18

157 15 0
                                    

Erano le 8:33 e Clementine era ancora nel letto addormentata.
Piccoli piedini si avvicinavano a lei con cautela.
- BOMBAAA!!! - boom!
Christianna si gettò a sacco di patate sulla sorella maggiore.
- Che caaaazzoooo... - si lamentó con la faccia nel cuscino, in italiano per non farsi capire dalla sorellina.
Per Christianna, il Natale era doppiamente importante rispetto agli altri perché era anche il giorno del suo compleanno.
- È NATALE! - saltellava sul suo letto la sorellina.
- Buon compleanno, nanerottola! - Clem si mise a sedere e acchiappò Christianna per abbracciarla.
- Graaaazie! - la abbracciò forte forte anche l'altra.
- Sembri uno zombie con quei capelli... ! - notò Clem.
- Anche tu non sei da meno! - sbuffò la piccola.
La ragazza rise lievemente.
- Allora andiamo a spazzolarli così andiamo a far colazione, su! -.
Dopo essersi preparate per avere un aspetto decente, andarono in cucina a mangiare che erano le 9.
Insieme a tutta la famiglia, fecero la colazione e andarono ad aprire i regali nel salotto, con la luce del mattino e dell'albero di Natale.
Il regalo di Clementine era meraviglioso: un set di pastelli colorati professionali, proprio ciò che desiderava. Insieme poi a una montagna di vestiti, tutti da parte della nonna o delle zie che non conoscevano molto bene i suoi gusti.
Alla fine, quando tutti i doni furono scartati, i nonni e il padre doverono dirigersi alla chiesa dove il nonno lavorava per la messa mattutina.
Clem rifiutò di seguirli e anche Christianna, a ruota, seguì l'esempio della sorella maggiore.
- Per stavolta va bene... ma non combinate pasticci. Mi raccomando! - le avvisò John.
- Okay, papà! - risposero all'unisono le due sorelle con dei sorrisini da angioletti.
Gli adulti se ne andarono.
- Hey Clem, hey Clem, hey Clem, hey Clem, hey Clem, hey Clem, hey Cl- - la corvina esasperata le tappò la bocca.
- Cosa. Cappero. Vuoi? - rispose seccata a Christianna.
- Giochiamo? -.
Clementine rimase in silenzio con lo sguardo truce, mentre stringeva in mano uno dei pastelli nuovi con cui stava colorando uno dei suoi disegni.
- Eddaaai! A Natale tutti sono più buoni! - il viso dalla sorellina divenne la cosa più carina del mondo.
- E va bene... - rispose l'altra rassegnata.
- Yeee! - le saltellava intorno allegra e spensierata mentre la più grande incrociava le braccia, stizzita.
- A cosa vuoi giocare? - le domandò, posando i pastelli.
Sul volto della ragazzina si dipinse un sorrisetto furbo.
- Nascondino... nel bosco. Tu cerchi me. Forse, giocando insieme, ti passerà la paura! - le prese le mani.
Ma a Clem si accapponó la pelle.
- Non ne sono tanto sicura, Christianna... - mormorò dubbiosa.
- Almeno proviamoci... okay? - le sorrise ancora con dolcezza.
Clem sospirò.
- E va bene. Proviamoci.
Vado a prendere le giacche, allora. - le disse Clemmy con più sicurezza.
- Benissimo, sono fiera di te! Allora ti aspetto qui. - le diede un piccolo abbraccio.
Clementine andò in camera a prendere le giacche e subito raggiunse la sorella.
- Andiamo? - le domandò la ragazza.
- Siii~ -
- Basta che non ti inoltri troppo. È molto pericoloso, lo sai. - si raccomandó.
- Non preoccuparti, Clemmy... ! -.
Uscirono dal retro e si incamminarono per il sentiero che portava ad un vecchio parco giochi.
Quando ci arrivarono, Clementine si coprì gli occhi ed iniziò a contare.
- Non mi troverà mai! - la ragazzina si addentró nel bosco, ma non troppo come le aveva detto la sorella.
- 5...7...9 10! ECCOMI! -.
Fece un paio di giri su se stessa per vedere dove poteva esser la minore.
" Non mi vedrà mai! " pensò Christianna, nascosta dietro un albero poco lontano.
Ridacchiava, ma il sorriso scomparve quando due mani dalle dita lughe e bianche le bloccarono le spalle.
- GHAAAAAAAAAA!!! - gridò a squarciagola.
Clem si allarmó subito.
- CHRISTIANNA! - corse verso il grido dell'altra.
La ragazza emise strani ed acutissimi versi per richiamarla: tra le sorelle Smith si portava far quello strano richiamo per chiamare le altre o metterle in allerta. Certo, in passato molti le presero in giro ma in realtà fu sempre molto utile a loro.
Le arrivò un richiamo di risposta, così lei velocizzó la corsa al massimo. Clem lo rifece più volte, ma ricevette risposta solo una volta.
Si sentiva mille occhi addosso: c'erano più persone intorno a lei.
La paura la stava uccidendo e aveva voglia di vomitare dal quanto stesse male.
Clementine correva disperata per il bosco: il panico e la rabbia le appannavano la ragione, insieme anche alla sua fobia. L'istinto la guidava verso la piccola che aveva giurato di proteggere. Se le sarebbe successo qualcosa... chissà che avrebbe fatto.
E ormai aveva capito tutto: dovunque lei andasse, loro la avrebbero raggiunta, ne era sicura... e la cosa la terrorizzava.
- CHRISTIANNA!!! - gridò quasi stracciando le corde vocali.
Nessuna risposta.
Rifece altre due volte il richiamo e, all'ultima volta, la sorellina le rispose. Un sorriso di speranza le illuminó il viso.
Clem si ritrovò davanti ad una grotta scura e poco rassicurante.
La richiamò... un suono provení dalla grotta. Riprese velocemente il fiato e subito si inoltró nella caverna.
Camminando lentamente, attenta ai rumori, sudava freddo.
Soffocava i colpi di tosse.
- Ch-christianna? - la chiamò incerta.
- CLEM!!! - l'urlo disperato della sorella la scosse e le cancellò la paura.
- CHRISTIANNA! - corse verso la voce.
Appena la vide, però, si bloccò.
Un uomo alto le stava alle spalle, con le mani appoggiate sulle esili spalle della ragazzina.
Subito lo riconoscette.
Incazzata, si fece avanti, anche se la nausea e il mal di testa iniziarono a farsi vivi.
- Lasciala. Sono io che vuoi, non lei. - affermò la ragazza con un filo di collera. Il sangue prese a scendere giù dal suo naso.
- Certamente. A patto che ti consegni a me senza far storie. - le rispose la creatura.
Ckem odiava quella voce.
I colpi di tosse furono più forti.
- Io non mi arrenderò mai a te, mostro. - si fece ancor più avanti.
Il mostro scosse la testa: la sua mano si poggió attorno al collo della bambina.
Questa volta, panico e paura non c'erano, ma ira e collera già imbracciavano scudi e lance.
- Allora me la riprenderò... CON LA FORZA! - sbraitó, correndogli incontro e gli saltò addosso per colpirlo in faccia.
La piccolina si liberò dalla presa della creatura e andò a nascondersi.
Un ringhio minaccioso le sfondarono i timpani: la creatura non più temuta era a pochi metri da Clem, sul viso si era aperto un'enorme e inquietante bocca con denti aguzzi e spaventosi. Dalla schiena uscirono fuori sei tentacoli lunghi e neri.
La ragazza affannava a respirare, ma provava a mantenere i nervi saldi mentre indietreggiava per prendere la sorella e darsela a gambe.
Ma il mostro la afferrò per sbatterla al suolo; gemette di dolore, ma riuscì a liberarsi dalla presa del tentacoli prima che la spiaccicasse contro la parete, mordendolo.
L'uomo cacciò un grido d'ira animalesca, ritirando a sé il tentacoli ferito e lasciando cadere Clementine per terra, che tossì sangue.
Ella si alzò a stento e andò da Christianna e la prese in braccio.
La sorellina piangeva a dirotto dalla paura.
- Ora ce ne andiamo... shhhh... - provò a calmarla.
Il mostro bloccava loro la strada ed era pronto ad ammazzare entrambe.
Con uno scatto fulmineo, la ragazza superò l'avversario e uscì dalla grotta a gambe levate.
Dovevano solo uscir vive dal bosco.
Continuò la sua corsa sfrenata verso la salvezza, ma furono fermate da un ragazzo: era Toby.

Help... me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora