Per tranquillizzarmi mi metto a navigare su internet. Skyscanner. Adoro questo sito. Vediamo un po' quanto costano i voli per San Diego. Bé dai, non è un prezzo neanche tanto eccessivo. Ma tanto che mi interessa, se mi trasferisco per lavoro, pagheranno tutto loro: volo, vitto, alloggio, non mi dovrò preoccupare di nulla. Potrò fare la vita da signora, anzi da donna in carriera. Prima che me ne accorga sono già le quattro del pomeriggio e del prospetto ancora neanche l'ombra. Sarà il caso che inizi a buttar giù una bozza, prima che Jack mi venga a cercare per ricordarmi nuovamente che non gli ho ancora inviato la mail.
Prendo qualche nome a caso da una rivista di settore e ipotizzo quello che potrebbero comprare, se solo gli venisse proposto in modo convincente. Nel giro di mezz'ora ho stillato un elenco di una ventina di aziende. Abbastanza verosimile come numero, considerando il prezzo del prodotto.
Ora la mia coscienza è a posto, allego il mio fatidico prospetto a due righe neanche troppe pensate e per oggi non dovrò più preoccuparmi del fantomatico Jack Parish.
Tiro un sospiro di sollievo e inizio a cercare su internet qualche ricetta esotica per la cena di stasera.
Quando arrivano le cinque e mezza sono tra le prime a fiondarmi fuori dall'azienda. Amo la sensazione di libertà che mi pervade quando esco da qui. Sento di condividere lo stato d'animo di un carcerato nella sua ora d'aria. Non mi pesa nemmeno la ressa sui mezzi, in fin dei conti in questo momento siamo tutti uniti dallo stesso sollievo, per oggi è finita e ora inizia la nostra vita. Senza scrivanie, computer, riunioni, telefonate, capi antipatici, colleghe pettegole, prospetti. Senza preoccupazioni. Solo noi e le persone che amiamo.
Già all'ingresso del palazzo si sente aleggiare nell'aria il profumo di curry che pare danzare alle note di "Yaara o Dil dara". Apro la porta e vedo Amanbir intento ai fornelli che appena mi vede si illumina in un grande sorriso e intona sulle note della canzone che sta ascoltando: "Yara O Dildara Tenu Chan Kahan Ka Tara" (Oh mia amata, dovrei chiamarti la luna o le stelle?), io che da quando lo conosco mi sono lasciata rapire dal fascino di Bollywood, parto subito con il controcanto "Mera pyar vi tu" (tu sei il mio amore) e abbracciandoci ci sincronizziamo ricreando lo stesso balletto del film che ormai conosciamo a memoria avendolo guardato dozzine di volte.
Questa è la vita con Amanbir, danze e canti al profumo di curry. Lo adoro. Solo guardando il suo sorriso tutta l'ansia, le preoccupazioni, le umiliazioni e i malumori svaniscono e si perdono in qualche angolo remoto della mia mente. Mi dimentico tutto. Mi dimentico di Jack, di Miriam, di Carolina, di ogni cosa, persino della California. E così tralascio di dirgli della possibilità del trasferimento. Ma ora non importa. Ci penserò domani.
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Nota dell'autrice:
Per permettervi di immedesimarvi maggiormente nella scena, vi pubblico il link a youtube della canzone Yaara O Dil dara:
https://www.youtube.com/watch?v=RWawCNVQvRA
ora nell'immaginarvi Amanbir che canta, potrete cantare con lui e vivere più pienamente l'atmosfera di Bollywood :-)
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Come acqua tra le mani
Ficción GeneralChe cosa accomuna un'italiana con la testa tra le nuvole, un guru indiano, un manager californiano e una vamp piuttosto snob? "Come acqua tra le mani", una storia esilarante che, tra una risata e l'altra, vi ricorderà l'importanza di guardare oltre...