Finale

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Passò un anno dalla scomarsa di Clementine, contemporaneamente erano iniziati vari omicidi nello stato della Virginia.
Nancy non si era arresa... ancora la cercava. Sapeva che quel misterioso killer di cui tutti parlavano era lei, la sua migliore amica: ne era sicura.
Studiava i suoi omicidi, i suoi spostamenti e cercava di capire dove sarebbe avvenuto il suo prossimo colpo, ma nulla era utile.
In quella tranquilla domenica di marzo, la ragazza era in camera sua a leggere con estrema attenzione l'articolo di giornale che parlava di un altro omicidio.
Si sentiva solo il battere nervoso delle sue dita sulla scrivania.
- Merda... questa volta ha fatto le cose in grande... - mormorò.
L'articolo parlava di un massacro avvenuto in prossimità d'un grandissimo bosco al Nord. Erano cinque vittime in tutto, tutti ragazzi della loro età.
Finì di leggere l'articolo. Si alzò, infastidita dalla notizia letta, e prese una giacca.
" Una passeggiata non mi farà male... " pensò. Uscì di casa.
Il pomeriggio era arrivato e l'aria freddina avvolgeva il corpo della giovane.
D'improvviso, vide una figura correrle di fianco. Fu stupita dalla sua velocità e volle capire perché corresse. Ma non ci volle molto a capirlo quando passarono tre volanti alla velocità della luce.
Un sorrisetto curioso le si disegnò in volto mentre si mise a correre in direzione dell'insegnamento. 
Ritrovò la persona misteriosa con le spalle al muro, accerchiata dalle auto della polizia. Poté vedere che indossava una maschera.
" Quella maschera... CLEMENTINE! L'HO TROVATA! ".
La ragazza imbracciava un fucile a canne mozze, decisa a sparare.
Gli sbirri uscirono dalle auto, puntandole contro le pistole.
- GETTA L'ARMA A TERRA E MANI IN ALTO! - gridavano.
Il petto di entrambe si muoveva velocemente.
La ragazza mascherata non si muoveva di un millimetro. Li guardava uno per uno, con uno sguardo da far paura.
Il capo della polizia si fece più avanti rispetto al resto poliziotti.
La corvina lo guardava spaventa e allo stesso tempo arrabbiata.
- La dichiaro in arresto. Getti a terra l'arma e metta le mani in alto. - ordinò freddo l'uomo.
La giovane, irrata, gli puntò contro l'arma da fuoco.
- Un solo passo e sei morto. - mormorò minacciosa. Il suo tono non era più amorevole come una volta, ma bensì cattivo e spregevole, pensò Nancy.
La criminale appoggiò il dito sul grilletto e stava per sparare, però un proiettile le colpì la mano con la quale reggeva il fucile.
Si piegò in due, emettendo gemiti di dolore.
L'amica sbiancó di paura.
" D-devo aiutarla! ".
Nancy corse verso la ragazza ferita, anche se i poliziotti le gridarono di stare indietro.
- NON HO DETTO A NESSUNO DI SPARARE. - esclamò irritato il capitano, camminó a passo svelto verso le due ragazze.
Nancy prese per sotto il braccio l'amica, aiutandola a reggersi.
- Ti ho trovata! - esclamò con gioia.
Ma Clementine la guardava confusa, non capendo cosa stesse dicendo.
- Oh, Clemmy! - l'abbracció.
Ma l'altra la spinse via da sé, digrignando i denti dal dolore alla mano e prendendo con l'altra mano la sua arma.
- RAGAZZINA, ALLONTANATI DA LEI! È PERICOLOSA! - gridò un poliziotto a Nancy.
Un altro colpo partì e Clem cadde a terra: era stata presa di striscio alla coscia.
- PORCA MISERIA, MA CHI VE L'HA DETTO DI FARE FUOCO?! - sbraitó nuovamente il capo che aveva anche rischiato di esser colpito. Prese dalla cinta le manette.
Nancy si mise tra lui e l'amica, decisa a salvarla.
- Non posso fartela prendere, signore. - disse lei.
- Signorina, la prego di spostarsi. Non è affatto il caso di fare l'eroina per una canaglia. - la pregò duro.
I poliziotti non abbassavano le pistole.
Clem, poco a poco, si rialzó: si teneva la mano sanguinante e il fucile era dietro di lei.
" Ho perso... questa è la mia fine. " pensò Clementine.
Guardava con interesse la ragazza che la stava difendendo: perché stava facendo ciò?
Sentiva che qualcosa si stava facendo vivo nella sua memoria, ma era ancora parecchio offuscata.
- Mi dispiace, ma dovrà passare sul mio corpo se la vuole arrestare. - continuò Nancy.
L'uomo in divisa sbuffò e mise le manette alla ragazza.
- E di te me ne occuperò dopo. - spinse Nancy verso gli agenti che si fecero avanti per metterla in una volante.
- Lasciatemi! Lei è innocente! È STATA USATA! - si divincolava lei, gridando all'innocenza di Clementine.
Fu a quel punto che Clem ricordò, anche se poco poco.
- Nancy... - sussurró.
Velocemente, corse dell'amica per prenderla e scappare via.
- Uomini, prendertela! - ordinò il capitano.
Volarono dei colpi e uno stava per colpire Nancy.
Ci fu il caos seguito poi dal silenzio.
Clementine era di fronte a Nancy e la abbracciava: la sua giacca era perforata dietro la schiena.
- Clementine... ? - esitò l'amica che la guardava tremante e con le lacrime che le rigavano il viso.
Clem dava le spalle ai poliziotti, proteggendo con il suo corpo quello dell'altra. Tossí del sangue, facendolo scendere da sotto la maschera e sporcandole il viso e il collo.
Le sorrise, anche se Nancy non lo poté vedere.
- Ti prego... n-non farti prendere... da lui... - la corvina si accasció al suolo.
- NOOO! No! Non puoi farmi questo! N-non puoi! - strillò disperata.
Dei poliziotti la presero e le levarono le manette, provando a  scortarla via ma lei non voleva lasciare l'amica lì, per terra, sull'asfalto. Alla fine la presero di forza.
- LASCIATEMI! LASCIATEMI! - .
Altri due agenti presero il corpo della ragazza mascherata e la caricarono sull'auto blindata.
Il capitano osservò il tutto con sguardo gelido, come se ciò che aveva appena vissuto gli fosse già capitato in passato.
- La ragazza... portatela in centrale: dobbiamo farle qualche domanda e contattare i suoi genitori. - ordinò all'ultimo poliziotto rimasto sulla scena.
Tutti se ne andarono e tutto quel che rimaneva era la macchia di sangue lasciata da Clem.
Da sopra un albero a pochi metri di distanza da lì, un ragazzo dai capelli castani aveva assistito all'amaro spettacolo. Gli occhiali che indossava si erano appannati.
Non aveva potuto far nulla.
Era rimasto lì ad osservare la cattura della ragazza che tempo addietro aveva giurato di proteggere.
- Ho f-fallito... - mormorò.
Balzò giù dal ramo.
A passo svelto, si incamminò per un viale che nessuno usava: il viale che portava al grande bosco in cui lui conobbe per la prima volta Clementine.

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