Dopo una manciata di minuti, io e Amanbir, che siamo rimasti in silenzio a osservare la scena con la stessa espressione del granchio Sebastian che aveva assunto Jack non molto tempo fa, vediamo Kate scostarsi di scatto da Jack, ancora raccolto nell'attimo di tenerezza che li aveva uniti, e PAF! Ceffone risonante e ben piazzato di Kate sulla guancia di Jack.
Kate lo guarda un'ultima volta negli occhi piena di furore, prima di correre in bagno dove si chiude con due mandate di chiave, nemmeno avesse paura che qualcuno cercasse di scassinare la porta.
Jack rimane immobile incredulo fissando il vuoto. Nell'aria riecheggia ancora lo schiaffo.
Amanbir mi fa cenno di seguire la nostra ospite in bagno, ma io fingo di non aver capito il messaggio in codice. Lui insiste, questa volta aggiungendo il sonoro:
"Please, darling. Vai a vedere se le serve qualcosa"
Io come un bambino che viene costretto a fare quello che non vuole, mi dirigo verso il bagno con la camminata da soldatino, pestando i piedi, sbuffando e stringendo i pugni, mentre ripeto con il solo labiale: "Ma perché li abbiamo invitati? Perché?"
Toc toc. Nessuna risposta.
Toc toc.
"Kate, va tutto bene?"
"Vai via, Giuda!"
"Kate per favore, lascia che ti spieghi. Puoi aprire un attimo?"
"Ti ho detto di andartene" - urla istericamente.
"Senti, so che non è facile"
Bingo. Mai dire a una come Kate che tu sai qualcosa della sua vita. Apre la porta con furia e mi strilla in faccia:
"Cosa sai tu, eh? Cosa pensi di sapere?"
"Intendevo dire che..."
"Ma guardati! Sei sposata con il marito perfetto e mi vieni a dire che tu sai?"
"Ma Amanbir non è perfetto. Diciamo che è sopra alla media in quanto a gentilezza e altruismo, ma ti posso assicurare con non è perfetto"
"E' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti! Ad ogni modo tu non ne sai proprio niente di cosa vuol dire vedere tradita la tua fiducia e come si ci sente vedendo i propri sogni infranti!"
Ma veramente un'idea ce l'avrei ma non credo sia il momento di farglielo presente. La lascio continuare senza interrompere:
"Non sai cosa significa rendersi conto che la persona a cui hai dedicato la tua vita, non ti ama e se la fa con un'altra. E ora vattene. Mi hai già umiliato abbastanza per oggi! Lasciami in pace"
Umiliato? Io? E come?
Va a sedersi sul bordo della vasca con la testa tra le mani, lasciando la porta aperta in un chiaro invito a restare.
Sono tentata di ascoltare le sue parole piuttosto che le sue azioni e fare retro front, tornare di là e dire a mio marito che io ci ho provato a parlarle, ma sono stata cacciata via. Purtroppo per me però, la mia coscienza fa le capriole per farsi notare e mi impedisce con tutte le sue forze di attuare il mio piano. Ok. Ok. Resto.
Vado a sedermi accanto a lei. La guardo indecisa sul da farsi, poi penso che per farle sentire la mia presenza potrei metterle una mano sulla spalla e magari dire qualcosa.
"Vuoi parlare?"
Alza la testa e mi guarda. Ha il volto rigato di rimmel sciolto e il contorno occhi annerito stile panda. Nei suoi occhi per la prima volta da quando la conosco, scorgo quello che non mi sarei mai aspettata, sofferenza. Riesco finalmente a vedere oltre la bambola tutta di un pezzo, perfetta e senza sentimenti, che non ha bisogno di nessuno. Ora davanti a me vedo una creatura fragile, vulnerabile, con il cuore a pezzi, una donna.
Fa per dirmi qualcosa ma poi tace e torna nella posizione iniziale.
"Mi dispiace" - le dico io poco convinta. Anche se a dire il vero mi spiace sul serio vederla in questo stato, mi è appena crollato un mito.
Lei tirando su con il naso, mi scruta come per appurare se sono realmente dispiaciuta e poi si libera dei suoi più reconditi pensieri:
"So che pensi che sono una snob arrogante e magari pure fredda e senza sentimenti"
Ma chi è questa? Un indovino? Spero che non riesca davvero a leggermi nella mente!
"Non esserne sorpresa. Non sei l'unica a pensarla così. Ho scelto io di apparire tale e ora non posso fare altro che subirne le conseguenze. Ma io non sono sempre stata la Kate che hai conosciuto oggi. Io ero...io ero come te molto tempo fa. E forse è per questo che mi hai fatto tanta paura. Perché avevo paura che Jack si innamorasse di te per la tua schiettezza, la tua semplicità, la tua genuinità. Erano queste le cose che amava di me. Lo so. Queste cose che io ho perso nel corso del tempo e non so nemmeno come. E ora...ora lui non mi ama più!"
Ricomincia a piangere. Mi sento decisamente a disagio, ma non posso stare qui senza dire nulla.
"Kate, forse dovreste parlarne. Voglio dire, hai visto come ti guarda e come parlava del vostro matrimonio? Poi come ti ha abbracciato prima di là, mentre tu lo volevi ammazzare di botte. Ti ha anche detto che è un'idiota! Io penso in tutta onestà che Jack sia ancora innamorato di te!"
"E allora perché ci ha provato con te?"
Ottima domanda...
"Perché ci ha provato con me? Ma non è che ci abbia proprio provato. Cioè. Insomma. Comunque magari potremmo chiederglielo"
"Non lo so Jessica. Sono stanca di sentirmi presa in giro. E poi anche io ho fatto i miei casini. Ormai è troppo tardi per tornare indietro"
"Mah, non so. Amanbir direbbe che non è mai troppo tardi. Senti perché non ti dai una sciacquata alla faccia ora e andiamo a mangiare? Non hai fame? Ci aspetta un pollo al burro da favola e tante altre prelibatezze della cucina indiana! Forza! Lava via la tristezza dal tuo volto e torna la Kate tutta di un pezzo che ho conosciuto stamattina!"
"Vuoi che torni odiosa?"
"Se ti aiuta a sentirti meglio, perché no? Basta che ora andiamo a mangiare perché sto avendo un calo di zuccheri"
"Io a dire il vero non ho molta fame. Ma è casa tua, quindi decidi tu. Dammi solo un minuto"
Non so perché ma temo che questo minuto sarà ben più lungo di sessanta secondi. Secondi in cui osservo Kate che si risciacqua la faccia e si sistema il trucco, usando i miei trucchi da quattro soldi senza esserne particolarmente schifata, come invece mi sarei aspettata e inizio a pensare che forse l'ho giudicata troppo in fretta, avrei dovuto guardare oltre la maschera che ha deciso di indossare! Anche se fino a poco fa, era quasi impossibile vedere oltre!
Con un po' di riluttanza, ammetto a me stessa che ha ragione Amanbir, tutti meritano una seconda possibilità!
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Come acqua tra le mani
Ficción GeneralChe cosa accomuna un'italiana con la testa tra le nuvole, un guru indiano, un manager californiano e una vamp piuttosto snob? "Come acqua tra le mani", una storia esilarante che, tra una risata e l'altra, vi ricorderà l'importanza di guardare oltre...