Scendendo gli scalini, mi ritrovai a pensare alla mia famiglia. Erano passati solo pochi giorni dall'ultima volta che avevo visto mia madre e mio fratello, ma mi sembrava trascorsa un'eternità. Mi mancavano e mi si stringeva lo stomaco solo a pensare che potesse essergli successo qualcosa.
Scesi le scale sfregandomi le braccia per scaldarmi. Nonostante fosse estate faceva un po freddino e mi pentii di non aver indossato la felpa.Una volta entrata nella stanza, la situazione era rimasta come l'avevo lasciata. Thomas e Bradley stavano ancora dormendo, mentre Luke era tornato a sedersi al tavolo. Tirò fuori dalla tasca del giubbotto un block notes con la copertina nera e una penna e iniziò a scarabocchiarci sopra.
Mi voltai verso Bradley. Si era letteralmente spiaggiato sul letto, con la pancia verso il basso e la faccia schiacciata sul cuscino.
Sorrisi a quella buffa visione, poi indietreggiai di qualche passo, presi la rincorsa e mi lanciai su di lui.
Atterrai con la pancia sulla sua schiena, che rimase ferma per pochi istanti di secondo, poiché Bradley si svegliò di soprassalto, lanciando un urlo spaventato.
Scoppiai a ridere come non mi capitava da un bel po'.
"Tu!" Urlò puntandomi il dito contro.
"Ma sei completamente matta?" Chiese con gli occhi spalancati, passandosi una mano tra i capelli.
"Scusa, non ho resistito" gli risposi tra una risata e l'altra.
"Te la faccio pagare questa" disse, mettendosi a sedere.
"Ragazzi, io starei ancora dormendo" disse Thomas, ancora con gli occhi chiusi.
Al suono della sua voce Luke alzò lo sguardo dal block notes, per poi riabbassarlo furtivamente.
"Direi che è ora di svegliarsi" disse Bradley. Si alzò in piedi e si diresse in bagno. Al contrario, Thomas si rigirò nel "letto" e continuò a dormire.Quando Bradley uscì dal bagno indossava una maglietta nuova e dei pantaloncini fino al ginocchio.
Non sapevo ancora bene cosa fossimo. Potevamo essere un noi, o solamente un io e te. Sapevo solo che lui mi piaceva e che quando ero con lui ero felice, e questo mi bastava. Forse.Si avvicinò all'armadio e tirò fuori il pacchetto di cereali. Si passò una mano tra i capelli e si sedette al tavolo a mangiare.
Si girò a guardarmi e mi sorrise. Era un sorriso dolce e gentile, totalmente privo di malizia.
Ricambiai il suo sorriso, poi abbassai lo sguardo. Ero talmente felice che mi sentivo in colpa di stare così bene mentre fuori da quella stanza il panico incombeva ancora.Stavo per alzarmi in piedi, quando la sirena anti-uragano suonò nuovamente dopo due giorni di silenzio.
Sbarrai gli occhi e passai in rassegna tutti e tre i miei compagni, notando che avevano la mia stessa espressione.
Presa dal panico, mi immobilizzai e portai il mio sguardo su Bradley, che stava già vendendo nella mia direzione.
Si sedette accanto a me e mi strinse la mano, cercando di capire la situazione, fino a che la sirena lasciò spazio ad una voce metallica."Abitanti di New Orleans, potete uscire dai vostri rifugi. Siamo la squadra di salvataggio degli Stati Uniti d'America e siamo venuti ad aiutarvi" disse la voce metallica.
Con un sospiro di sollievo allentai la presa dalla mano di Bradley, che sciolse i muscoli e mi abbracciò.
Mi voltai a guardare Thomas e Luke. Erano seduti vicini, con la schiena verso il muro. Thomas aveva chiuso gli occhi e stava farfugliando qualcosa, suppongo ringraziamenti al Signore.Presi la mia borsa e lo zaino di Bradley e mi avviai all'uscita. Bradley era uscito a dare un'occhiata alla situazione e Thomas lo aveva accompagnato.
"Andrà tutto bene" disse Luke, prendendomi lo zaino dalle mani.
"Prego" disse poi, facendomi uscire per prima dalla porta.
Con un sorriso stampato in faccia, salii le scale e raggiunsi gli altri.
Una folla di una ventina di persone accerchiava un suv con un altoparlante legato sul tettuccio. Nella portiera della macchina c'era il simbolo della squadra di soccorso.
Davanti all'auto due uomini in giacca e cravatta, insieme ad uno in divisa militare, parlavano con la folla.
Cercai i miei amici tra le persone e mi avvicinai a loro per ascoltare.
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Uragano Cooper
ChickLitNew Orleans è sempre stata conosciuta da tutto il mondo come la città del jazz. Finché nel maggio del 2005 l'uragano Katrina la distrugge, riducendola in macerie. A dieci anni dall'accaduto la città è stata ricostruita e ospita ogni anno migliaia d...