Nobiltà d'animo

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"Tesoro oggi è successa una cosa che ha dell'incredibile! Ma suppongo che devo prima raccontarti dall'inizio un po' di dettagli di quanto è accaduto questa settimana"

Gli racconto tutto dall'inizio, senza tralasciare alcun particolare. Gli dico dell'email indirizzata al padre di Jack, del tentativo di sua moglie Kate di coinvolgermi nel suo malvagio piano, del quasi bacio di Jack. Non gli nascondo nulla. Non voglio più fare lo stesso errore che solo ieri ci ha fatto litigare. Se dobbiamo scontrarci preferisco sia per aver detto la verità, piuttosto che per averla celata.

Lui rimane in silenzio ad ascoltarmi, vedo le sue espressioni facciali cambiare seguendo il mio racconto, ma nessun commento, fino a quando non mi fermo aspettando che lui dica qualcosa.

Niente. Non dice niente.

"Amore mio, sei arrabbiato? Se è per la storia di Jack, credimi, sono mortificata. L'ho dovuto coinvolgere nell'andare dal cliente nel tentativo di recuperare un minimo di stima di colui che in fin dei conti è pur sempre un mio superiore, sai dopo la storia del prospetto di vendita falso! So di aver sbagliato pure lì, ma...ho agito d'impulso. Mi sento così stupida! Non immaginavo che le cose si sarebbero evolute in questo modo. Mi dispiace tanto Amanbir"

Scuote la testa continuando a rimanere in silenzio.

"Che c'è? Ti prego parla!"

"Jessica, ti devo ringraziare"

"RIngraziare?"

"Sì. So che non deve essere stato facile per te raccontarmi questa storia e voglio complimentarmi con te"

"Complimentarti con me?"

"Certo. Avresti potuto non raccontarmi nulla e avresti anche potuto cedere alle avances del tuo capo. E invece mi hai detto tutto e hai rifiutato il tentativo di Jack in modo categorico. Sei stata molto forte piccola mia. Grazie per la tua lealtà. Te ne sono davvero molto grato e apprezzo tanto questa tua splendida qualità"

"Oh Amanbir! Grazie a te per essere così comprensivo! E perdonami se non sono riuscita a gestire meglio la cosa"

"Tranquilla. Non era una situazione facile da gestire e tu te la sei cavata benissimo"

Sorrido ancora incredula di fronte a tanta indulgenza, sorriso che si trasforma in smorfia appena noto lo sguardo perso di Amanbir che fissa imperterrito il muro di fronte a noi.

"Amore che succede?"

"Jessica, Jack e Kate hanno bisogno del nostro aiuto"

"Del nostro aiuto? Che vuoi dire?"

"Dobbiamo aiutarli a salvare il loro matrimonio"

"Come? Aiutarli? E in che modo scusa? Ma poi perché mai dovremmo farlo, sono pure affari loro se hanno mandato a rotoli il loro matrimonio"

"Perché se qualcuno ci vedesse in crisi, io vorrei che ci aiutasse a non perderci"

"Oh Amanbir, che animo nobile! Ma sinceramente in questo caso io non credo che ci sia molto da fare, ti ho raccontato di cosa si accusano a vicenda e ti ricordi cosa vuole fare Kate..." - sembra non sentirmi più, potrei dire qualsiasi cosa senza riuscire a fermare il suo ragionamento.

"Vorrei che qualcuno avesse aiutato mio padre e mia madre. E vorrei che avessero aiutato anche i tuoi genitori. Voglio fare per loro quello che avrei voluto poter fare per le nostre famiglie"  

Certo e poi? Prossimo passo apriremo uno studio di consulenza per coppie in crisi?

"Oh tesoro, davvero bello da parte tua. Ma come? Come pensi di fare?"

"Tu non ti preoccupare. Lascia fare a me"

Non so perché ma questo "lascia fare a me" non mi tranquillizza per niente. Rimane solo un giorno prima che Jack lasci la nostra azienda per tornarsene in California. Ho smesso di chiedermi se mi stia ancora valutando come possibile candidata per un trasferimento. Chissà perché? 

In qualche parte del mio cervello continuo a rivedere Amanbir che sfida Jack e per qualche ragione questo suo desiderio di aiutarlo a salvare il suo matrimonio un po' mi puzza. Sarà davvero motivato puramente da ragioni filantropiche o ha piuttosto a che fare con l'eliminare definitivamente la concorrenza?





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