10. "Kiss me under the rain"

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«Cosa? Una ragazza? Tu sei scemo e comunque non sono fatti tuoi»

In effetti era andato un po' oltre il privato con quella domanda, ma Bill necessitava saperlo. Voleva capire le dinamiche di quel radicale cambiamento.

«Non dirmi che Tom il figo è nato così dal nulla» disse Bill come risposta.

«Tom il figo? Ma ti senti, tu stai male, veramente male Bill» rise Tom poco dopo.

Ci furono dei minuti di silenzio, Bill decise di non aprire più il discorso, a quanto pare l'altro non aveva intenzione di rispondergli.

«Insomma, la canzone, mm, la scegli tu o la scelgo io?» stranamente fu Tom a spezzare l'imbarazzo di qualche secondo prima.

Bill però non lo stava più ascoltando, aveva messo gli occhi su un quaderno nero con scritto "Tom" e aveva iniziato a sfogliarlo.

Era pieno di sue canzoni, testi, frasi buttate lì e accordi. Era probabilmente la parte più intima di Tom, e lui la aveva tra le mani, in quel preciso momento.

«Da quanto scrivi?» in quel momento il moro girò la testa e si rese conto dell'oggetto tra le mani di Bill.

«Non dovresti leggerlo» rispose alzandosi nella sua direzione.

«Perché?» disse l'altro continuando nel suo intento.

«Perché c'è scritto il mio nome, non il tuo. Quindi è di mia proprietà» e con uno scatto glielo tolse dalle mani, richiudendolo.

Lo ripose fra i suoi libri di scuola, quasi a volerlo nascondere e si risedette sulla punta del letto con una mano sulla tempia.

«Me ne farai mai sentire una?» disse la vocina davanti a lui.

Alzò la testa di scatto.

«Se proprio ci tieni, un giorno te ne farò sentire una. Ma deciderò io quando»

Bill si ritenne soddisfatto da quella risposta, accennò un piccolo sorriso e si mise a scarabocchiare qualcosa sul quaderno.

I testi delle sue canzoni.

Lena gli aveva dato un compito da fare. Bill si ostinava a dire che Tom non era al centro dei suoi pensieri, la ragazza diceva il contrario. Per cui gli aveva detto di fare una lista: le cose che gli piacevano di Tom e quelle che non gli piacevano, lei poi avrebbe controllato.

Era come un gioco, ma Bill lo prese in modo serio. O meglio, gli piaceva e si divertiva a farlo. Aveva fatto una mini tabella nell'ultima pagina del quaderno di matematica, lì non l'avrebbe vista nessuno. Nessuno avrebbe visto l'enorme lista di cose positive che trovava nel moro.

All'improvviso la suoneria di Bill squillò per l'intera stanza. Baby one more time di Britney Spears. Prevedibile.

Tom rideva. Rideva un po' troppo se si trattava di Bill.

Guardò il display: Saimon.
Ci pensò su due secondi, aveva già il pollice sul tastino rosso per spegnere la chiamata, ma l'improvvisa idea di riceverne altre 273827 dal suo fidanzatino lo disgustava e lo irritava. Così, spostò il dito e premette il verde.

«Pronto?» disse il moro.

«Amore, tutto bene?» fece la voce dall'altra parte.

«Sì, tutto bene. Avevi bisogno?» bisognava tagliare corto con il tipo o era capace di tenerti al telefono per ore.

Bill l'aveva sperimentato, giusto l'altra sera. Un'ora e mezza al telefono perché Saimon gli stava elencando i pro e i contro al tagliarsi i capelli come Justin Bieber. Che poi a Bill non fregava assolutamente di Justin Bieber e dei suoi capelli!

Brown Eyes || Twincest.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora