Spalancai la bocca e sgranai gli occhi. Indietreggiai mantenendo lo sguardo fisso sulle tavole e con la mano cercai a tentoni il braccio di Bradley.
"Bradley..." Sussurrai quando riuscii a toccarlo. Sentivo il suo sguardo confuso su di me.
"Quella...quella, non è tua nonna?" Dissi flebilmente, portando finalmente lo sguardo su di lui, mentre le mie labbra si stendevano in un sorriso.
Lui spostò lo sguardo sul punto che stavo fissando io precedentemente, sgranò gli occhi e poi tornò a guardarmi.
Annuii fortemente con la testa e gli sorrisi felice, allora lui cominciò a correre verso quella donna anziana per cui era stato tanto in apprensione.
Quando la raggiunse non le diede neanche il tempo di riconoscerlo, perché lui l'aveva già abbracciata e stretta a se. Vidi sua nonna strabuzzare gli occhi dallo spavento e quando lo riconobbe cominciò a piangere. Rimasero abbracciati per una decina di minuti, mentre le altre persone continuavano a mangiare come se nulla fosse. La signora Cooper prese il volto di suo nipote tra le mani e gli disse qualcosa che non riuscii ad udire. Ero così contenta che Bradley avesse ritrovato sua nonna che il sorriso che avevo in volto mi stava facendo male alle guance.
Destandomi dai miei pensieri vidi Bradley avvicinarsi a me e prendermi per mano. Quel contatto fece ampliare il mio sorriso e sentii un brivido percorrermi tutto il corpo.
Si avvicinò e mi diede un breve bacio sulla tempia, poi mi accompagnò da sua nonna.
"Valerie, cara" esclamò lei, una volta che mi ebbe riconosciuta. Si avvicinò e mi abbracciò calorosamente. Aveva un aspetto fiacco ed era dimagrita veramente tanto dall'ultima volta che l'avevo vista. Le occhiaie sotto gli occhi erano terribilmente scure, ma i sui occhi stanchi erano felici.
"Come sono contenta di rivederti" disse una volta che si fu allontanata dall'abbraccio.
"Anche io sono contenta di rivederla, signora Cooper" le risposi cordialmente.
"Avete passato tutto il tempo insieme voi due?" Ci chiese, alternando lo sguardo tra me e Bradley, che stava pochi centimetri dietro di me.
"Si, ci siamo nascosti in un rifugio" rispose prontamente lui.
"Beh...ora che so che era con te, sono meno preoccupata" disse la signora Cooper, facendomi una carezza sulla guancia.
"Non si preoccupi, signora. L'ho tenuto d'occhio io" scherzai, spostando lo sguardo su di lui.
Bradley fece una finta faccia sorpresa, e mi guardò con gli occhi spalancati e un sopracciglio alzato.
"Ah quindi tu mi avresti tenuto d'occhio? Casomai il contrario" rispose ridendo.
"Diciamo che ci siamo tenuti d'occhio a vicenda" conclusi io, guardando la signora Cooper per evitare di dare spettacolo. Potevo sentire lo sguardo malizioso di Bradley su di me, e avrei voluto evitare di dare spiegazioni a sua nonna.
"L'importante è che stiate entrambi bene. Sedetevi qua con noi a fare colazione" disse la signora, indicandoci il suo tavolo, dove sedeva tutta la comitiva a cui ero stata assegnata.
"Il nonno?" Chiese Bradley preoccupato, cercando il suo volto tra le persone.
"Oh, tuo nonno è andato in bagno. Sai, siamo anziani..." Spiegò sua nonna, con un sorriso raggiante in volto.
Bradley tirò un sospiro di sollievo e si sedette al tavolo, salutando tutti e ricevendo diversi buffetti da parte delle amiche di sua nonna.Ci fermammo a parlare con loro almeno per un'ora. Quando il signor Cooper tornò al tavolo i due si salutarono calorosamente, poi la comitiva ci raccontò dove si erano nascosti e come avevano passato quei giorni. Fortunatamente si erano salvati tutti quanti, intrufolandosi in una cantina di vini.
A metà mattinata, Bradley salutò sua nonna, rassicurandola che aveva solo bisogno di fare una passeggiata, e io lo seguii. Avevo bisogno di aria fresca e di riflettere. Ero veramente contenta per Bradley, ma un pensiero era fisso nella mia testa: avrei rivisto anche io la mia famiglia?
Immersi entrambi nei nostri pensieri, senza parlare ci eravamo diretti nel bosco.
"Bradley, forse dovremmo tornare indietro" dissi non appena mi accorsi che direzione avevamo preso.
"Cosa?" Mi chiese, distratto da altri pensieri.
"Possiamo andarcene da qui? Non mi piace questo posto" chiesi, guardandomi intorno.
Lui guardò velocemente in giro, poi puntò il suo sguardo su di me, con un sorriso beffardo.
"Tu hai veramente paura che ti possa succedere qualcosa quando sei con me?" Chiese, con una finta aria da offeso.
"No, ma questo posto mette un po' i brividi" ammisi, facendo una smorfia con la bocca. Gli alberi erano talmente tanto fitti che la luce che riusciva a filtrare tra i rami era veramente poca, creando una perfetta atmosfera da horror.
Bradley mi si avvicinò a passo lento e diresse la bocca verso il mio orecchio.
"Ti difenderei a costo della mia vita. Se solo qualcuno osa toccarti, io gli spezzo l'osso del collo" sussurrò. Chiusi gli occhi per assaporare ogni sua minima parola e un brivido mi scese lungo la schiena.
Cercai di far uscire un verso di consenso dalla mia bocca, ma un rantolio imbarazzante fu tutto ciò che riuscii a produrre. Ma cosa diavolo mi prendeva?
Posò le sue labbra morbide sul mio collo e le schiuse in un bacio, facendomi sospirare dal piacere. D'un tratto il fatto che fossimo in quel bosco spettrale non era più importante, nella mia testa non c'era più nessuno. Avevo perso la ragione per quel ragazzo, era capace di far prevalere l'istinto su qualsiasi mia parte del corpo.
Passai le mani tra i suoi capelli e lo avvicinai a me, premendo il mio bacino contro il suo. Lui cominciò a baciare il mio collo con maggiore intensità e passione, ma avevo bisogno di un contatto maggiore, quindi gli afferrai il volto e lo portai sul mio, rubandogli un bacio dietro l'altro.
Un suono gutturale uscì dalla sua bocca e le sue mani si posarono sul mio sedere, afferrandolo in modo da sollevarmi e sbattermi contro il primo albero che trovò. Io avvolsi le gambe attorno ai suoi fianchi e buttai indietro la testa, visto che era tornato a torturare il mio collo.
Infilò una mano sotto la mia maglietta e cominciò a massaggiarmi la pancia, poi passò alla schiena e risalì fino al gancetto del reggiseno, giocando con il tessuto. Poi tornò con la mano sulla mia pancia e risalì fino a trovare l'ostacolo.
Si staccò dal mio collo e mi guardò in cerca di un'approvazione. Senza neanche pensarci annuii e mi morsi il labbro. Vidi i suoi occhi accendersi dal desiderio e la sua lingua bagnare il labbro superiore. Si lanciò sul mio collo in un nuovo bacio passionale, mentre la sua mano si infilava sotto il ferretto del reggiseno e cominciava a giocare con il mio seno. A quel contatto pronunciai il suo nome in un sospiro, chiudendo gli occhi. Lo sentii tremare tra le mie gambe, ancora serrate attorno alla sua vita, poi lo vidi allontanarsi dal mio collo e ritirare la mano.
"No Val, cazzo. Se continuiamo così ti prendo qui" esclamò, guardando le mie labbra. Aveva tutti i capelli scompigliati, mentre le guance e le labbra erano rosse. Come faceva ad essere buffo e sexy allo stesso momento?
Lo guardai ancora stordita, cercando di riacquistare un minimo di senno.
"Beh ti sei pur saputo fermare" commentai, sentendo ancora il calore dei suoi baci addosso.
Si riavvicinò al mio orecchio e strinse una mano attorno al mio fianco, gesto che non rimase inosservato alla mia pancia e al punto più sensibile che stava sotto di lei.
"Giuro che appena ce ne andiamo da sto schifo, tu diventerai mia. Ma mia a tutti gli effetti" sussurrò, facendomi perdere un battito. "Ora andiamo, questo posto mette i brividi" esclamò, cominciando a camminare verso l'uscita del bosco.
"Cazzo, mi farai impazzire" disse sottovoce, sperando che io non avessi sentito.
Mi fermai per qualche secondo a guardarlo mentre camminava. Era disinvolto, fiero di se e sicuro di ciò che faceva. Si passò una mano tra i capelli, gesto che seguii con la massima attenzione. Mi cadde l'occhio sul suo sedere avvolto dai jeans consumati ed era dannatamente perfetto. Oh Signore. Dovevo darmi una calmata, mi stavo trasformando in una pervertita.
Scossi la testa e feci una breve corsettina per raggiungerlo.
"Era la seconda volta che mi tenevi la mano in pubblico, prima" dissi, una volta affiancata a lui.
Si voltò verso di me e sorrise beffardo.
"Le stai contando?" Chiese sorridendo beffardo. Annuii abbassando lo sguardo, un po' imbarazzata.
"Apprezzalo, non sono uno da smancerie in pubblico" disse facendomi la linguaccia. Gli risposi con una smorfia, facendolo ridere.
"Senti, devo chiederti una cosa" cominciò, abbassando lo sguardo.
"Dimmi" dissi, spostando lo sguardo su di lui.
"Davanti a mia nonna... possiamo non dirle che stiamo insieme?" Chiese, guardandomi con i suoi occhi azzurri come il cielo.
"Perché?" Chiesi, confusa.
"Sai, ci siamo appena ritrovati, è stato un periodo difficile. Preferirei non doverle dare troppe spiegazioni... E poi mi vergogno...non di te, ma sai..." Era impacciato facendo questo discorso, era così buffo e adorabile.
Mi piazzai davanti a lui, fermando la sua camminata e appoggiai le mani sulle sue braccia.
"Ehi, se non te la senti ancora, non glielo diremo" gli dissi, sorridendo dolcemente.
Mi prese il mento tra le mani e lo alzò, avvicinandosi e lasciandomi un bacio a stampo.
"Grazie" disse dandomi alla fine un bacio sulla guancia.
Appoggiai le mani sul suo petto e lo allontanai leggermente, sorridendogli furbamente.
"Se vuoi che tua nonna non scopra niente, dovrai smetterla di lanciarmi quelle occhiate" dissi, guardandolo come per lanciargli una sfida.
"Quali occhiate?" Chiese lui, alzando un sopracciglio.
"Quelle... come fai sempre!" Esclamai.
Si avvicinò con la bocca al mio orecchio.
"Come se ti stessi spogliando con gli occhi?" Sussurrò. E come al solito un brivido mi percorse da capo a piedi.
"S-si...così" riuscì solo a dire.
Afferrò il mio fianco e lo strinse, avvicinandomi a se.
"Non è colpa mia se sei la ragazza più sexy che esista" continuò a sussurrare nel mio orecchio. Potevo sentire il suo alito fresco nel collo.
Se avessimo continuato così, saremmo tornati al punto di partenza.
"Bradley, no" dissi allontanandolo.
"No che non sei sexy?" Chiese sorridendo malizioso.
"No, cioè...ehm non ricominciare. Poi sai come finisce" dissi, allontanandomi.
"Ah quindi non vuoi?" Chiese, fintamente offeso, ricominciando a camminare. Ormai eravamo quasi usciti dal bosco.
Ridacchiai e cominciai a correre e una volta che fui di nuovo davanti a lui, gli saltai in braccio. Lui mi afferrò prontamente per le cosce, nonostante la sorpresa e io allacciai le gambe attorno alla sua vita.
Sapevo che non mi avrebbe lasciata cadere.
Mi avvicinai al suo orecchio e cercai di imitarlo quando faceva la voce sensuale.
"Solo perché non lo dimostro, non vuol dire che non lo voglio" sussurrai al suo orecchio. Quando lo sentii deglutire capii che avevo colpito nel segno.
"Mi stai rendendo le cose difficili" bisbigliò, guardandomi le labbra e passandosi la lingua sulle sue.
"Volevo solo che non avessi dubbi" ammisi.
"Ok, ma ora scendi, se no al diavolo tutti, io ti rapisco e non ti vedrà più nessuno" disse, sorridendo. Si avvicinò per darmi un ultimo bacio, ma mi allontanai e cominciai a camminare.
Dandogli le spalle alzai il braccio e mimai un no con la mano. Sapevo che era rimasto fermo e mi stava guardando allontanarmi.
Pochi secondi dopo, a grandi falcate mi raggiunse.
"Non approfittarne solo perché c'è mia nonna che mi sta guardando" sussurrò al mio orecchio, da dietro di me.
Alzai lo sguardo e vidi la signora Cooper che ci salutava con un braccio per aria.
"Questo gioco lo posso fare anche io" continuò, e un attimo dopo sentii una mano scivolarmi sul sedere e dargli una strizzata.
Subito dopo mi superò e corse da sua nonna.
"Proprio simpatico" gli urlai dietro, ma non riuscii a trattenere un sorriso.
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Uragano Cooper
ChickLitNew Orleans è sempre stata conosciuta da tutto il mondo come la città del jazz. Finché nel maggio del 2005 l'uragano Katrina la distrugge, riducendola in macerie. A dieci anni dall'accaduto la città è stata ricostruita e ospita ogni anno migliaia d...