Scesi le scale sognante e mi diressi in cucina. Cominciai a lavare i piatti e le tazzine, poi riordinai tutto quello che c'era sul tavolo e passai la scopa.
Il mio cellulare, sul ripiano in marmo, fece un trillo, annunciandomi l'arrivo di un messaggio.
Guardai il display e lessi il mittente, Thomas.
Mi tornarono alla mente tutti gli eventi della sera precedente e mi sentii terribilmente in colpa per non aver sentito gli altri e soprattutto Jake.
Aprii il messaggio.Come stai? Con Bradley? Oggi pensavamo di andare al mare, sei dei nostri?
Amavo il mio migliore amico. Nonostante io fossi terribilmente in torto per quello che era successo la sera prima, l'unica cosa che gli interessava era che io stessi bene.
Decisi di chiamarlo per poter parlare più facilmente e chiedergli come stesse Jake.
Al terzo squillo rispose.
"Val, grazie al cielo. Come stai?" Rispose preoccupato.
"Ehi Thom, tranquillo io sto bene"
"Con Bradley?"
"Abbiamo risolto tutto. Non serve che ti preoccupi per me"
"Per fortuna. Quando l'ho visto tornare dal bagno sembrava indemoniato. Non mi ero accorto che Jake era venuto a cercarti, altrimenti non lo avrei mandato la, te lo giuro"
"Thomas non devi minimamente giustificarti. Non è colpa tua. Piuttosto, come sta Jake?"
"Lo abbiamo portato a casa ieri sera. Ha un livido sullo zigomo, ma niente di rotto. Ha perso solo un po' di sangue dal naso"
"Mi sento così in colpa" ammisi sottovoce.
"Val non è colpa tua. Jake era ubriaco e Bradley è arrivato nel momento sbagliato. Se posso dirla tutta, anche io avrei reagito come lui se avessi visto qualcuno tentare di baciare Luke"
"Voi maschi seguite troppo l'istinto"
"È nella nostra natura"
"Devo chiamare Jake. Devo scusarmi con lui"
"Secondo me è lui che deve scusarsi con te. In ogni caso, vieni al mare con noi oggi?"
"In realtà vorrei stare un po' con Bradley"
"Invita anche lui"
"Ci sarà anche Jake?"
"Penso di sì"
"Non so se è una buona idea"
"Li terremo a distanza. E tu terrai buono Bradley"
"Dopo lo chiamo e glielo propongo. Ti faccio sapere"
"Va bene. Ciao Val"
Chiuse la chiamata e sospirai. Sarebbe stato difficile convincerlo ad uscire con la mia compagnia.Schiacciai nuovamente il tasto di chiamata nel mio cellulare.
Questa volta la risposta non si fece attendere.
"Val?" rispose titubante la voce all'altro capo.
"Ciao Jake. Volevo scusarmi con te per ieri sera" cercai di essere sicura in quello che dicevo, ma anche gentile nei toni. Non avevo intenzione di metterlo in difficoltà.
"Non devi scusarti. Assolutamente. Anzi sono io che devo scusarmi con te. Ieri sera sono stato un'idiota"
"Eri ubriaco" cercai di scusarlo.
"Non c'entra. Ho seguito l'istinto e non la ragione. Ho cercato di fare quello che volevo io per una volta, ma è finita male"
"Mi dispiace. Soprattutto per come ti ha conciato Bradley"
"Tranquilla. Non mi ha fatto niente. Lo hai fermato prima"
"Non volevo che ti facesse del male"
"Grazie"
Non sapevo più cosa rispondergli. Mi sembrava seriamente pentito e dopo quello che mi aveva confessato la sera prima c'era un leggero imbarazzo tra di noi.
"Vieni al mare oggi?" Gli chiesi, per smorzare la tensione.
"Certo, tu?" rispose entusiasta.
"Non lo so. Thomas mi ha detto di invitare anche Bradley, ma prima volevo sentire se andava bene anche a te"
"Senti Val, devo parlarti seriamente adesso. Quello che ti ho detto ieri sera, per quanto mi ricordi, è tutto vero. Tu mi piaci e mi da fastidio dirtelo solo via telefono perché vorrei che guardassi quanto seria è la mia espressione in questo momento. Però non voglio complicarti la vita. Pensavo che la tua storia con Bradley non sarebbe durata, ma poi ho visto come mi resistevi, e credimi, sono poche quelle che mi resistono. Ma tu non ne volevi sapere di me e quando ho visto la faccia di Bradley per la prima volte, beh... sembrava avesse scritto in fronte quando fosse rimasto addolorato da quella scena, nonostante cercasse di nasconderlo sotto la rabbia. Non voglio essere quello che rovina tutto, quello che si mette in mezzo. Ho deciso che metterò da parte i miei sentimenti. Quindi non farti problemi ad invitarlo"
Rimasi sbalordita ascoltando quelle parole. Jake era veramente una bellissima persona. Fare un sacrificio del genere era difficile. Avrebbe potuto tranquillamente togliermi la parola, invece aveva deciso di mettersi da parte e rimanere mio amico. Gli ero davvero grata per questo suo gesto d'affetto nei miei confronti, era veramente importante per me.
"Grazie Jake. Veramente"
"Non dirlo neanche. Ci vediamo dopo, ciao Val"
Riattaccò prima ancora che potessi rispondergli, lasciandomi con le labbra stirate in un sorriso. Ero davvero fortunata ad avere degli amici del genere.
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Uragano Cooper
ChickLitNew Orleans è sempre stata conosciuta da tutto il mondo come la città del jazz. Finché nel maggio del 2005 l'uragano Katrina la distrugge, riducendola in macerie. A dieci anni dall'accaduto la città è stata ricostruita e ospita ogni anno migliaia d...