La valle degli ingranaggi pt 2

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-...Wow- i ragazzi si guardarono intorno, con gli occhi sgranati- dove siamo finiti?-

Erano corsi via dopo che i ragni li avevano attaccati. Come la Voce aveva detto, se l'avessero seguita sarebbero stati al sicuro dall'attacco imminente delle Anatre Zannute.

Avevano percorso il fiume, fino ad arrivare ad uno spiazzo fra il bosco in cui c'era un dislivello ed una cascatella cadeva scrosciando su tantissimi Ingranaggi.

Ce n'erano a bizzeffe, ed erano enormi, completamente ricoperti da piante e muschio, sembravano essere lì da sempre, tanto che la natura stessa li aveva inglobati.

Uno grande quanto una ruota panoramica si ergeva sopra gli altri, e l'acqua del fiume vi scorreva ai lati e nelle feritoie.

Era uno spettacolo meraviglioso.

Fra gli ingranaggi, si trovava un uomo, vestito con un'armatura scrostata e bagnata dagli spruzzi, scudo e lancia in pugno. Era immobile come una statua e, a guardarlo bene, notarono che sembrava proprio un'armatura inanimata oppure solo un arredo del paesaggio.

Sembrava che anch'essa, come gli ingranaggi, non si fosse mai mossa da lì.

-Prima di qualsiasi domanda, urge rianimare i vostri amici, altrimenti finiranno così i loro giorni.-La voce parlò ed i ragazzi si meravigliarono dal sentirla provenire proprio dall'armatura.

-Vi converrebbe immergerli in quest'acqua, stranieri, ed anche con urgenza credo. Cotesto colorito mi fa presupporre che resti loro poca aria, e dunque vita.

I ragazzi si affrettarono a trascinare i loro amici svenuti nell'acqua, con qualche difficoltà con Jack, che minacciava di caderci dentro e non uscirne più.

Tirandoli fuori dopo la doccia fredda, Mark, Jack,Todd, Jordan e gli altri svenuti cominciarono a tossire, e subito dopo a rabbrividire, poi aprirono lentamente e con fatica gli occhi, come se fossero stati incollati per troppo tempo.

-I-io... sentivo che stavo, che stavo...-Todd sussultò.

-...Morendo?- La Voce parlò- Si, come ho precedentemente illustrato al vostro compagno Caleb, sta tutto nella vostra testa, ma se morite in questa funesta realtà, perirete anche nella vostra, ordunque occorre prudenza.

-Ma come parla sto tizio?- sussurrò Hurley ad Archer.

-Parlo nel modo che par più adeguato, data la locazione ed epoca storica, ma se a lei urge un traduttore, glielo posso spiegare con parole semplici e meno arcuate. Si, straniero, sento tutto ciò che dite, e anche ciò che pensate, per essere precisi.-

Caleb si avvicinò agli altri, scossi e stupiti, e spiegò loro cosa stava succedendo, ovvero che erano ancora nella stanza della L. Tower , e che erano i loro cervelli che stavano immaginando tutto quello che accadeva. Si trovavano in una realtà virtuale, ma talmente realistica che tutto ciò che ci provavi e capitava, aveva effetti nel mondo reale, perché il cervello, da quanto era convinto che tutto fosse reale, credeva realmente nelle ferite, e se morivi, pure di essere morto, e dunque morivi per davvero.

- Si ma che è successo? Cosa ci è accaduto realmente? Perché ci stai aiutando ?- Archer si fece largo a spintoni fra gli altri, avvicinandosi alla scultura.- Chi sei tu?-

-Oh, vostra signoria esige spiegazioni? Certamente, ora vi dirò tutto.- La statua rimase immobile, ma la voce iniziò a parlare.

-Inizialmente pensavate che la mente dietro tutto fosse Dark, da quanto riesco a leggere dalle vostre menti; invece non è così. Come alcuni di voi avranno potuto vedere, nei pochi minuti prima di essere narcotizzati, la figura nell' ombra era Luthor, proprietario della stessa Luthor Tower ed artefice ordunque del progetto L.E.A.-

Inazuma Eleven- Il Ritorno degli EroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora