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Clem si svegliò al suono di un forte tuono: c'era un brutto temporale.
" Gh... odio i tuoni... " commentò in mente rabbrividendo.
La camera era buia, ma lei non osava aprire gli occhi per controllare se qualche mostro si nascondesse tra le tenebre.
Una mano calda le si poggiò sulla sua testa.
I muscoli di Clem si irrigidirono; le mandibole si serrarono; i pugni stringevano a più non posso le coperte. Respirava molto lentamente per non muovere il petto scattosamente per la paura.
- Cl-clementine... so che sei s-sveglia... - era la voce di Toby. Era dolce e lieve, come se volesse cantare una ninna nanna.
" Lasciami lasciami lasciami lasciami lasciami lasciamiiiiii! " squittì di paura la poverina, giustamente.
- Perché h-hai paura di me? - le domandò triste, scuotendole il braccio.
L'altra non azzardava a muoversi: anche se le aveva salvato la vita, era comunque impaurita da lui.
- È co-così che mi ringrazi... ?! T-ti ho aiutata i-io a raccogliere le pa-pagine... ! - poco a poco si arrabbiava, ma non alzava la voce. Afferrava sempre più saldamente il braccio di Clem.
La ragazza sentiva il battere veloce della scarpa per terra: era molto nervoso.
" Mi ha aiutato lui... ?! " buttò giù il nodo alla gola.
Decise di fermarlo o sarebbe stato lui ad ucciderla in un raptus di rabbia.
- Hey... ! Smettila! - lo rimproverò strattonando via il braccio e mettendosi a sedere. Accese la lampada vicino al lettino.
Il ragazzo era seduto vicino a lei e aveva la maschera abbassata.
- Scusami... credevo c-che non volessi parlare co-con me. - incurvò le labbra all'ingiù che erano rosso ciliegia. Di tanto in tanto, il suo corpo fremeva o faceva un movimento improvviso. Era anche fradicio di pioggia.
- Ma che ci fai qui? - la ragazza si alzò dal letto per agguantare degli asciugamani dal bagno.
- E sei anche tutto bagnato... ! - gli mise un asciugamano sulla testa per asciugargli velocemente i capelli.
- S-sono venuto a tr-trovarti! - affermò con un sorrisone mentre si faceva anche asciugare il viso e il collo.
- Tsk... potresti essere in guai seri, Toby. - lo rimproverò ancora ma con più gentilezza, sfilandogli gli occhiali per asciugarli dall'acqua piovana.
- E allora? Lui m-mi protegge, p-perciò non corro rischi... anche se po-potrebbe uccidermi da un m-momento all'altro. - disse l'ultima frase più a bassa voce, come se una parte di sé lo stesse contraddicendo.
Clem non commentò su ciò. Era meglio non rischiare di farlo arrabbiare. D'un tratto, però, la ragazza divenne cupa in viso.
- Non so... e non voglio sapere come tu mi abbia trovata, Toby... - cominciò lei afferrandosi le mani e giocando con le dita; guardava ovunque tranne che gli occhi attenti del ragazzo.
- Ma ieri notte qualcuno ha tentato di uccidermi... e tu mi hai salvato, te ne ringrazio... ma chi era quella donna? - le tremava la voce.
Toby divenne ancor più pallido di quanto non lo fosse già; si drizzò in piedi e prese Clem per le braccia. Si morse le labbra così forte che un piccolo rivolo scese da un lato della bocca.
- È st-stata quella dannata... i-i-il Cane! Lei! S-sempre a rovinare tu-tutto! Per fortuna... e-ero arrivato in tempo... - Clementine studiò gli occhi del ragazzo: vide collera, preoccupazione... ma perché preoccupazione? Davvero lui ci teneva a lei?
Ella respirava lentamente ma profondamente. Sentiva a pelle il nervoso dell'altro che ancora la teneva salda.
- M-ma se è gi-già arrivata... - lasciò andare Clem, buttandosi incurante a sedersi sul letto.
Guardava per terra sulla soglia della disperazione.
- Tu... ci t-tieni a vivere... non è v-vero? - mormorò piano lui.
Clementine si sentiva in colpa per lui. Si chinò alla sua altezza per guardarlo in faccia.
- Sì. -
- E al-allora sbrigati a f-farti trovare ancora una vo-volta da lui. Accetta la tua s-sconfitta... e vivrai. - si alzò, con gli occhi spenti e tristi. Sbuffó, battendo un piede a terra e stringendo i pugni. Velocemente, prese qualcosa dalla tasca dei pantaloni: era un pacchetto.
Clementine lo guardava stranita e intimorita, mantenendo gli occhialoni del ragazzo ancora in mano.
- Ti servirà... - le disse porgendole il pacchetto.
Clem, corrugando la fronte, lo aprì; quando lo ebbe tra le mani, non sappe che dire.
- N-non prenderla male, ma ti sarà m-molto utile. - le spiegò con un tono piuttosto freddo.
La ragazza maneggiava una specie di maschera: era nera e c'era disegnato un sorriso rosso, che doveva coprire mezzo viso.
- Come... mi sarà utile una maschera? -
- Lo ca-capirai più in là, ricordati solo che se su-succede qualcosa... indossala e scappa via. Me l-lo prometti? - dal suo sguardo, la ragazza capì che era molto serio.
- M-me lo prometti, sì o no? - ripeté la domanda più insistente ed irritato.
Ma l'altra non sapeva che rispondere.
- Se vivo, perderò la mia vita normale... se muoio, perderò la mia vita e basta. Non mi pare che cambi tanto... - lasciò cadere la maschera per terra.
- Non voglio lavorare o vivere o quel che cazzo fate tu o quell'altra con QUEL mostro... perciò, preferisco morire che avere a che fare ancora con questa storia. - affermò seria, calpestando la maschera in pelle.
Toby strinse le mandibole e le lanciò uno sguardo assassino, ma svanì poco dopo.
- N-non ti permetterò di fare qu-questa scelta. E mai t-te lo permetterò.
F-finchè avrai a c-che fare con me, o vivi o vivi. - la fece spostare di lato per recuperarle la maschera dal pavimento.
Gliela ridiede, anche se in malo modo.
- E n-non perdere questa ma-maschera. -.
Clementine rimase lì, con le ginocchia di gelatina, davanti a quello che poteva essere l'impersonificazione della sua rovina.
Ormai era finita in quella situazione. Non poteva più farci nulla.
- Va b-bene... - balbettò piena di paura.
- Sp-spero che tu possa c-capire, un giorno. Sei stata f-fortunata ad avere questo destino... - Toby si rasserenò e le accarezzò la testa con un sorriso affettuoso.
Clem, senza guardarlo troppo, riprese una delle asciugmani e gli asciugò il sangue che gli era colato dalle labbra.
Gli diede i suoi occhiali.
- Credo che tu ora debba andare. - mormorò.
- B-buonanotte. - le rivolse un'altro sorriso e si rimise gli occhiali.
- Tu va' a d-dormire... io t-ti guarderò le spalle da quella c-cattiva donna, d'accordo? -.
Clem annuì sconsolata, mettendosi sotto le coperte e dando un'ultima occhiata a Toby.
"Mi vedo costretta a fidarmi di te, Toby".

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