Non le farai più male

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I ragazzi si rialzarono a fatica.

Era già la terza volta che venivano scaraventati in aria dalla potenza di quei tiri, e no, non era affatto piacevole e divertente.

Avrebbero potuto rimandare indietro i colpi rispedendoli al mittente, ma qualcosa li trattenne.

Avevano capito che non era colpa di Lea e che se l'avessero fatto, si sarebbe potuta fare molto male.

-Però!- disse con un sorrisetto compiaciuto Caleb- Non pensavo possedesse questa forza! E' migliorata da quando era piccola...- Si tirò in piedi aiutandosi con le mani.- E poi le sue battutine tanto divertenti...giochiamo a bowling ah ah ah-

Jude si alzò a sua volta, pronto a difendere la porta ed a incassare un nuovo tiro, che non mancò ad arrivare.

"Non possiamo andare avanti così, se facciamo i bersagli ci stancheremo subito, e Mark non potrà farcela da solo"

Guardò Lea: nonostante la sua espressione feroce, neanche il controllo di quell'aggeggio avrebbe potuto fermare le sue lacrime, che sgorgavano fluide sulla pelle chiara, contrastando col ghigno sadico della sua bocca.

Jude si sentì improvvisamente vuoto a guardarla. Sorrideva ma piangeva, era ovvio che quella cosa la stesse controllando!

Ad un tratto, la ragazza cadde in ginocchio, con le mani protese in avanti.

-Basta, BASTA, BASTA!-Iniziò a dire la vera Lea, ma poi prese il sopravventò di nuovo la personalità sotto il controllo di Dark. La prima voce era flebile e smorzata, come se dovesse lottare per fuoriuscire dal corpo della ragazza, mentre l'altra era rapida e sicura.

-Non fraintendermi, c'è del bello nella tua ribellione*, ma non puoi contrastarmi!-

Lea inizò volontariamente a sbagliare i tiri, cambiando traiettoria all'ultimo secondo.

Quando invece non ce la faceva a cambiare direzione, iniziò a cercare di frenare il calcio, diminuendone la velocità e la potenza.

Tutta l'Inazuma osservò con sgomento quella lotta interna, fra Lea e chi la controllava.

Jude notò sempre più sconvolto che tutto il corpo della ragazza era scosso da tremiti violenti, come se avesse la mano infilata nella spina della corrente.

Capì che in entrambi casi, sia se avesse avuto la meglio Lea o chi la comandava, la ragazza ne sarebbe uscita distrutta, o peggio, sarebbe potuta morire cercando di contrastare i comandi. Quei tremiti erano troppo violenti, troppo costanti!

Jude fu scosso da un brivido. Non ce la faceva a guardarla in quello stato, gli iniziò a mancare il fiato, e dovette chiudere gli occhi un attimo per riprendersi.

Gli sembrava che tutto il dolore che provava lo sentisse pure lui.

Alcuni ragazzi dell'inazuma distolsero lo sguardo, incapaci di guardare quella scena tremenda.
Ma lo sforzo di diminuire la forza dei lanci doveva costargli molto, perché ben presto Lea chiuse gli occhi, e le braccia le iniziarono a penderle inermi sui fianchi.

Aveva finito le energie.

Nonostante questo però, il corpo si mantenne in piedi.
Jude la osservò: sembrava che dormisse.
La ragazza rimase immobile, per un tempo che parve interminabile, ma che probabilmente era solo un minuto o due.

Poi, si mosse.

Iniziò a correre.

-Così la uccideranno!- Caleb gridò, iniziando a correre a sua volta, e facendo cenni agli altri di seguirlo.

Inazuma Eleven- Il Ritorno degli EroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora