23.

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HARRY.

Nonostante uno straccio si sentisse meglio di me, uscii di casa aspettandomi un altro scherzo di cattivo gusto al mio ritorno e me ne andai, di nuovo, da mia madre raccontandole, filo e per segno, ciò che era successo.

All'inizio era scettica, non capiva per quale motivo mi sia arrabbiato così tanto, ma quando le spiegai che il tutto era ben amalgamato con la mia mancanza di fiducia mi capì, ma non prima di essere scoppiata in una lunga risata ed avermi rimproverato per aver dubitato, persino, sulla fiducia del mio migliore amico.

Me ne stavo seduto sulla piccola poltroncina di pelle rossa a giocherellare con qualche ciocca dei miei lunghi capelli marroni pur di non concedere all'ansia il privilegio di impadronirsi di me.

≪Vedrai che riuscirà a farsi perdonare.≫ mia madre, nonostante tutto, continuava a mettere una buona parola su Carlotte, fermamente convinta fosse la madre dei suoi futuri nipotini.

≪Magari mi sta incendiando casa nel tentativo di farsi perdonare.≫ cercai di aggiungere un po' di sarcasmo al contesto, infondo sapevo non si sarebbe azzardata a toccare qualche fornello di sua spontanea volontà.

≪Pessimista.≫ ridacchiò mia madre lasciandomi un'amorevole pacca sulla spalla, per poi lasciarmi solo in quella stanza per qualche sconosciuto motivo.

Il mio telefono vibrò e ci misi qualche istante a farlo uscire dalla tasca dei miei, troppi stretti, jeans per poi leggere il messaggio di Carlotte in cui scriveva di precipitarmi immediatamente a casa mia.

Salutai velocemente mia madre lasciandole un dolce e lungo bacio sulla guancia e lei sorrise per la spontaneità del mio gesto e mi intimò di andarmene e raccontarle, poi, tutti i dettagli.

Mentre guidavo mi domandavo per quale motivo avessi scelto di continuare a portare avanti qualcosa con lei poiché la nostra non fosse una relazione seria; per un anno e mezzo avevo provato a togliermela dalla testa, ma il suo continuo assillarmi mandandomi una marea di messaggi mi distraeva da ciò che volevo fare realmente, così non ci riuscii ed ora mi ritrovo ancora legato a lei come se non esistesse nessuna ragazza a cui potrei donare tutto me stesso.

La mia vocina interiore mi urlava contro di fare retromarcia e tornare da mia madre per non cascare, di nuovo, nella sua trappola, avevo realmente paura di trovare lei, sul mio letto, con un altro uomo, potevo pensarla diversamente?

Cosa mi hai fatto Carlotte..?

-

Entrai dentro casa sospirando profondamente e sentii un ottimo odore di cibo così corsi in cucina per dare un'occhiata a ciò che stava succedendo.

Carlotte aveva cucinato per me, si era ricordata ciò che le avevo detto qualche giorno fa, ma non le diedi il tempo di parlare o posare i piatti sulla tavole che la bacia, un bacio profondo, bisognoso, carico d'amore.

Poggiai la fronte sulla sua guardandola dritta negli occhi, era sorpresa quasi quanto me.

≪Ti amo.≫

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