20. IL VASO DI PANDORA

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Apro gli occhi, ma non riesco a vedere nulla... ho la vista offuscata. Dove sono? Mi sento stordita... Cerco di muovere le gambe e le braccia, ma è impossibile... qualcosa le tiene ferme.

La vista sta lentamente tornendo alla normalità, riesco ad intravedere qualcosa. Cerco di sforzarmi un po'...

Mi guardo i polsi, sembrano legati da qualcosa... una corda. Credo siano legate anche le caviglie.

Sono supina ed inerte su qualcosa di freddo, duro e liscio.

Vedo delle figure che si muovono intorno a me, ma non riesco ancora a distinguerle bene.

- Dove sono? - chiedo.

- Finalmente ... Cominciavo a credere che non ti saresti svegliata in tempo per il rito... e sarebbe stato un peccato! - mi risponde una voce familiare.

- Chi... Chi sei? - domando.

- Ma come Kath, non mi riconosci? - mi chiede.

La vista sta migliorando, ora riesco a distinguere i colori, ma i contorni sono ancora un po' sfocati.

- Dovrei sentirmi offesa... - continua.

La voce mi è molto familiare.

Volto lo sguardo nella direzione dell'oratore: a parlarmi è qualcuno di basso e magrolino, come ... un bambino. No, non un bambino... una bambina!

- Lamia...piccola... cosa sta succedendo? - le chiedo.

La mia vista è quasi apposto, ora la vedo distintamente.

Lamia scoppia in una fragorosa risata.

È completamente diversa dalla bambina che è stata con noi in tutti questi giorni.

Mi guardo intorno, ci sono delle figure nascoste dietro mantelli e cappucci neri che si affrettano a prendere e posizionare oggetti qua e la nella stanza.

Non capisco dove sono... non credo di essere nel trullo...

- Dove siamo? - chiedo fermamente.

- Ora si comincia con le solite domande... - afferma un incappucciato alle mie spalle con voce piena di ilarità. Credo sia una donna.

- Dove siamo? - dice ridacchiando un'altra incappucciata che si trova alla mia destra.

- Cosa vogliamo? - sghignazza una donna ferma vicino a Lamia.

- Perché proprio io? - sogghigna un'altra intenta a sistemare qualcosa su un tavolino.

Strattono le corde dei polsi, sperando di riuscire a liberarmi in qualche modo, ma ovviamente è inutile.

Ho riacquistato completamente la vista ed anche la mia confusione mentale è ormai sparita.

Mi guardo intorno cercando di carpire più informazioni possibili.

È ovvio che non siamo più nel trullo, ma sono sicura di esserci entrata; Lamia non è quella che credevo, nasconde qualcosa; sono sdraiata e legata su una specie di altare (effettivamente prima Lamia ha parlato di rito); infine oltre me e lei ci sono dieci seguaci.

Dieci...

- Allora, volete dirmi dove mi avete portata? - chiedo irritata, continuando a strattonare le corde di braccia e gambe.

- Stai tranquilla, sei ancora nel trullo! - dice Lamia avvicinandosi a me - Solo che non è esattamente come te lo ricordi tu! - continua.

- Cosa intendi dire? - chiedo.

L'Abito Non Fa il MonacoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora