Vendetta.

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Passano altre tre ore e finalmente questa giornata è finita. Tutto sommato non è andata male. Pensavo peggio. 

Mi dirigo verso la macchina con passo veloce ma appena la vedo mi prende un colpo: il parabrezza è cosparso di spray arancione con la scritta "Matricola sfigata e riccona" e tutte le portiere sono ricoperte dalla carta igienica. Io lo ammazzo.

Ho le lacrime agli occhi ma decido di non cedere. Non gliela daró vinta così facilmente.

Vado verso quell' ammasso di gente sapendo già a chi sarebbe finita la mia mano pronta a tirare schiaffi. Eccolo li, quel presuntuoso. So che è stato lui, per la riga che gli ho fatto prima. Cosi mi avvicino e gli tiro una bella cinquina in faccia.

Senza farmi vedere mi dirigo verso il suo pick-up che fortunatamente è molto distante dalla mia macchina, prendo un ramo appuntito da terra e gli buco tutte le gomme.

 Torna a casa a piedi, coglione.

 Sono soddisfatta ma al contempo triste per le parole attribuitemi prima da quel gruppetto odioso. Cosi cerco un albero, mi siedo con le ginocchia avvolte nelle braccia e inizio a singhiozzare senza farmi vedere.

Sento qualcosa toccarmi la spalla, cosi alzo lo sguardo. Due occhi nocciola mi stanno fissando preoccupati. Davanti a me una ragazza bionda con i capelli avvolti in una coda di cavallo, si siede accanto a me: -Non dargli retta, sono tutti dei buffoni quelli li. Soprattutto Lane Colton.- la guardo come per chiedergli chi è e sembra subito capirmi. -Quello che ti ha ridotto la macchina in quello stato- annuisco semplicemente. -Piacere, io sono July- si presenta. -Ciao, io sono Ayla- dico a mia volta. -Ho visto che sei anche tu una matricola. Che corsi frequenti?- mi chiede. -Ho scelto giurisprudenza e tu?- sembra sorpresa. -Oh, anche io! Potremmo andare insieme alle lezioni, ti va?- chiede entusiasta. -Si. mi farebbe molto piacere- ed è vero. -Scusa ma ora devo andare, ci vediamo domani qui alle nove?- Annuisco e la vedo allontanarsi.

Torno alla mia macchina pronta per tornare a casa, quando vedo appoggiato quello stronzo li, come si chiama, ah si, Lane, che mi guarda infiuriato. -Cara matricola  ora per colpa tua sono senza macchina. Devi portarmi a casa!- mi urla. -Non ci penso nemmeno. Quello che è successo è stato per colpa tua, e ora togliti.- Si sposta e si fionda dal lato del passeggero e si siede accanto a me. -Che fai? scendi subito- Gli ordino. -Non credo proprio, ora tu metti in moto e mi riaccompagni a casa.- Non ho voglia di litigare, quindi parto. -Dimmi dove abiti- gli chiedo. -Via Elmett 216- lo guardo sconvolta. -Che c'è?- -Niente, siamo vicini di casa,io abito al numero 215- rispondo. -Bene bene.Cosi potrò darti ancora più fastidio. Allora domattina alle otto e quindici vienimi a prendere- sghignazza. -Anche no, vai a piedi- e rido. -Finchè non mi aggiustano la macchina che per colpa TUA è ko, dovrai portarmi all'università oppure farò denuncia, a te la scelta- mi minaccia e scende dalla macchina. Mamma mia quanto è odioso. Adesso mi tocca pure fargli da taxista.

Entro in casa e mangio un boccone per poi andare in camera a studiare un po.

Sono due ore che sono sui libri e sono sfinita. Fuori fa caldo e c'è un sole splendente. Cosi decido di mettermi il mio costume preferito: la mutanda nera a forma brasiliana e sopra un reggiseno a fascia fucsia. Scendo in giardino, poso il telefono con le cuffie sul tavolino accanto allo sdraio e mi tuffo dentro l'acqua. Che sensazione di pace. Non stavo cosi bene da un po. Chissà, forse veramente potrei riniziare a vivere. Anche se forse non del tutto.

-Ma che bel corpicino che abbiamo qui! Perchè non fai il bagno nuda?- sento una voce. So perfettamente chi è. Che ficcanaso, non lo sopporto proprio e per di più e pure mio vicino di casa. La giornata giá è iniziata male e come se non bastasse sta andando sempre peggio.


Innamorarsi ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora