Che lo show abbia inizio - parte 3

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Jack rimane basito ad osservarla come se si stesse chiedendo chi abbia scambiato Kate con questa nuova persona così accondiscendente. Ricorda un po' il granchio Sebastian nel cartone "La Sirenetta" quando notando che Ariel ha le gambe, gli cade la mascella.

Amanbir consapevole dell'instabilità femminile, si affretta a farla sedere a tavola, temendo un nuovo cambiamento di idee.

Io nel frattempo mi chiedo che fine abbia fatto Carmen, ma non era rimasta in cucina? Sarà fuggita dalla finestra quando ha notato un surriscaldamento di atmosfera, forse temendo che ci scappasse il morto. Pare che nel suo paese questo genere di cose succeda continuamente. Bè a giudicare dai giornali, anche qui non è che sia proprio una cosa del tutto improbabile.

Da buona padrona di casa, inizio coi soliti convenevoli:

"La cena è già pronta. Se volete andare a lavarvi le mani, il bagno è quello dietro la porta blu. Fate pure come se foste a casa vostra. Noi andiamo a prendere i piatti"

Mentre mi allontano sento Jack dire quasi sotto voce, con un una punta di incertezza, forse timore:

"Kate sei bellissima"

E lei seccamente risponde:

"Jack non incominciare coi tuoi complimenti fasulli! Sono del tutto inopportuni! Non ti illudere che sia rimasta qui per te! Non ci casco più nella tua rete!"

Che significa non sono rimasta qui per te? E per cosa è rimasta allora? Questa donna mi piace sempre meno.

In cucina, attenta a non farmi sentire dai nostri ospiti, mimo ad Amanbir:

"Sei sicuro che sia una buona idea? Forse è meglio che se ne tornino nei rispettivi alberghi"

E lui prendendomi la mano, con l'indice finge di scrivere sopra al mio palmo le lettere:

"F-I-D-A-T-I-D-I-M-E"

Quando torniamo di là, Kate ancora seduta al tavolo, si sta esaminando attentamente le unghie color rosso fuoco in tinta col vestito, mentre Jack gironzola per la sala soffermandosi sulle varie foto che tappezzano la parete.

Come sentendosi in dovere di giustificare la sua curiosità, vedendoci riapparire chiede:

"Dove siete in questa foto? Ti dona molto il sari, Jessica"

Sento Kate sbuffare, probabilmente infastidita dal complimento involontario che mi ha appena fatto Jack.

"In India. Alla festa di fidanzamento con la famiglia di Amanbir"

"Oh sì, è stata una festa bellissima" - interviene mio marito – "cinquecento persone, non mancava nessuno, nemmeno cugini di secondo grado e pronipoti! In India fidanzamenti e matrimoni si festeggiano in grande. Sono considerati passi molto importanti della vita"

"Al nostro matrimonio c'erano ottocento persone se è per questo, abbiamo fatto la cerimonia sulla spiaggia e la festa al Four Seasons Resort The Biltmore in Santa Barbara è una location molto apprezzata anche da diversi attori" ha assunto il tono da competizione, probabilmente quello che è abituata a usare con le sue amiche quando deve dimostrargli che quello che ha e fa lei è sempre migliore.

Poi forse rendendosi conto che mettere troppo entusiasmo nel parlare del suo matrimonio non è proprio in linea con l'astio finora mostrato nei confronti del suo quasi ex-coniuge, si ricompone e aggiunge: "Certo, questo succedeva quando ancora credevo a quello lì" e fa un buffo cenno col capo verso Jack.

Amanbir, che ha l'aria di un segugio in cerca di un'opportunità per fargli rivalutare la loro decisione, coglie la palla al balzo e tenta di approfondire l'argomento:

"Ottocento persone? Accidenti! Deve essere stata una festa meravigliosa! E poi il matrimonio sulla spiaggia, è un sogno! E che altro?"

"Ci sono stati anche i fuochi d'artificio" – interviene Jack con un sorriso di chi si è appena immerso in piacevoli ricordi del passato – "e Kate era una favola! Aveva un abito di seta color avorio con strascico e un corpetto senza spalline con scollatura a cuore tempestato di diamanti...un lungo velo retto da due piccole damigelle splendidamente vestite in bordeaux, proprio come le labbra di Kate che facevano da contorno a un sorriso abbagliante!" – gli scappa un sospiro e nei suoi occhi si nota un luccichio, quel brillare tipico di chi parla della propria amata. Ma allora la ama ancora?

Kate da prima a disagio, sembra aver iniziato a seguirlo nei ricordi e con la gota appoggiata sulle due mani giunte che le fanno da guanciale, guarda in alto verso sinistra, ammirando in uno schermo immaginario la proiezione del filmino di quel giorno.

Fino a che improvvisamente l'aria trasognante lascia il posto a uno sguardo terrificante. Qualcos'altro deve esserle balenato nella mente, come una brusca interruzione pubblicitaria che tronca il proprio film preferito. Afferra improvvisamente il calice dove Amanbir poco fa le ha gentilmente versato del vino rosso e senza lasciar tempo di reazione, ne getta il contenuto in faccia a Jack!

"Kate! For goodness sake! Ma sei impazzita!" - di scatto si alza in piedi, osservandosi con rabbia la camicia ritinteggiata di viola – "E' vino, accidenti a te! E questa era una camicia che mi sono fatto fare su misura da un sarto italiano! La macchia non verrà più via"

"Che te ne importa? Te ne puoi comprare mille di quelle stupide camicie! Ringrazia che non ti ho tirato dietro anche il calice solo per rispetto dei padroni di casa!"

"Ma si può sapere che ti prende?"

"Che mi prende? Parli del nostro matrimonio come se fosse stato il giorno più bello della tua maledetta vita! Perché non parli anche delle tue amanti, eh Jack? Mi avevi promesso fedeltà in quel dannato giorno, ti ricordi anche questo? Te lo ricordi?"

Si alza anche lei andandogli incontro e afferrando un cuscino dal divano a pochi passi da loro, si avventa su di lui sbattendoglielo ripetutamente addosso e urlando: "Ti odio! Ti odio! Ti odio!"

Lui preso alla sprovvista, dapprima si lascia colpire senza alzar difesa, poi pare ricordarsi che è un uomo grande e grosso e che non avrebbe alcuna difficoltà a fermarla. Le strappa il cuscino dalle mani e lo rilancia sul divano (con mio sollievo è ancora sano), poi la chiude come in una morsa tra le sue braccia. Lei cerca di divincolarsi senza successo. Presa dalla frustrazione, con la poca libertà di movimento che le resta, inizia a picchiare i pugni sul petto di Jack come una bambina disperata, finché rapita dal calore delle braccia che cercano di trattenerla, si arrende e appoggiando la testa su quello stesso petto che poco prima stava colpendo, inizia a piangere copiosamente. Lui, palesemente scosso, le sussurra dolcemente: "Mi dispiace. Sono stato un'idiota!"


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NOTA DELL'AUTRICE:

Buongiorno a tutti, stamattina mi sono immaginata che colonna sonora avrebbe avuto questo episodio se fosse stato un film, e mi è venuta in mente questa canzone:

https://www.youtube.com/watch?v=oFkSMHle8-M       (Mika - Happy Ending )

Vi voglio sentire tutti cantare in coro: 

Little bit of love - little bit of love - little bit of love

...e mo' sono cavoli vostri...avrete questo motivetto in testa tutto il giorno...e mentre ve lo ricantate nella mente, immaginatevi l'abbraccio di Kate e Jack. 

Bacioni :-*








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