Ci mettiamo a chiacchierare, mentre Sarah non toglie lo sguardo da Liam.

-Smettila di fissarlo, sei terrificante- gli dice Unnie.

-Avete ragione, scusate- ridiamo mentre lei si gira e guarda noi.

Finito l'allenamento i ragazzi si avvicinano a noi -Bravo amore- Unnie da un bacio a Mark

-Bravo Liam, fammi toccare il muscolo sulle braccia- gli dice, e lui la guarda confuso -devo testare- rido dietro di lei e mi giro per non far sentire la mia risata.

Quando mi rigiro, davanti a me ci sono degli occhi azzurri, ghiaccio.

-Scusa, bellezza- mi dice sorridente e mi passa affianco. Era un uomo alto, capelli neri, scuri, occhi perfettamente azzurri, mandibola ben pronunciata e ha delle fossette evidenti solo quando ride.

Mi ha appena chiamata bellezza, o sbaglio?

You can save me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora