Senza controllo

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-Cooosa? Non è possibile!- Kevin sbattè il pugno sul tavolino della sala, che vibrò facendo oscillare il vaso di fiori –Vorreste dirmi che abbiamo accumulato solo un quarto della somma che ci serve?!?-

-Senti caro- Nelly gli si avvicinò con aria truce –tu sei il primo che non dovrebbe lamentarsi, dato che sei stato uno di quelli che ha combinato disastri!-

-C-come osi?-

-E' la verità. Se tu e Mark non aveste semidistrutto quelle case ora noi avremmo tutti i soldi!-

-Ei guarda che non c'eravamo solo noi! E poi è stato quel fifone di Jack a far cadere il lampadario, e poi a rompere il tavolo, e poi...-

-Si, okay, abbiamo capito- Celia intervenne tra i due, che si erano avvicinati pericolosamente. -A quanto pare a Jack facevano paura quei piccolini e nella fuga ha rotto mezza casa.-

Scott sogghignò in un angolino.

Celia lo vide di sbieco e simulò il verso della tigre:-NON PENSARE DI PASSARLA LISCIA! Anche tu con le "cacchette" e poi addirittura le rane, hai fatto perdere un sacco di yen!-Sbraitò, prendendolo per le orecchie.

-Per non parlare di Mark...- Silvia si accostò al capitano guardandolo di sottecchi con le braccia minacciosamente incrociate.- Il suo gruppo ha distrutto una porta, una finestra e macchiato la poltrona in pelle...-

Mark, Hurley ed Austin, il gruppo A, rabbrividirono pensando a quella peste che aveva tentato di ucciderli in ogni modo possibile. Austin deglutì ricordando quando aveva iniziato ad utilizzarlo come tiro a segno per le freccette.

Tutti intanto nella sala, osservando le espressioni delle managers iniziarono ad intuire che quelle tre erano pericolose, molto pericolose, quando volevano. Potevano diventare le tre moschettiere e fare a fettine tutti, come pezzetti di formaggio.

Hurley poi posò le mani con noncuranza dietro la testa:- Non fate così ragazze, dopotutto, non è niente in confronto all'immensità dell'oceano!- Fece un grande sorriso luminoso, che come una lampada a mille watt fece accendere il cuore delle ragazze, e spegnere la loro rabbia.

-Si ma...adesso che si fa?-Chiese Celia.

Mark fece un grande sorriso e poi disse:-Che ne direste di una partita di calcio?-

-Una partita? Proprio ora pensi al calcio Mark?-Celia scosse la testa.- Sei sempre il solito!-

-No no, non avete capito, una partita di calcio...-

Axel si illuminò.-Beh... in effetti non ha tutti i torti! Potremmo fare una partita di calcio per beneficienza-

-E' vero- constatò Jude pacato -La cosa che sappiamo fare meglio è giocare .Quindi basterà organizzare una partita con spettatori paganti, e poi usare i soldi per ricostruire il ristorante.-

- siiii! Evviva!- Silvia per la foga abbracciò Mark, e gli baciò la guancia, per poi allontanarsi subito imbarazzata.

Mark aveva assunto un colorito bordeaux, e Silvia con lui

-Bene!-Esultò poi, dopo essersi scolorito- Per fortuna non dovremo più rischiare la morte!-Disse alludendo al ragazzino a cui faceva da baby-sitter.

Ma non sapeva quanto dannatamente si sbagliava...

***

Lo stadio era talmente gremito di gente da parere un formicaio in procinto di esplodere.

Piene fino all'orlo, le gradinate erano ricoperte di puntini colorati che si agitatavano sventolando bandierine, magliette e qualsiasi oggetto che fosse estremamente acceso e vivace.

Inazuma Eleven- Il Ritorno degli EroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora