La solita impicciona intelligente

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Era quasi una settimana che ormai pioveva e gli allenamenti erano stati tutti rimandati a quando avrebbe smesso.
-NON E' GIUSTOOOO!-Urlò Mark, abbandonando sua postazione di portiere del calcetto da tavolo.
-Sono stufo di giocare a calcetto, IO VOGLIO GIOCARE A CALCIO!!!-
-Ci risiamo - Nathan sospirò- siamo già alla quarta volta stamani- disse facendo Gol nella porta incustodita.
-Peggiora di giorno in giorno... e comincio ad essere stufo anch'io di giocare a calcetto-disse Jude-Ma d'altronde ha spaccato il lampadario l'ultima volta, quindi sua mamma non gli permette di allenarsi nemmeno in casa.-
-VOGLIO GIOCARE A CALCIOOOO!-
-MARK SMETTILA DI URLARE, SPAVENTI I CLIENTI!-Il signor Hillman comparve dalla cucina, seguito da Archer ed Austin. -Ti ho pure comprato il calcetto, per ora accontentati-Guardò tutti i giocatori, seduti mogi sulle sedie del locale, intenti a giocare a carte ed al Monopoly. -Dovete aspettare, so che è dura per voi, ma non potete allenarvi sotto la pioggia, vi ammalerete! -
Nessuno battè ciglio. Lo sapevano benissimo...purtoppo la palestra era allagata, e con quel tempo da lupi l'allenatore Travis li aveva minacciati di morte se avessero provato a giocare.
Lea se ne stava seduta in un tavolino più appartato con Nelly e le altre, che stavano parlando della squadra...e beh...a volte sfuggiva qualche pettegolezzo...
-Dai, l'ho capito che ti piace! -Celia ammiccò a Silvia
-Ehhhh??? Co...cosa? N- no io...non mi piace affatto Mark!-
-Beccata!-Celia rise maliziosa vedendo l'amica confusa ed imbarazzatissima-Non avevo detto DI CHI...-
Mentre le due battibeccavano Nelly intanto se ne stava zitta, guardandosi la punta delle scarpe...ma Lea si accorse sorridendo che era diventata porpora.
-Invece di parlare di queste cose, parliamo della squadra!-Quasi urlò Silvia
-Okaaay, la smetto di prenderti in giro, va bene.- Si voltò a guardarne i membri -In effetti ha proprio bisogno del nostro aiuto! E'stra demoralizzata!-
-Già, sono molto giù di corda- Disse Nelly, restata in silenzio fino a quel momento - Non credo che l'avrei mai detto ma...soprattutto Caleb.. -
Lea, restata silenziosa ad osservare le gocce ticchettare sui vetri, si voltò di scatto.
-C-cosa?-
-Sì, Nelly ha ragione, non ci avevo fatto per niente caso...-Disse Celia.
Caleb se ne stava appartato in un angolo, anche lui assorto a guardare fuori dalla finestra le gocce che scivolavano lente, e la sua espressione non era particolarmente felice. Non che lui lo fosse spesso, ma aveva proprio un aria abbattuta.
-Ci vado a parlare io- disse Silvia, alzandosi dalla sedia.
-No, ferma - Lea si alzò a sua volta. - Fammi tentare- La implorò cogli occhi.
-Okay. –Silvia si finse dispiaciuta, sorridendole però alla fine-Allora...buona fortuna. - Disse ammiccandole.
Lea la ringraziò mentalmente, fece un gran respiro e si avvicinò a Caleb, sedendosi poi al suo tavolo.
-Ei ciao –disse tentando un sorriso.
Ancora non aveva preparato una strategia d'attacco, ancora non sapeva come comportarsi dopo tutte le visioni che aveva avuto, ancora non sapeva nemmeno cosa dirgli e soprattutto non sapeva come cavolo consolarlo! Il suo cuore iniziò a battere molto più forte e Lea penso che era stata una pessima idea. Il suo sorriso, già tentennante, morì sul nascere. Era sempre stata brava a farsi avanti senza pensare, ma poi quando il suo cervello si riattivava veniva sempre presa dall'ansia ad allora era finita.
In pratica era bravissima a cacciarsi nei guai da sola.
Caleb alzò gli occhi, guardandola con un sopracciglio alzato.
-Cosa vuoi? – Chiese seccato
Lea arricciò il naso. Cominciava proprio bene!
Perse all'istante l'ultimo briciolo di sicurezza che le era rimasta, e le venne istintivo appoggiare la testa al tavolo e nasconderla tra le braccia.
Sì, era stata decisamente una pessima idea.
-Noooooooooo- mugolò triste, scuotendo lentamente la testa sul tavolo.
Caleb sollevò anche l'altro sopracciglio e poi inaspettatamente disse -Sei la solita di sempre-
Lea alzò lentamente la testa dal tavolo - Come la solita?-
Caleb tornò immediatamente serio.- No...niente. Niente che ti riguardi-
-Come niente che mi riguardi, parlavi di me! -
Caleb iniziò a vacillare ma per sua fortuna fu salvato dalla cameriera che gli chiese se desiderasse qualcosa.
-Offre Hillman, naturalmente! - Disse sorridendo, mentre reggeva un vassoio con tante bibite, probabilmente ordinazione degli altri della squadra. -Per risollevavi un po' il morale!-
-Okay, allora per me un caffè amaro-
-Mentre lei desidera..? - La cameriera si morse la lingua mentre scriveva le ordinazioni, inclinando leggermente la testa.
-Per me una...
-...cioccolata calda con un cucchiaino di latte ed uno di miele -Finì per lei Caleb.
Lea rimase imbambolata per una manciata di secondi, con le sopracciglia aggrottate e la bocca semiaperta. Quando la cameriera se ne fu andata sgambettando Lea si riprese.
-Coosa?-Lo guardò con gli occhi sgranati -T-tu...come facevi a sapere che..?-
Caleb strinse i denti e girò la testa.
"Stupido !"Pensò "Ma quanto sei fottutamente stupido!"
-Caleb? - Lea era seria adesso, ma i suoi grandi occhi nocciola erano tristi e vuoti.- Perfavore, se sai qualcosa...-Per un momento esitò. Non era per niente sicura di star dicendo la cosa giusta, e non era nemmeno sicura di voler davvero sapere e trovare la soluzione ai suoi sogni. Ma doveva, era un suo dovere dopotutto- Se sai qualcosa che io non so, per favore, dimmelo.-
Caleb la fissò stranito per un momento.
Sì, era sempre la solita. La solita dannata rompiscatole.
La solita dannata impicciona curiosa.
La solita stupida intelligentissima ragazza che con solo quegli occhi riusciva a far uscire la parte più segreta di Caleb.
No, non era affatto cambiata.
Caleb diede un pugno sul tavolo e mormorando un -scusami- uscì fuori dal locale.





Inazuma Eleven- Il Ritorno degli EroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora