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Sono a casa del nonno di Harry e sono riuscita a prendere tutto quello che avevo portato qua, e a metterlo nella valigia. Ho appena finito di fare i bagagli, e mi sono cambiata, mettendomi delle scarpe da ginnastica e una tuta, per stare comoda. Quando sento il rumore della porta sbattersi. Oddio no, non è possibile. Sento già i lacrimoni venire su, e nella mente mi sto già preparando qualcosa da dirgli. I passi si avvicinano, e se potesse sentire il mio cuore, sembrerebbe come un martello. Rimango ferma davanti alla porta, aspettando di trovarmi davanti Harry, ma non voglio sembrare un ebete, così cerco qualcosa da fare, prima di andarmene .. e di lasciarlo. Non sapendo cosa fare, prendo il beauty e lo svuoto, buttando le cose sul letto, e rimettendole dentro.

Harry: hei, come va?

chiede in tono affettuoso. Come osa farmi questo dopo tutto?

Harry: ma che stai facendo?

Ariana: ...

Harry: Ariana stai andando da qualche parte? 

Ariana: Si, me ne vado da Bath

Harry: eh?? ma stai scherzando? perché???

sta iniziando ad agitarsi. Pff ... come se ci credessi, a lui interessa soltanto quella li del locale.

Ariana: come se non lo sapessi

continuo a parlargli dandogli le spalle, e sistemando il beauty. Ma posso benissimo immaginare la sua faccia in questo momento.

Harry: Ariana ma di che cosa stai parlando?

finisco di chiudere il beauty, lo metto in spalla, prendo la valigia, e mi giro verso di lui, guardandolo negli occhi come una belva, ma allo stesso tempo come una disperata, che ha le guance ormai rigate dalle lacrime.

Ariana: sai benissimo di cosa sto parlando, e non ne voglio parlare. Ora lasciami passare.

Harry: Ariana perchè stai piangendo??

si avvicina e mi asciuga le lacrime, e io vorrei lasciarmi andare sulla sua mano enorme, che ora mi sta accarezzando la guancia. Ma no. Ritorno in me, e gli freccio un'occhiataccia, per poi spintonarlo via da me.

Ariana: lasciami andare! non voglio avere niente a che fare con te!!

Harry: si può sapere che ti prende? non ti capisco proprio! come se ti avessi fatto qualcosa di grave ...

in quel momento non sto più in me, e non saprei davvero più che dirgli. Per fortuna il corpo si muove per me, e dopo avergli lasciato uno schiaffo ben assestato, prendo la valigia e corro fuori, con il taxi che mi stava aspettando sotto. Ha anche la faccia tosta. Non pensavo fosse così. Odio dare ragione a mia madre, ma forse .... aveva ragione. Sposarsi così giovani, e presto, era troppo affrettato, e avevo sbagliato sul conto di Harry. Anche se ho dovuto spendere un occhio della testa per il primo volo disponibile, partirò a mezzogiorno all'aeroporto di Londra. Nel frattempo starò nella stanza di un motel vicino all'aeroporto. Ho fatto amicizia con il tassista, un vecchietto ormai in pensione. Gli ho raccontato tutta la mia storia nel viaggio da Bath al motel, e lui la sua. Ha avuto un sacco di problemi da giovane: droghe, risse, polizia. Il che non me lo sarei mai aspettato da un vecchietto grassottello con una polo azzurra. In questo circolo di droghe, per lo più di eroina, ha conosciuto sua moglie Ruth. Si sono innamorati, e dopo quasi due anni che si facevano di eroina, hanno deciso di disintossicarsi. E' stato difficile, ma poi ce l'hanno fatta, dopo aver sofferto tantissimo. Disintossicati, sono andati subito a sposarsi, e hanno avuto qualche anno dopo due gemelle, Zoe e Cloe (i nomi credo li abbiano scelti apposta). Ora sua moglie ha un tumore, e stanno cercando di combatterlo. E' stato gentilissimo, e si è offerto di rimanere con me in questo tempo, e io gli ho promesso di tenere acceso il taxi per potergli dare tutto quello che gli spetta. Il mio lavoro, anche se sfaticante, mi faceva guadagnare qualcosa, non tantissimo da milionario, ma neanche pochissimo come vendere giornali. Il mio lavoro! Lo dovrò lasciare, ora che me ne vado. Mi mancheranno tutti i miei colleghi. Mi ero affezionata a loro. Tutto per colpa di Harry. A nominarlo sento uno straziante dolore al petto, e un calore intorno agli occhi. Per il resto sono tutta fredda, in particolare nella zona del cuore. Mi risveglio dal mio stato di trans nel pensare a Har ... lui, quando Benjamin (il tassista) interrompe i miei pensieri.

Benjamin: Intanto vuoi fare qualcosa? Ehi Ariana? Ci sei?

Ariana: ... eh? .. ehm ... si si ci sono ... ehmm .. perchè non facciamo scala quaranta? tu hai le carte nel taxi

Benjamin: davvero? aspetta ora le vado a cercare

si alza dal letto, su cui era seduto sul bordo, e va verso la porta. Le carte non ci sono nel taxi. L'ho detto così potrò rimanere per qualche minuto da sola. Ci metterà un po' in ogni caso: deve uscire e girare a destra, andare in fondo al corridoio, scendere le scale, andare nel parcheggio di fronte al motel, e trovare il suo taxi nella zona apposita, che in fondo al parcheggio, cercare le carte, e poi tornare. Tempo di cadere in lacrime, togliersi il trucco colato, e ritruccarsi. Appena esce, cado in un pianto disperato, e faccio uscire le lacrime che ho trattenuto tutto il viaggio mentre parlavo di lui, e della nostra storia. Guardo il telefono e vedo, 59 chiamate perse da ... lui. Non ci posso credere. Come osa? Chiamarmi? e a quale scopo? cercare di spiegare un errore che non ha scuse? lancio il telefono contro il muro, senza badare se si sia rotto, scheggiato o che, non mi interessa ora, l'unica cosa che mi interessa ora è lui, e del dolore che mi ha fatto, e farglielo provare per capire come sto in questo momento. Sono seduta per terra con la schiena appoggiata al materasso, e le ginocchia al petto. Sembro una disperata. Vado a vedermi allo specchio in bagno. Ho il trucco colato, i capelli in uno chignon, una tuta grigia, e il cuore a pezzi. Non voglio mai apparire così, per colpa di uomo. Non mi rendo conto del tempo che passa, perchè sento la mano rugosa di Benjamin sulla spalla. Mi giro e vedo che ha gli occhi lucidi. Lo abbraccio, anche se lo conosco appena. Ci stacchiamo e poi mi fa vedere le carte. Allora c'erano veramente. Giochiamo a scala quaranta, e parliamo delle nostre passioni, e strane ossessioni. Sono quasi le sette. Decidiamo di sistemare la stanza, e lui va fuori a prendere il taxi. Mi cambio e mi vesto come al solito, non voglio struggermi per un ragazzo. Felpa, pantaloncini corti, bandana, e scarpe da ginnastica. Senza far mancare la mia coda alta. Esco e vado a pagare. A quanto pare quando ti si spezza il cuore, devi spendere un sacco di soldi. Trovo fuori Benjamin con il taxi, e mi sorride.

Benjamin: stai molto meglio così

sorrido

Ariana: senza tuta, trucco colato e capelli in disordine?

Benjamin: no, quando sorridi.

ridacchio un po', e metto la valigia nel bagagliaio, salgo in macchina, e partiamo verso l'aeroporto.





The Best Mess of my Life (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora