Chi è Davis ? - Capitolo 3

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Dopo di che ci siamo istallate , siamo andate in mensa che si trovava nell'edificio principale. Christina rompeva le scatole perché aveva fame e che la merendina che le avevo dato le fece venire più fame.

Entrammo in mensa. Il buffet era a sinistra, vicino alla cucina. Per mia sfortuna c'erano gli hamburger in quel giorno. Gli guardavo con parere di male. Christina sorrise.

-Cosa c'è, Gloria? Sono abbastanza buoni.

Faccio una smorfia col naso.

-Oh, dimenticavo. Vegetariana.

-Non è una novità che tu sia così magra, disse Edward, che stava anche lui in coda al buffet. Credimi, se non vuoi svenire il primo giorno, ti serve cibo buono.

Allungò una mano e prese gli artigli per il cibo, poi mi mise un hamburger nel piatto, vicino alle patatine fritte saturati di olio. Sentivo che mi veniva da vomitare.

Sfortunatamente, presi lo stesso il piatto e mi sedetti ad un tavolo vuoto. Edward e Christina si sedettero anche loro. Apparse anche Nate. Gli guardavo come mangiavano con appetito.

-Dai, ragazza! esclamò Edward. Mangia.

-Penso che resterò alle mie merendine coi cereali.

Guardai intorno a me. I miei occhi si fermarono sul sergente Davis, che stava un paio di tavoli più in là da noi, vicino alla stessa donna che sorvegliò il secondo autobus. Tutti e due discutevano sorridenti di qualcosa.

-Che ci fa qui? chiesi, facendo segno col dito verso il tavolo dove stava Davis. Credevo che i professori e gli istruttori hanno un loro posto per mangiare.

-No, disse Nate. Dividiamo la stessa mensa con quelli che ci romperanno le ossa agli allenamenti.

-Stupendo, dissi.

-Tutta la gente sa che gli istruttori non sono della zona e che loro stanno come noi, in capanne, disse Christina.

-Si. Davis dista tre capanne da noi, disse Nate.

-Cioè sarà qui sempre?

Edward annuii con la testa.

-Questo non vuol dire che non possiamo fare quello che vogliamo noi. Siamo al liceo cazzo! Se volevo essere in carcere, derubavo una banca.

Ridemmo.

-Spero che Davis non sia il mio istruttore, disse Christina. Ho ancora bisogno delle gambe.

-Questo cosa vuol dire? chiesi curiosa.

-Si dice che l'anno scorso ha rotto una gamba ad un suo alunno perché non voleva correre più.

-Davis non vuole ragazze nel suo gruppo, disse Edward. Non ne riesce una a resistere al suo modo di istruire, quindi sei scappata.

Ispirai contenta.

Dopo che gli altri mangiarono e il mio hamburger rimase non toccato, decidemmo di andare a fare un giro e guardare un po' il paesaggio che ci circondava.

Il campus era circondato con delle alte mura fatte di cemento come in un carcere di massima sicurezza. La nostra parte di campo dove c'erano le capanne delle ragazze, era diviso dal terreno dei ragazzi, da un grande recinto di ferro e i cancelli erano sorvegliati da uno o due guardie, durante la notte. Sapevamo tutti che i ragazzi e le ragazze non potevano entrare nei territori opposti sia durante il giorno che durante la notte. Le relazioni sessuali tra alunni erano completamente proibite e assolutamente impossibili da effettuare con questi scimmioni che sorvegliavano i dintorni.

Trattamento Speciale - Primo VolumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora