Colton.

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-Ma stà zitto Colton, e non spiarmi!- gli urlo dalla piscina. -Oh, come fai a sapere il mio cognome? Tel'ha detto July? Vi ho viste parlare prima- chiede. -Si, e ti ha anche definito un buffone- rido entusiasta. -So di esserlo. E per la cronaca è la mia migliore amica da dieci anni- Per poco non mi prende un colpo. Non ci posso credere. Insomma, se faccio amicizia con lei, mi ritroverò questo antipatico sempre tra i piedi. Non rispondo e continuo a nuotare tranquilla. 

Sbuco fuori dall'acqua e mi avvicino al bordo. Alzo gli occhi e Lane è davanti a me. -Che ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?- Lui si gira e mi indica la siepe piuttosto bassa. Madonna quanto mi fa incazzare. 

Oh, ho un idea.

-Mi aiuti ad uscire per favore?- a queste parole lui tende una mano verso di me. Io gliela prendo e lo faccio cadere in piscina. Riemerge dopo pochi istanti e mi fulmina con lo sguardo. -Sei proprio una vera stronza, sai? Vieni qui- e comincia a nuotare per prendermi. Non sono cosi abile nel nuoto per cui non ci mette molto a cincermi la vita, a prendermi in braccio e a scaraventarmi dall'altra parte della piscina. Mentre risalgo volto il mio sguardo verso il suo e cominciamo a ridere a crepapelle. E' esasperante questa situazione: due ore fa ci siamo distrutti le macchine a vicenda e adesso siamo in piscina che ridiamo di santa ragione. 

E la cosa non mi piace per niente. 

Sento una voce stridula arrivare dalla casa di Lane. -Lane, vieni subito qui! Che ci fai con quella?- mi giro verso quella voce e noto una ragazza non troppo alta, capelli biondi, labbra carnose, occhi marroni vestita in un modo veramente volgare. Tutta la pancia scoperta e dei pantaloncini che a malapena le coprono le parti intime. Che ribrezzo. 

Lane mi si avvicina e mi sussurra: -Scusa ma devo andare, ci vediamo domani mattina.- e corre verso la siepe. La scavalca, afferra il collo di quella ragazza con una mano e le stampa un bacio in bocca. Proprio come pensavo, è la sua ragazza, oppure una delle tante. Non so perchè ma a quella vista provo un certo senso di fastidio ma decido di non farci caso. Mi asciugo velocemente e torno in stanza per fare un sonnellino. 


Apro gli occhi e guardo l'orologio: sono già le sette e quarantacinque. Chissà come mai mia madre non mi ha chiamato per mangiare. Cosi scendo giù e noto un post-it attaccato al frigorifero: -Siamo a cena fuori. In frigo ti ho lasciato un po di pasta. Mamma.- Bene, sono da sola. Riscaldo la pasta e mi siedo sul divano, accendo la tv e comincio a guardare la serie di The Walking Dead. Sento la porta aprirsi e vedo Dave che entra barcollando. E' sicuramente ubriaco, come sempre. -Oh piccola Ayla, come va?- decido di non rispondere. Avanza verso il divano e si mette davanti a me bloccandomi i polsi con le sue mani. -Mi fai male Dave, lasciami- gli dico mentre cerco di liberarmi. -No bambolina, perchè non ci divertiamo un po? Dai, fammi vedere cosa sai fare con quella tua boccuccia- e comincia a sbottonarsi i pantaloni. Cerco di divincolarmi ma la sua presa è troppo forte. -Aiuto, qualcuno mi aiuti- riesco a gridare prima che Dave mi sferri un pugno in piena faccia per poi mettermi le mani intorno al collo, strozzandomi.

Comincio a vedere tutto sfuocato, mi manca il respiro e sento i battiti rallentare. Sta per arrivare il buio quando all'improvviso sento la pressione del collo svanire piano piano. -Ayla, Ayla rimani sveglia! Non addormentarti!- Sento urlare. E poi il vuoto.



Innamorarsi ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora