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Carlotte.

Da giorni la monotona routine che ero solita seguire era cambiata, tra le cose da fare dovevo appuntarmi di recuperare Harry appena decideva fosse opportuno chiamarmi ed aiutarlo a smaltire la sua sbornia. Mi chiedevo per quale motivo continuava a farlo ed avevo perso gran parte della mia fiducia nei suoi confronti. Potevo pensare mi amasse talmente tanto da rimanermi fedele, ma potevo farlo quando era chissà dove ad ubriacarsi con un centinaio di ragazze pronte a saltargli addosso in qualsiasi momento? Ovviamente no.

Non era passato molto da quando si era fatto sentire, ma ero sicura avesse trovato il modo per tornare a casa e crollare sul letto poco dopo, ma mi sarebbe piaciuto passare questa serata in completa solitudine pensando ad un modo per dare una svolta a ciò che si stava creando in questi giorni.

Pensare a ciò che poteva esser accaduto durante questi giorni mi rendeva nervosa e l'unico modo per calmarmi era mangiare qualche schifezza ipercalorica per poi addormentarmi sul divano e svegliarmi la mattina dopo disorientata e con un tremendo mal di pancia, ed era quello che avevo intenzione di fare mentre lasciavo la camera da letto e mi dirigevo in cucina.

Qualcuno bussò bruscamente alla porta di casa, probabilmente poteva essere Harry ed il suo salvatore della serata, così corsi ad aprire la porta ritrovandomi Louis guardarmi infuriato trattenendo Harry in piedi.

≪Potevi portalo a casa tua, non avevo nemmeno voglia di vederlo.≫ risposi indifferente osservando Harry alzare gli occhi al cielo e sorridere alla vista di chissà cosa di talmente divertente.

≪Ha blaterato su quanto volesse vederti durante tutto il tragitto di ritorno, su quanto gli dispiaccia di comportarsi da coglione tutte le sere e su quanto tu sia bella.≫ Louis cercò di difendere Harry, probabilmente si stava inventando tutto, ma non avevo voglia di continuare a preoccuparmi di lui come fosse un bambino.

Me ne stavo con le braccia conserte mentre guardo Louis in un modo strano per cercare di capire quanto questa falsa doveva continuare.

≪Dovresti approfittare del suo stato ed ascoltare tutto ciò che ha da dirti, lo sappiamo entrambi quanto le persone sbronze siano dei libri aperti.≫ cercò di convincermi stimolando la mia curiosità, sapeva quanto odiassi rimanere all'oscuro di tutto e far parlare Harry mentre era ubriaco era come rubare le caramelle ad un bambino.

≪Vattene prima che me ne penta.≫ sbuffai avvicinandomi a lui per aiutare Harry ad entrare dentro casa.
Sorrise quando dovetti affrontare da sola il peso di Harry e se ne andò urlando un saluto e sorridendo come un bambino pronto a combinare una marachella.

Trascinai Harry dentro casa per poi farlo sedere sul divano, nel frattempo aveva sussurrato piccole frasi senza senso che faticavo a sentire e capire, ma non potevo meravigliarmi di ciò.

Mi sedetti accanto a lui con le migliori intenzioni, gli accarezzai una guancia ripensando alle notti passate quando dormiva tranquillo con la testa poggiata sul mio petto.

≪Harry?≫ richiamai la sua attenzione dolcemente, avevo intenzione di trattarlo bene finché non avrei scoperto qualcosa di brutto, o giù di lì.

Alzò il capo ed i suoi occhi verdi brillarono, non ne capivo il motivo, ma brillavano come se fosse realmente felice.

≪Mh?≫ non dovevo aspettarmi frasi connesse e risposte con un senso logico, potevo solamente sperarci.

≪Posso sapere che ti sta succedendo?≫ in realtà avevo paura della sua risposta, ma qualsiasi essa sia potrà aiutarmi a capire qualcosa.

≪Quel figlio di puttana di Monroe vuole portarti via da me, ed io non lo voglio.≫ s'imbronciò lasciando cadere le braccia sul divano provocando un leggero tonfo.
Non era nulla di nuovo ciò, lo ripeteva tutte le sere non rispondendo più a nulla, ma non capivo, davvero non capivo.

≪Cosa Harry? Non lo farà.≫ scossi la testa poggiando le mie mani sulle sue braccia, non doveva minimamente pensare che qualcuno sarebbe riuscito a dividerci.

≪Sì, lo farà! Ha detto che ti trasferirai in Italia tra poco più di un mese per stare con i tuoi genitori.≫ il suo labbro inferiore sporgeva all'infuori e, nonostante avesse pronunciato quelle parole con tanta rabbia, io lo trovavo così adorabile.

Tuttavia pensai a ciò che aveva detto Harry, nonostante mi sarebbe realmente piaciuto conoscere i miei veri genitori non avrei mai voluto rimanere con loro per molto tempo, avere un fidanzato ed una vita qui a Londra mi impediva di farlo.

≪Non ci voglio andare, io voglio stare con te, Harry.≫ risposi dolcemente, non volevo lasciarlo, non l'avrei mai fatto e nessuno poteva impormi ciò. Me ne sarei andata in Italia solamente se lui fosse stato con me, trasferirmi da sola significava perdere qualsiasi cosa possedessi qui. La proposta era alettante, è vero, ma non l'avrei accettata nonostante riguardasse conoscere i miei veri genitori.

≪Non importa a nessuno cosa tu voglia fare o meno. Tra esattamente ventotto giorni volerai in Italia, lontana da me. Sei obbligata a farlo.≫ urlò e ciò mi fece sussultare, stavamo dialogando civilmente sino a pochi secondi fa e questo rapido cambio di direzione non ci voleva.

≪Troveremo un modo per uscirne.≫

Secondo i miei calcoli Carlotte doveva prenderla peggio, ma preferisco questa versione.

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