18. "Ex Toy"

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La scuola era in subbuglio. Non c'erano più rumori come le scarpe che strisciavano lungo le piastrelle dell'atrio, niente più colpi secchi tirati sugli armadietti che risuonavano nell'aria.

Si percepivano solo rumori provenienti dallo schermo di un cellulare o dal bisbigliare dei vari gruppetti scolastici. Ormai erano al centro dei gossip.

Bill e Tom, già. Più di mezza scuola messaggiava, a tutta velocità, o parlottava sulla vicenda. Tutti con una sola domanda: sono una coppia o no?

Certo, quei due camminavano mano nella mano, si sedevano vicini a pranzo, qualcuno diceva di averli visti scambiarsi un bacio. Il punto era che non c'era stata nessuna conferma ufficiale.

Tutti volevano un qualcosa come un post su facebook o una frase detta per sbaglio, magari un messaggio inviato da Tom in persona. Insomma, c'erano ragazze che credevano di avere ancora una possibilità.

Era quello il divertimento. Chi doveva sapere della loro relazione, sapeva. Non dovevano spiegazioni a nessuno, erano liberi di fare ciò che volevano dopo tutto. E vedere tutti struggersi per conoscere fino in fondo la vicenda li faceva ridere a crepapelle, la curiosità della gente non si esaurisce mai.

Tra le tante anime curiose, una lo era più delle altre. Il ragazzo coi capelli che ormai avevano un colore definitivo osservava la coppia da giorni. Studiava le loro mosse, le loro effusioni, i loro incontri. Una spia sotto copertura, quasi.

Non capiva come fosse potuto accadere tutto ciò. Fin troppo in fretta, fin troppo strano. Un vero e proprio incubo per lui. Tom poi, Tom aveva scelto. Tom che per lui era un imbecille, ma fingeva di volergli essere amico perché tutti a scuola lo facevano. Tom lo faceva vomitare. Tom era rozzo, senza cuore, puttaniere. Cosa ci trovava Bill in lui?

Ecco, questo era il suo dramma. Tutti ne hanno uno in fondo, quello di Amleto era se essere o non essere, quello di Saimon ruotava intorno a Bill. Bill. Bill. Bill.
Ossessionato da quel ragazzo. Lo aveva stregato, ne era certo, aveva un qualche strano potere e lo aveva usato su di lui.
Non c'era altro modo per definire la situazione.

Eppure era certo che il moro gli avesse detto di volere una pausa, non di volerlo lasciare. Gli balenarono in mente le più strane cose, le più improbabili ipotesi. Fin che non decise. Doveva agire.

Voleva Bill? Lo avrebbe avuto, ma avrebbe dovuto giocare sporco.

* * *
Gennaio era un mese odioso, troppo freddo, troppa nostalgia del Natale, troppa pressione per la quasi fine del quadrimestre. Impegno, ecco la parola del mese. Impegno non faceva rima con divertimento, però. Impegno faceva rima con sdegno, legno, fregno. Forse fregno era il sinonimo meno utile in quel momento, ma era sempre meglio di legno.

Stava tornando da casa di Bill, ecco cosa stava facendo il moro. Uno dei tanti pomeriggi che passavano in casa, troppo freddo fuori.

Sciarpa, cappello, mancavano solo i guanti. Se li scordava sempre, non aveva testa per certe cose. Impiegava i suoi pensieri in altro, tra i tanti c'era Bill. Lui era uno dei primi pensieri nella lista.

Non era una cosa da Kaulitz, ma forse era davvero innamorato. Chiariamoci, non era pronto a rivelarlo, ma sapeva di essersi evoluto nel campo dei sentimenti.

Piccolo Tom cresce.

Scacciò via quel pensiero, sembrava sua madre che si era impossessata della sua coscienza. Alquanto improbabile.

Due settimane al compleanno di Bill.

Fu il suo successivo pensiero, doveva trovare qualcosa, inventarsi qualcosa. Stupirlo, ecco cosa doveva fare. Perché al ragazzo piacevano le sorprese, essere al centro dell'attenzione di quel giorno.

Appena tornato a casa avrebbe iniziato a fare una lista di idee su quel giorno. 8 febbraio per la precisione.

Afferrò il telefono, puntò la sveglia: idee regalo Bill. Le sveglie erano la sua salvezza, ne aveva una decina ogni giorno per le cose più svariate: dal risveglio, all'ora in cui c'era House Of Cards in tv, al momento in cui avrebbe dovuto farsi la doccia. Ce n'era una perfino per ricordarsi di controllare di avere tutte le sveglie, perché perderne una era la sua rovina.

Due messaggi.

Da: Bill
Non è giusto, sento già la tua mancanza.

Sorrise. Giurò di poter sentire la voce di Bill pronunciare quelle parole. Un infinità di dolcezza.

Secondo messaggio.

Da: Numero Sconosciuto
Incontriamoci alle 8 davanti al suoermercato, ti devo parlare. Urgente.

A: Numero Sconosciuto
Tu saresti?

Da: Numero Sconosciuto
L'ex giocattolo di Bill.

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Ciao a tutti!
Scusate se ieri non ho aggiornato, in realtà il capitolo era già pronto. Ora ricordo perché non l'ho fatto: chimica.

Hanno già incominciato a tartassarmi di interrogazioni e verifiche, siamo solo al quarto giorno. Riuscirò a sopravvivere? Aiutatemi voi.

Oggi, però, è stata una giornata molto speciale. Ho fatto il mio primo tatuaggio. Mi sono tatuata 'an deiner seite' sul costato destro, è dedicato alla mia band preferita (chissà qual è ahah) e a mio nonno, che mi ha lasciato 4 anni fa ed era il mio migliore amico.

Ci tenevo a condividere ciò con voi.
Vi auguro una buonanotte, fate bei sogni.

Gaia

Brown Eyes || Twincest.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora