Capitolo 29

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"Ragazzi, visto che vi voglio troppo bene, vi va di andare a cenare da qualche parte tutti insieme?" Propose Thomas mentre l'autobus ci portava a casa.
"Ma Thom, siamo tutti sporchi" commentò Luke con una espressione disgustata in volto.
"Andiamo a casa a lavarci e poi andiamo a cena, mi sembrava scontato. Non lo trovo un ragionamento tanto difficile" scherzò il mio migliore amico, sfoggiando un sorriso beffardo rivolto al suo ragazzo.
"Stronzo" lo apostrofò questo, incrociando le braccia al petto e voltandosi verso il finestrino, arrabbiato.
"Io ci sto" disse Rachel.
"Anche io" aggiunse Michael.
"Ma si dai. Tanto non avevo niente da fare" fece spallucce Jake.
"Perfetto" disse Thomas velocemente, per poi sporsi sul sedile di Luke, lasciandogli dei provocanti baci sul collo, così da fargli sciogliere il broncio.
"Tu vieni?" Gli chiese, cercando di farlo cedere.
"Solo perché se continui così finisce male" rispose lui, lanciandogli un'occhiataccia.
"Ottimo, voi due?" Chiese Thomas a me e Bradley, risistemandosi sul suo sedile.
"Io in realtà vivo nei dormitori dell'Università, quindi sono lontano dal centro. Ci impiegherei troppo ad andare e tornare" spiegò Bradley.
"Puoi venire a lavarti da me" proposi io.
"Mia madre torna tardi da lavoro, non c'è nessuno a casa" spiegai quando lo vidi fare un'espressione imbarazzata.
"Si e poi ci ritroviamo tuo fratello" rise lui, facendo riferimento all'avvenimento di quella mattina.
"Cos'è successo?" Chiese Rachel, sorridendo.
Io alzai gli occhi al cielo e spiegai, senza però trattenere una risata.
"Niente, eravamo a casa mia sta mattina e gli avevo detto che non c'era nessuno e invece è arrivato mio fratello a rovinare tutto. Bradley è dovuto uscire dalla finestra."
Rachel ridacchiò, seguita poi anche dagli altri.
"In ogni caso vieni da me" puntai il dito verso Bradley.
"Ok grazie" mi lasciò un bacio sulla tempia e io sorrisi.
"Dove andiamo a mangiare?" Chiese Jake.
"Che ne dite del messicano?" Propose Thomas, che quella sera era in vena di belle idee.
Ci fu un esultanza generale all'idea di andare in quel ristorante tanto amato, che si concluse con l'arrivo dell'autobus alla nostra fermata.
Ci salutammo e ci accordammo per trovarci esattamente in quel punto due ore più tardi, poi ognuno andò per la sua strada.

Entrata in casa la prima cosa che feci fu lanciarmi sul divano. Con un sonoro sbuffo mi stiracchiai e alzai gli occhi su Bradley, che mi osservava divertito.
"Sei sicura che non c'è nessuno in casa?" Chiese per l'ennesima volta. Me lo aveva chiesto almeno dieci volte lungo tutto il ritorno a casa.
"No, mia madre è a lavorare e mio fratello è a dormire da un suo amico" ripetei alzando gli occhi al cielo.
"Bene" disse avanzando a grandi falcate e lanciandosi sul divano, o meglio, su di me.
Urlai divertita sentendo il suo corpo pesare sul divano, abbassandone la superficie, e mi voltai verso di lui.
Le sue pozze di acqua cristallina erano a pochi centimetri dalle mie iridi ambrate e le osservavano con amore.
Si chinò su di me, sostenendosi sulle braccia muscolose, e mi baciò con foga.
Risposi prontamente a quel bacio ed allacciai le braccia attorno al suo collo, passandogli una mano tra i capelli.
Le sue labbra si muovevano ormai esperte sulle mie, sembravano conoscerne ogni millimetro.
Scese a baciarmi il collo e nel contempo poggiò una mano sulla mia coscia, risalendola lentamente e stringendola, per farmi allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi.
Emisi un gemito fin troppo rumoroso quando cominciò a baciarmi sulla clavicola e Bradley ne fu piacevolmente soddisfatto, tanto che premette sulla mia schiena per farmi alzare e mi tolse la maglietta voracemente, lasciandomi con la parte superiore del costume.
Riprese a baciarmi la clavicola e cominciò a scendere verso il seno, mente il mio cuore continuava a perdere battiti e il mio stomaco impazziva. Mi sarebbe venuta la tachicardia da un momento all'altro.
"Dimmi che sono stato bravo oggi" sussurrò Bradley prima di tornare a baciarmi in bocca.
"Perché?" Chiesi io, quando mi staccai per riprendere fiato.
"Come perché? Ti sembra poco resistere tutto il pomeriggio quando la tua ragazza è proprio davanti a te in costume?" Chiese ironico, facendomi un sorriso malizioso.
"Ah beh perché per me è stato facile no?" Protestai.
"Sì ma io dovevo anche stare attento che quell'idiota non ti lanciasse le stesse occhiate che ti lanciavo io"
"Ma dai, ammettilo che ti sta simpatico Jake. Ho visto che non ti dava fastidio averlo vicino"
"Finché ti guarderà quando io sono distratto non mi starà simpatico. L'ho beccato ad un certo punto"
"E cosa gli hai fatto?" Mi aspettavo il peggio.
"Niente, l'ho solo guardato male. Sembra abbia capito chi comanda" disse fiero.
Alzai gli occhi al cielo per quella insinuazione e gli tirai un pugno nel petto.
Lui rise e si chinò nuovamente su di me, ma lo fermai per le spalle.
"Bradley devi andare a lavarti o faremo tardi" ordinai, cercando di essere convincente. Soddisfatta lo vidi sbuffare ed alzarsi in piedi, ma non disobbedirmi.

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