86.

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Carlotte.

Guardavo la televisione spaparanzata sul divano osservando, di tanto in tanto, il soffitto bianco candido sopra la mia testa.

Sapevo perfettamente cosa Harry aveva fatto e non potevo arrabbiarmi con lui nonostante avesse disobbedito ad un mio ordine. Infondo ha fatto ciò che doveva fare da mesi, ormai, non aveva mai dimenticato ciò che era successo tra me e Mike quando lui era in tour.

Tutti i miei pensieri svanirono quando sentii il tonfo provocato dalla porta di casa chiusa con forza da Harry, il quale corse al piano superiore senza salutarmi o dirmi quanto fosse arrabbiato o qualcosa del genere.

≪Harry perennemente mestruato Styles, che ne dici di scendere dalla tua fidanzata?≫ sapevo quanto fosse pericoloso quando la frustrazione aveva la meglio, ma sapevo quanto le mie battute potevano farlo ridere nonostante esse siano squallide.

≪No.≫ urlò e ciò mi fece capire fino a che punto potesse essersi arrabbiato e, quindi, quanto dovessi ignorarlo.

In quel momento non avevo né la voglia né la giusta concentrazione per mettermi a pensare cosa Harry può aver combinato per tornare a casa in quel modo così continuai a guardare la televisione concentrandomi su qualche canale di musica.

Le note di qualche canzone del momento risuonano nel salone mentre cercavo di alzarmi dal divano per prepararmi la cena visto e considerato che Harry non scenderà a cenare o per parlarmi.

La suoneria del cellulare di Harry arrivò sino ai miei timpani e mi affrettai a raggiungere il suo cappotto e cercare il suo telefono nelle tasche.

≪Pronto?≫ rispondo cercando di capire chi possa chiamare Harry con il numero nascosto alle otto della sera, si presuppone si ceni a quell'ora.

≪Scusa, ho sbagliato numero, cercavo Harry.≫ la voce roca non mi sembra famigliare, tantomeno il marcato accento americano.

≪Non hai sbagliato numero, ma ti consiglio di chiamare domani o riferire a me.≫

≪Chiamerò domani, ciao Carlotte.≫ detto questo la chiamata finì e fui sorpresa quando quell'uomo aveva pronunciato il mio nome.

Scossi la testa e poggiai il cellulare di Harry sul divano, se l'aveva lasciato nelle tasche del suo cappotto non gli importava molto di averlo.

Era contro la mia natura preparare la cena, ma non potevo vivere di cibo d'asporto o farmi preparare la cena da Harry, quindi raggiunsi la cucina e mi guardai attorno mordendomi il labbro, non sapevo da che parte iniziare e, tantomeno, se potevo accendere il fuoco senza combinare danni poiché nessuno mi supervisionasse.

≪Carlotte!≫ urlò Harry ed il suono mi sembrava abbastanza vicino.

≪Sono in cucina Harry.≫ raggiunsi uno scaffale contenente le pentole e ne tirai fuori qualcuna, potevo confidare su qualche carboidrato comunemente denominato pasta.

≪Sono stufo di te che continui a ficcare il naso sulle mie cose.≫ sbraitò Harry e ciò mi portò a voltarmi verso di lui per notare i suoi occhi verdi diventare scuri per via della rabbia e le sue nocche sanguinanti.

≪Ma-≫ Harry scosse la testa distraendomi da ciò che stavo per dirgli, ridacchiò nervosamente e poi il suo pugno incontrò la superficie del tavolo.

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