Pov's Gloria
Mi trovavo in macchina e andavo verso Missoula insieme ai mie amici, Nate, Christina ed Edward, pensando che dieci minuti fa stavo provando a convincere la mia compagna ad accettare il mio invito ad andare lontano dal campus prima che Davis se ne accorga che io ero scappata di nuovo.
Visto che dal cancello principale non potevamo uscire, abbiamo utilizzato il buco nel muro che portava attraverso il bosco, il buco che utilizzò Jesse per portarmi fuori dal campus. Almeno mi è servito a qualcosa quell'esperienza. Adesso ci trovavamo in machina con voglia di divertimento e non pensavo neanche un attimo di ritornare fino al giorno dopo. Così, per far andare in tutte le furie il mio istruttore e illuminarlo che si è scontrato con chi non doveva.
-Cazzo, avremo un sacco di problemi! urlò Christina entusiasta dell'avventura.
Se fino ad allora non era contenta della nostra piccola uscita, adesso voleva tanto quanto me passare la notte in un club.
-Ma come ci lasceranno entrare? chiese Edward mentre stava guidando. Abbiamo sedici anni, cavolo!
-Voi non sembrate avere sedici anni, dissi ai ragazzi, e Christina è abbastanza alta per sembrare che ha l'età giusta!
-E tu? mi chiese Nate con un'espressione storta.
-A me aiutano le tette, caro!
-Giusto! dissero tutti insieme.
Nate si allungò verso di me sui sedili retrostanti, leccandosi il labbro superiore con la punta della lingua.
-Cavolo, baby! Da dove lo hai ereditato questo paio? Chiese lui facendo riferimento al mio seno prosperoso.
-Non importa da dove gli ho ereditati, ma il fatto che non sono per quelli come te. Adesso non mi fissare più!
Gli tirai uno schiaffo leggero e riprese la propria posizione iniziale. Il viaggio verso Missoula si è svolto abbastanza bene. Il divertimento per noi cominciò sin dalla partenza dal carcere e sarebbe continuato ovviamente al club davanti al quale Edward si fermò. "Jackie's Dance" non suonava molto attraente, ma Nate ci ha convinti che era la discoteca migliore della città che c'era.
Io e Christina siamo scese dall'auto che sembravamo delle dive grazie ai miei vestiti stretti e corti della Florida e siamo entrate entrambe a braccetto dei nostri ragazzi. Sorprendente, non abbiamo incontrato problemi all'entrata. I ragazzi e Christina sono entrati velocemente e toccava anche a me. Vidi una smorfia sulla faccia di uno dei due buttafuori quando mi hanno guardata. Sapevo che non sembravo più vecchia e che la faccia mi tradiva i miei sedici anni che avevo, ma, dopo che gli ho fatto l'occhiolino all'uomo passai tranquilla.
-Quanto grandi tanto idioti! dissi prendendo per il braccio Nate quando siamo entrati.Il chiasso infernale e l'affollamento mi stimolavano già l'interesse e la voglia di spaccare la pista da ballo quella sera. Dopo che ci siamo ubriacati fino a quando non potevamo più tenerci sui nostri piedi dovevamo andare a dormire a casa di Edward.
Andai verso il bar, tirandomi dietro anche Christina.
-Due Cosmo, grazie! urlai io al barista, utilizzando il mio sorriso più convincente. Ad un sorriso così non ci chiedevano più la carta d'identità. Il barista preparò le bevande e le appoggiò sul tavolo, facendomi un sorriso.
-Visto che domani saremo morte, quando torneremo, almeno divertiamo adesso alla grande! dissi io e feci un brindisi.
Bevvi la bevanda, poi ne chiesi un altro. Quando i ragazzi ritornarono da noi perdemmo il numero dei bicchieri.
-Dove cazzo siete stati? chiese Christina leggermente tormentata.
-Ma lasciali stare! Dissi io ugualmente tormentata. Si divertono anche loro con delle ragazze!
-Voi siete delle bambine! disse Nate divertito. Loro avevano oltre a vent'anni!
Alzai le sopracciglia in segno d'approvazione.
-Oh, quindi non stareste con delle bambine come noi, ha? chiesi irritata. Scopri che neanche noi non siamo interessate!
Presi Christiana per il braccio e la tirai verso la pista da ballo, seguendo con lo sguardo Edward che stava bestemmiando contro il suo amico.
I bicchieri colavano e nessuno mi staccava più dal ring da ballo. Sono passate qualche ore da quando ci trovavamo lì e rimasi da sola. Edward, Nate e Christina scomparvero tutt'un tratto con il pretesto di andare a casa di Edward per annunciare i suoi genitori del nostro arrivo, e io rifiutai di andarmene da lì.
Ballavo in modo provocatorio con un ragazzo da un'ora e mezza. Provai a cambiare il partner un paio di volte, ma diventò come una sanguisuga rompi scatole che stava dietro al mio sedere anche quando andavo al bar per prendermi una bevanda. All'inizio, mi dava fastidio, ma adesso no. Ero troppo ubriaca per darmi fastidio le sue mani sui miei fianchi o le sue squallide parole dolci che mi sputava nell'orecchio. L'intera discoteca stava girando insieme a me e avevo bisogno che i miei compagni tornassero e farmi uscire fuori prima di fare una figura di merda.
Cercavo di prendere distanza dal ragazzo il quale nome non sapevo neanche adesso, che stava continuando a provare a baciarmi. Lo allontanavo con le mie braccia di gelatina e barcollavo sui miei stivali col tacco per uscire fuori dal suo forte abbraccio quando, due grandi braccia mi presero le spalle e mi fecero girare a 180 gradi per poi essere alzata e lanciata su una spalla come un sacco di patate.Quella posizione, con la testa all'in giù non era la posizione ideale per qualcuno che aveva bevuto troppo. Sentivo come venivo scrollata a causa della camminata dell'uomo sulla quale spalla stavo nel frattempo che avanzavamo verso l'uscita. Tutto quello che vedevo era un sedere delizioso e i pantaloni da militare. Mi stavo proprio chiedendo quanto ci avrebbero messo a trovarmi. Sembrava che non molto.
Anche se non lo vedevo in faccia, sapevo chi era a causa del profumo pungente della giacca alla quale stavo aggrappata. Quella giacca l'avevo dimenticata qualche tempo fa nell'ufficio e non volevo affatto ridargliela indietro a Davis, invece sembra che l'abbia trovata da solo. Gli sentivo le sue grandi mani sulla metà del mio posteriore e sulle gambe nude e gli avrei anche urlato contro per fargli spostare le membra se non ero concentrata di più sul non vomitare.
Quando sentii il freddo, capii che eravamo già fuori.
-Grazie che mi hai aiutato, Rock! disse Davis al buttafuori al quale avevo fatto l'occhiolino, stringendogli poi la mano.
Quando il mio istruttore si voltò di nuovo così che io possa vedere il buttafuori, alzai il capo e lo guardai male con lo sguardo pieno di veleno.
-Traditore! urlai furiosa. Ti romperò le mani e ti picchierò con esse in testa, gorilla pelosa che sei!
Provai a scendere giù dalla spalla di Davis per picchiare i cammelli che si trovavano all'entrata, invece non potei neanche muovermi. Finalmente fui posata terra nella mia posizione iniziale e appiccicata alla portiera di una macchina conosciuta. Odiavo i SUV nero dell'accademia.
-Trovate voi gli altri! disse Davis agli altri istruttori.
Alla fine, incontrai la faccia nervosa del mio istruttore. Arrivai a incollarmi del tutto sulla portiera solo per evitare il contatto con il suo corpo, invece non avevo più chance per scappare. Mise le sue mani sulla portiera agli entrambi i lati della mia testa, avvicinandosi a me in tal modo che i nostri visi fossero allo stesso livello.
-Te ne pentirai, biondina! e mi ringhiò contro.
Deglutii quando vidi la sua faccia arrabbiata e i suoi denti affilati. Solo un secondo mi servì per allontanare la paura e riprendere il mio atteggiamento da dura.
-Non dirmi?! E cosa pensi di farmi? chiesi maleducatamente.L'alcool parlava di più di me.
-Mi bacerai fino a quando rimarrò senza aria? gli chiesi di nuovo sorridendo.
-Puzzi di alcool! balbettò lui e prese distanza.
Mi prese per il braccio e mi tirò verso di lui così che potesse aprire la portiera della macchina e lanciarmi sul sedile del passeggero in modo brutale. Sobbalzai quando sbatté forte la porta e poi lo seguii con lo sguardo come passò davanti alla macchina e prese il posto da guidatore. Adesso sono andata nei casini.
Ci trovavamo in macchina già da un'ora e tutto quello che sentivo era solo quello che Davis comunicava a quelli del campus che mi avevano trovata e a agli altri istruttori dove avrebbero trovato i miei compagni. E nient'altro, niente per me. Non mi guardava neanche più.
-Sono curiosa! dissi ad un certo punto. Come mi avete trovata?
-Se fossi stata una ragazza più intelligente, ti saresti tolta il bracciale GPS prima di scappare!
Mi guardai la caviglia e sbuffai. Come ho potuto dimenticarmi di questa? Era colpa loro che avevo cominciato ad abituarmici e non sentirla più.
-E mi ha aiutato anche Rick! continuò lui.
-E Rick da dove sapeva che ero lì?
-Non lo sapeva! Gli ho fatto vedere una foto tua e ti ha riconosciuta!
Lo guardai sorpresa e alzai un sopracciglio.
-Una foto? Da dove hai te una foto con me?
-Dal tuo dossier d'iscrizione! Adesso, se non hai più domande stupide, vorrei che tu tacessi! Disse lui aspramente.
Roteai gli occhi e mi accovacciai meglio nel mio sedile arrabbiata. All'inizio, la serata sembrava andare alla grande ma, in nessun caso mi sarei aspettata che sarebbe finita così.
-Abbiamo qualcosa di serio da discutere, Gloria! Tutto il tuo comportamento con la tua testardaggine e la tua opposizione agli ordini non aiuta per niente! Non dimenticare che sei ancora sospesa e puoi essere mandata via da qui molto facilmente. Sei cosciente di questo?
-Adesso no! Sono ubriaca!
Appoggiai la fronte al vetrino e chiusi gli occhi, lasciandomi portare indietro all'accademia e alle punizioni.
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Trattamento Speciale - Primo Volume
Storie d'amoreL'accademia militare in Montana non è un posto molto bello per una ragazza che viene dalla Florida, ma la testardaggine di Gloria Montgomery di studiare a quel liceo è più grande del volere della zia di non farla andare via, la quale l'ha cresciuta...