37. Tipo una "gemella"

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Così salgo in macchina e saluto Loris.

"Come è andata?"

"da schifo... Loris (!)"

"Si (?)"-disse guardandomi...-

"Io, ho visto una ragazza, era identica a me. Ma aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri...
ha detto di chiamarsi Rey... La conosci?"

"No, non so di cosa stai parlando... Posso informarmi se vuoi!"

"Mh... va bene..."

Arrivati a casa, mangiai di corsa e andai a mettermi la tuta da Basket, dato che non avevo detto a Loris del messaggio non volevo insospettirlo più di tanto.

Cosi uscita con il pallone in mano, mi addentrai di nuovo nei miei vecchi ricordi.
Sembrava un labirinto che non aveva fine; volevo a tutti i costi ricordare le mie origini, il mio nome e il cognome soprattutto.

Avevo lasciato Loris davanti al computer, mentre stava cercando di scoprire se avevo qualche parente... Tipo una "Gemella".

Durante il mio cammino incontrai Tony...
Ero di fretta non volevo rotture o meglio bastoni tra le ruote, così feci il giro largo per non ritrovarmelo faccia a faccia e litigarci per aver fatto successo sul palco al confronto di Tea.

Erano le 15:45 alle 16:30 dovevo essere alla casa discografica.
Avevo poco tempo anche perché dovevo vedermi con Jess...
Che bordello, sono quasi arrivata a destinazione ma non sono del tutto convinta che sia una buona idea ora che ci sono dentro.
Sul cancello c'è un altro cartoncino color lilla, con su scritto:

"Sapevo che saresti venuta...
Entra nell'edificio... REY."

Okay, a che serve tornare in dietro? Entriamo e vediamo cosa devo sapere.
Odio questo posto. Ma perché prima ero tanto fissata a questo luogo?
Come per incanto trovo un altro cartoncino colorato con su scritto ancora:

"Puoi trovarmi alla stanza in fondo al corridoio... REY."

Okay, mi sembrava di stare in un film dell'horrore... Una ragazza che manco conoscevo era uguale a me e cercava di farmi addentrare nel luogo dove ho avuto in seguito il mio trauma, non poteva andare che nel migliori dei modi.
Troppo tardi, ero già nel lunghissimo corridoio quasi spettrale anche se alla luce del giorno; C'erano macerie ovunque facevo quasi fatica a camminare, alcune aule avevano ancora sedie e banchi all'interno. Le lavagne erano rovinate ma più grandi di quelle della mia scuola, i muri non sapevo manco come potevano stare ancora in piedi e con essi tutto l'intero edificio. Sono a metà corridoio, ma c'è una cosa che non capisco... perché devo andare in un'aula con un elevata presenza di pericolo per me e i civili? (tecnicamente parlando...).

...entro nell'aula...

Ero sulla soglia, ma nella stanza nessuno.
Era strano, cerco e ricerco magari un cartoncino ma nulla, cosi mi fermo un attimo e guardo una freccia enorme disegnata sulla lavagna, cosi mi avvicino e guardo la freccia fino a mettermi con la faccia quasi appiccicata sulla piattaforma nera e chiudo un occhio per vedere cosa stesse indicando.
Dopo 5 minuti capii, c'era una libreria poco più avanti e così continuo ad andare avanti entrando in quella stanza piena di libri molto vecchi.
La stanza era molto buia, ma davanti a me c'era una scrivania sotto a una finestra che illuminava a malapena oltre alla cattedra un libro in particolare; anche perché era l'unico fuori posto così mi avvicino a esso e leggo la copertina. Era un vecchio Diario a come vi si leggeva sulla copertina, nella prima pagina di diario c'era un nome bisex "Key Leroy" , il nome Key... mi ricorda qualcosa ma giro pagina e non ci faccio caso. Iniziano le pagine di diario ma sento un rumore provenire nella stanza; inizio a sentirmi spiata, così chiudo il diario e lo metto nella mia sacchetta, mi alzo e vado verso l'uscita.

Non voglio più tornare in questo posto, succedono troppe cose strane, vorrei capire di chi è questo diario ma prima devo andare alla casa discografica a ritrovarmi co il mio manager.
Così mi metto a correre palleggiando, con il pallone da basket come stessi facendo una partita ma arrivo con 3 minuti di ritardo. Nonostante tutto il mio manager è molto comprensivo e simpatico oltre tutto, si chiama Marco Leclerc ha 20 anni e ho sentito dire che è molto bravo nel suo lavoro pur essendo molto giovane. Pur troppo una cosa mi sfuggiva, il lavoro del manager consiste che Marco deve stare 24h su 24h con me per almeno qualche giorno.
Uscita dalla casa discografica con Marco, avvisai subito Jess di rimandare l'uscita e subito dopo fui accompagnata da Marco a casa mia. Loris lo accolse molto bene, ma corsi subito come una saetta in camera mia a leggere quel diario... sapevo che tanto Loris avrebbe detto tutto a Marco ma non mi dava fastidio, anzi... almeno non mi avrebbe fatto troppe domande...





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