5. (REVISIONATO)

871 44 0
                                    

Un bosco buio e cupo.
Non c'è nessuno.
Solo tantissimi cipressi messi tutti in fila ordinati.
Mi incammino verso non so dove, fino a trovare un enorme villa bianca e verde. Sul vialetto per entrare in casa c'è un enorme disegno fatto con i gessetti. E' bellissimo. Lo ammiro mentre accarezzo con le dita il gesso colorato. C'è scritto qualcosa ma non faccio in tempo a leggere, che sento dei rumori provenire da dietro di me. Mi giro e vedo due bellissimi occhi verdi... Niall...

Mi sveglio col battito accelerato, seduta sul letto. Non mi sembrava di aver avuto un incubo, anzi sembrava un sogno tranquillo. Mi massaggio il viso con le mani, cercando di mettere a fuoco la stanza buia: si intravede qualcosa solo grazie alla poca luce che passa per i fori della tapparella. Non sono nella mia camera d'albergo, già, mi ricordo bene la serata passata. Non ricordando però questa stanza, mi aggroviglio nelle coperte e cado per terra, facendo un tonfo assurdo. Avevo il cinquanta per cento di possibilità di sbagliare lato del letto, e ce l'ho fatta. Infatti quando non ho sentito il materasso sotto la mia mano, era ormai troppo tardi: ero troppo addormentata e troppo sbilanciata per tornare su. Sento dei passi avvicinarsi, porta si apre e fa entrare un fascio di luce che inquadra dei piedi venire dritti verso la mia faccia: delle mani grandi e morbide mi prendono per le spalle e mi alzano mettendomi dritta. Harry è davanti a me con le mani sulle mie spalle, mentre io mi tocco la testa che sta pulsando

Harry: tutto a posto? stai bene?

chiede un po' corrucciato, quasi come se fosse scocciato e preoccupato allo stesso tempo ma preferisse mostrare solo il lato scontroso

Ariana: si, almeno credo. Avresti un po' di ghiaccio? giusto per alleviare il dolore in testa.

Harry: si si certo. Seguimi in cucina che c'è anche la colazione.

Ariana: okay  grazie. Ora arrivo.

Cerco di alzarmi ma inciampo nelle coperte per terra e Harry mi prende dalle spalle in tempo. Sbuffa ed emette un risolino alzando l'angolo della bocca, sfoggiando un mezzo sorrisetto

Harry: al mattino vedo che sei un disastro

Ariana: solo quando sono nella casa di un estraneo

solleva anche l'altro angolo della bocca e mi sorride, rimettendomi in piedi. Mi fa cenno di seguirlo, così massaggiandomi leggermente la testa seguo lui e un profumo che si faceva sempre più intenso man mano che mi avvicinavo all'isola della cucina. Mi si illuminano gli occhi, prima semi dormienti, alla vista dei pancake disposti su un a pila disordinata in un piatto, accantonati da una ciotola ripiena di fragole e mirtilli.

Ariana: Harry, hai fatto i pancake?

Harry: si certo sono la mia colazione preferita, me li faccio tutti i giorni. 

mentre stava mangiando il suo piatto seduto sullo sgabello, alzò lo sguardo e notò che mi si erano accesi gli occhi.

Harry: Non pensare che li abbia fatti per te

Ariana: Grazie mille, sei molto gentile

Harry: figurati

Mi siedo e inizio a mangiare: sono davvero buoni. Finisce il suo piatto appena io inizio ad addentare le prime forchettate, si alza in piedi per aprire il frigo e porgermi un cartone arancione

Harry: spremuta?

Ariana: l'hai fatta tu?

Harry: no 

Ariana: allora va bene

dico per prenderlo in giro. Così lui in tutta risposta rimane con la spremuta in mano e mi guarda. Perché mi guarda? Sorride un pochino e poi dice

Harry: mi sembra che tu abbia più che apprezzato i MIEI pancake, o sbaglio?

sbuffo mentre prendo un altro boccone di pancake con i mirtilli, lui prende un bicchiere e me lo porge con dentro la spremuta. Lo ringrazio e faccio qualche sorso, mentre lui continua a fissarmi appoggiato al bancone: ha una maglietta nera che aderisce perfettamente al suo busto, e dei pantaloncini della tuta grigi. Lentamente faccio scorrere i miei occhi sulla molteplicità di tatuaggi sul braccio, notati di striscio la sera prima, ma come potevo immaginarmi un intero braccio ricoperto di sfumature nere e grigie? I tatuaggi sembrano quasi delle toppe sul braccio, tantissime toppe, tantissime immagini con un significato nascosto. Mi accorgo di averlo guardato per troppo quando lui scandisce con un

Harry: vuoi una foto? così quando torni in albergo te la puoi studiare per bene

sento le guance in fiamme, ma evito di dargli la soddisfazione di farmi sentire in imbarazzo così prontamente dico

Ariana: no no, avevo solo l'impressione che tu avessi una macchia lì sui pantaloni, immagino che qui quello che si studia bene le foto sia tu... playboy per caso?

sorride facendosi comparire in viso un ghigno divertito per poi rispondere seriamente

Harry: non mi servono le riviste per quello, ho tutto chiaro e ben definito qui

dice toccandosi la tempia col dito. Non so cosa rispondere a questa sua affermazione, così faccio spallucce e cambio discorso mentre metto a lavare il piatto nel lavandino

Ariana: comunque grazie per tutto, il passaggio ieri sera, il letto, la colazione. Sei stato molto gentile

annuisce con la testa e rimaniamo in silenzio per qualche secondo uno davanti all'altra, lui appoggiato al bancone e io all'isola.

Harry: dai su vestiti, ti riaccompagno in hotel

Ariana: va bene grazie. Ora avviso Niall

vedo che mi guarda di traverso per un istante, come per non farsi notare ma io l'ho visto chiaramente. Si scosta dal bancone e lo vedo dirigersi verso il corridoio mentre io scrivo un messaggio a Niall. Chissà perché ha questi comportamenti strani ogni tanto, specialmente quando nomino Niall. 

Harry: ah e per la cronaca: la maglietta e i pantaloncini che hai addosso sono del sottoscritto, puoi benissimo immaginare cosa ci ho fatto. Quindi prima vai a vestirti, prima te li potrai togliere.

dice con un sorrisetto comparendo con la faccia da dietro il muro del corridoio. Mi guardo i vestiti e gli lancio un'occhiata di fuoco, che gli provoca una risata per poi scomparire di nuovo dietro il muro del corridoio

Harry: dai su sto scherzando, cambiati e andiamo, che ho da fare

The Best Mess of my Life (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora