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ciao, scusatemi tantissimo se no ho scritto per tanto tempo, e che ho avuto i corsi di recupero a scuola e un sacco di verifiche e interrogazioni, comunque ora sono tornata e spero di riuscire a postare un capitolo a settimana come prima, scusatemi ancora. 

Justin va veloce in macchina, e la pioggia sbatte sul vetro forte e distinta. Solo a me piace la pioggia? L'odore fresco e umido dell'asfalto, il ticchettio delle gocce sui vetri e nelle pozzanghere, giocare nell'acqua e infradiciarsi, credo che piaccia solo a me... A Justin decisamente non piace la pioggia. Lui ama il sole, il caldo sulla pelle, mettersi gli occhiali da sole, il cielo azzurro senza nuvole, e la splendida luce che il sole emana. Infatti, per quasi tutto il tragitto, sono stata a ridacchiare per come la pioggia ha effetto su di lui, mi ricordava molto una donna durante il periodo premestruale. Dopo vari semafori rossi, suoni di clacson, schiamazzi verso pedoni e macchine, siamo arrivati all'hotel. Oggi è stato molto stancante, come tutti gli altri giorni. Dopo il giro in macchina con il presentatore dello show, e due giorni in sala registrazioni, sono quasi morta. Harry non si è fatto ancora sentire, e man mano che passa il tempo mi sto rassegnando. Appena in hotel, come tutti i giorni, un'onda di paparazzi comincia a scattarci foto, e appena in ascensore, non riesco più a vederci per i flash, e ho un mal di testa terribile, grazie ai click delle macchine fotografiche. Ho bisogno di un attimo, come sempre, per riprendermi. Justin mi accarezza la spalla e dice con tenerezza

Justin: tutto bene?

Ariana: si si, tutto bene, sai com'è.

Justin: okay, ma ne sei sicura?

Ariana: no, ho un mal di testa assurdo, e vedo a macchie colorate.

ridacchia abbassando la testa, con un sorriso bellissimo

Ariana: che c'è?

Justin: niente, solo voi donne. Quando arriviamo in camera ti do un aspirina, sennò durante il viaggio sarai uno straccio.

Ariana: grazie, non puoi immaginare quanto desidero andare a casa

usciamo dall'ascensore, e percorriamo il corridoio continuando a parlare 

Ariana: stendermi sul mio letto comodo, sentire l'odore di casa, dove ci sono tutte le mie cose, i miei oggetti. Vedere mia zia, i tuoi zii, insomma facce che conosco da tempo.

Justin: be' anche qui ci sono facce che conosci da tempo, tipo quella che sta davanti camera nostra.

Mi giro a guardare verso la porta, e lo trovo li seduto sul pavimento, schiena contro la porta, ma appena mi vede si alza in piedi. Ha l'occhio leggermente nero, e qualche livido e graffio sulle braccia.

Justin: quella faccia direi che la conosci di sicuro, e anche molto bene

si avvicina, e rimango impassibile, sono arrabbiata con lui. Mi sono svegliata da sola nel letto, dopo averlo fatto con lui, senza che lui mi abbia dato segnali di vita negli ultimi giorni. E in più quella sera era ubriaco, quindi non so cosa pensare.

Harry: ... ehi ciao.

Ariana: ciao, ti fai sentire.

Harry: già, mi è caduto il telefono nel caffè, scusa. 

Ariana: potevi chiamarmi da una cabina telefonica

Harry: non c'ho pensato. Ti sei svegliata male stamattina?

Ariana: meglio di domenica

Harry: volevo farti una sorpresa ma è successo un casino

un po' mi addolcisco perché in fondo è tenero, voleva farmi una sorpresa. Ma cerco di non farlo vedere

Harry: sapendo che tu ti svegli tardi, molto tardi, ho pensato di farti una sorpresa, e sono andato da starbucks in macchina. Ho comprato il tuo frappuccino preferito, e io ho preso un caffè ma, quando mi sono seduto, mi sono messo a scrivere un messaggio a Zayn, ma un signore mi ha spintonato e il telefono mi è caduto dentro. Oltre a imprecare, ho tirato fuori dalle tasche tutto in cerca di un fazzoletto per asciugarlo. Dopo averlo asciugato, l'ho messo in tasca, e volevo tornare a casa per lasciarlo immerso nel riso, ma poi l'uomo che mi ha spintonato, mi è venuto incontro di nuovo, e già mezzo incazzato com'ero mi è venuto da rispondergli male, così abbiamo litigato, ci siamo pestati e sono finito in ospedale. Sono uscito stamattina, e allora sono corso qui per vederti, ma tu non c'eri, e sono rimasto ad aspettare a questa porta per tutto il giorno, o almeno per 5 ore, visto che sono le quasi le sei. 

Ariana: ... 

rimango a bocca aperta. Come ha fatto a succedere tutto in un giorno? o ha avuto semplicemente sfortuna, o mi sta raccontano un mucchio di balle. Però i lividi ce li ha quindi ....

Harry: quindi? che mi dici?

Ariana: be' ... scusami. Per aver dubitato di te, e per essere stata così paranoica. In genere non sono così, ma martedì ...

Harry: è quel periodo del mese?

Ariana: abbassa la voce!

Justin e Harry iniziano a ridere, e Justin dice

Justin: amico che ci puoi fare? è una donna.

continuano a ridere, mentre io mi limito a ridacchiare e sorridere. Entriamo in camera, e le valigie sono aperte.

Harry: ma come, vai via??

Ariana: già non essendoci stato in questi giorni, non ti ho potuto dire che abbiamo scalato tutti gli appuntamenti e partiamo tra quasi due ore. 

Harry: ma, no, non posso lasciarti andare dopo che ti ho persa già due anni fa, e subito dopo che c'è stato questo imprevisto dell'ospedale.

Ariana: lo so Harry ma abbiamo tante cose da fare, e il prima possibile ti verrò a trovare qui a Londra

Harry: quando il prima possibile? tra un mese?? io non resisto un mese senza di te, e non posso neanche venire in america, non guadagno abbastanza, dovrei aspettare almeno due mesi.

Ariana: Harry calmati ...

gli accarezzo le guance

Ariana: troveremo un modo.

rimane in silenzio e mi guarda negli occhi, e dopo un po' lo vedo calmarsi davvero

Harry: ... okay, va bene.

The Best Mess of my Life (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora