L'Abito Non Fa il Monaco

2. CHE LA FESTA ABBIA INIZIO

Manca poco meno di mezzora alle dieci ed io e Meg siamo quasi pronte. Siamo in bagno nella tanto complicata fase trucco. Per quanto adoro essere perfettamente truccata odio terribilmente l'atto in se di farlo. Sono veramente negata, non credo esista al mondo donna più imbranata di me ad applicare eyeliner, ombretto, mascara, matita, rossetto, fard, e tutti i vari cosmetici. Mia sorella, al contrario, ci riesce così facilmente che sembra non abbia fatto altro in tutta la sua vita.

- Vieni, siediti qui, ti trucco io! - mi dice non appena si accorge della mia titubanza nel poggiarmi l'eyeliner sulla palpebra

- Grazie mille sorellona, tu sei così brava...-

- Non chiamarmi più sorellona o questa matita la uso per cavarti gli occhi non per truccati!!- e subito dopo scoppia a ridere. Adoro prenderla in giro su quell'unico anno che ci divide.

Non appena finisce la sua opera d'arte, sentiamo il campanello suonare. Gli occhi di Meg si illuminano solo al pensiero di poter nuovamente abbracciare Steven.

- Ragazze, Steven vi sta aspettando giù! - ci dice nonna - Ok nonna, digli che scendiamo subito! - Risponde Meg.

Stiamo attraversando la strada per avvicinarci a Steven, non appena mi vede mi saluta con un grandissimo sorriso - Sei bellissima Kath! -

- Ti ringrazio Steven! - Rispondo. Indosso un comodissimo short beige con una maglia nera a maniche corte inserita dentro i pantaloni ma lasciata morbida in vita, con collo a barca e completamente in pizzo.

Nel momento in cui lo sguardo di Steven si sposta su Meg il suo sorriso scopare, sostituito da una fantastica faccia da ebete. I suoi occhi si illuminano mentre la sua bocca si schiude leggermente. Con lo sguardo percorre tutto il contorno del corpo di Meg, fino ad arrivare ai suoi occhi, dai quali non riesce proprio a distogliere l'attenzione. Effettivamente mia sorella è bellissima con questo tubino nero aderente senza spalline, che mette in evidenza tutte le sue forme senza cadere nella volgarità... l'ha lasciato letteralmente senza parole.

- Be ragazzi, che facciamo andiamo? - dico, prima che l'imbarazzo si impossessi del tutto di me stessa. Noto con piacere che Steven è in effetti innamorato pazzo di mia sorella e sembra anche un bravo ragazzo. Sono contentissima per lei.

- tua sorella ha ragione dovremmo proprio andare! - dice Steven aprendo lo sportello per far accomodare Meg sul sedile del passeggero, accanto a lui, senza mai uscire dal suo stato catatonico.

- Mia sorella dovrebbe trovarsi un ragazzo! - punzecchia Meg entrando in macchina e guardandomi di traverso. Lo so, ho rovinato il loro bel momento. Spero solo di non passare tutta la serata a fare da terzo in comodo.

Per tutto il tragitto, Steven non fa altro che farmi domande sul viaggio, sulla famiglia che mi ha ospitato, sui paesaggi e sullo studio. Non ho molta voglia di rispondere, in parte perché sono fisicamente stanca e in parte perché nonostante non vedessi l'ora di tornare, il pensiero di non stare più con le persone che ho conosciuto e amato in Olanda mi rende più triste di quanto immaginassi. Così do risposte molto brevi, che non danno possibilità ad altre domande di essere poste, senza però sembrare antipatica o ineducata.

- Eccoci siamo arrivati! - ci informa Steven.

La villa è stupenda, è circondata da giardini bellissimi e curati nei minimi particolari, con cespugli e alberi potati in varie forme geometriche, credo di aver visto a dirittura un cespuglio tagliato a forma di arco. In molte zone del giardino vedo amache sparse tra gli alberi. Un'enorme piscina si trova al lato dell'immensa casa. Guardandola dall'esterno credo che ci saranno almeno 20 camere da letto e 8 bagni. È davvero enorme...

- Questa casa è del mio amico Matt, si è trasferito da poco qui da noi, i genitori sono degli imprenditori. Hanno varie aziende sparse per tutta l'Europa oltre ad avere un mucchio di soldi. Lui praticamente ha sempre vissuto solo con la cameriera. - Mi informa Steven.