Sedicesimo Capitolo

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POV FEDERICO

Avevo capito tutto, avevo capito cosa mi bloccasse, cosa non mi spingeva a rendere le cose più semplici, dovevo fare pace con me stesso, aveva perfettamente ragione non potevo vivere questa storia, ferendola ogni due minuti, dovevo prendere una decisione, o continuare la storia con lei, cercando di eliminare tutti i dubbi e gli scheletri nell'armadio, o finirla qui, e privarmi del l'unica cosa che mi faccia stare veramente bene. Dovevo parlargli dovevo dirgli come stavano realmente le cose. Mi preparai per andare a scuola, chiamai Matteo
"Ohi, oggi vieni a scuola? di si perché mi serve una tua mano, parlerò a Clarissa, dei miei dubbi.."
"Certo che vengo, sei sicuro? Convinto?"
"Si, non posso continuare così, devo prendere una decisione e subito."
"Si, hai ragione anche perché altrimenti Elisa ti uccide.."disse ridendo
"La mantieni tu allora..ci vediamo fuori scuola e grazie." dissi sorridendo
"Ehi, non mi devi ringraziare, sono qui apposta! A fra poco stiamo diventando troppo romantici"
Risi, staccando la chiamata e preparandomi, per andare a scuola, una volta arrivato aspettai Matteo, guardai l'ora, l'autobus di Clarissa dovrebbe essere arrivato, ma ancora non la vedevo, vidi arrivare Elisa da sola, allora capi che molto probabilmente non sarebbe venuta, e mi sentivo doppiamente uno schifo e uno stronzo. Dovevo rimediare a questo!
"Ohi, di cosa mi dovevi parlare?"
Guardai Matteo abbracciato con Elisa
"Oh nulla, poi ti racconto" dissi entrando, dovevo sbrigare questa faccenda da solo, ci avrei parlato oggi pomeriggio, sarei andata da lei.

POV CLARISSA

Tornai in camera, e mandai un messaggio a Elisa dicendo che mi sentivo poco bene, e che non sarei andata a scuola, volevo andarmene.
Volevo andarmene da li, da tutti, non volevo vedere piu nessuno.
Volevo solo stare a casa, nel mio letto, e basta.
Mi sentivo presa in giro, usata, umiliata.
So che non sarebbe cambiato nulla, ma al momento volevo solo questo.
Raccontai tutto a mamma, e lei mi disse che avevo fatto bene, che era uno stronzo.
Il problema principale era che io mi ero gia innamorato di lui, non so come ne quando era successo, ecco perche ci stavo male, a lui avevo dato il mio primo bacio, e ora che ci penso proprio a lui, lo volevo dare, con lui ho provato delle sensazioni che non pensavo di poter mai provare, sembrava quel l'amore che ti raccontano da piccoli solo che
io sono stata piu brava, sono andata avanti, nel momento in cui ci siamo messi insieme, ci siamo anche lasciati.
Il motivo? Non so sa.
Non lo so, non lo voglio sapere.
Lui era andata scuola, lo avevo visto uscire e prendere la sua macchina, e partire. Verso mezzogiorno senti bussare alla porta era la mamma, infondo lei non mi aveva fatto nulla, e ho pregato mamma di non cambiare gli atteggiamenti con lei, erano cose nostre.
Mi aveva portato Ciuffo , l'unico con il quale potevo distrarmi al momento. Lo presi i braccio e lo presi in braccio, la mamma doveva andare a lavoro, e quindi era rimasto da noi.
Vidi che mi guardava, chissà se lo sapeva quando è stronzo suo figlio.
Mi misi al letto con puffo, il quale mi mordicchiava, le mani, io ridevo e lo coccolavo, non so come ma mi addormentai con puffo, quando mi senti leccare il viso, apri gli occhi ed era puffo, che mi saltava e leccava in faccia, risi, e lo bacia, sulla testolina, era adorabile!
Poco dopo senti il campanello suonare, a dai ad aprire ed era Federico con la sua migliore amica.
"Ciao c'è ciuffo ?" Disse guardandomi
Lo ignorai, mi rivolsi a ciuffo chiamandolo
"Si, ciuffo!"
Vidi ciuffo arrivare , correndo con le campanelle che aveva attaccate al collare fare rumore, era adorabile lo presi in braccio, e gli baciai la testolina.
"Ciao piccolino, fai il bravo!" dissi guardandolo, per poi guardare Federico per la prima volta
"Ecco qua!"
"Grazie , spero che l'hai tratto bene."disse guardandomi
"Oh guarda più di te sicuro, ciao!" dissi per poi sbattere la porta.
Rimasi ferma, appoggiata alla porta, piu non volevo vederlo, più lo dovevo vedere, e cazzo se era bello.
Decisi di uscire mi avrebbe fatto bene, decisi di andare agli allenamenti, presi il borsone le racchette e mia avviai! Qui si che potevo sfogarmi, grazie a dio, rimasi li per 3 ore circa, quando usci, mi accorsi che stava piovendo forte, così presi l'ombrello e mi avviai.
Era buio e dovevo tornare a casa a piedi, mamma lavorava e non volevo disturbarla.
Quando senti bussare dietro di me, avevo il cuore che mi batteva forte,pensai a tutti possibili scenari, e se mi avrebbe rapito? O peggio? Ma poi mi girai e vidi che era lui, lo ignorai e continui a camminare.
Ma lui continuava a suonare il clacson, feci finta di nulla e continuai a camminare, all'ennesimo suono, mi girai .
"Cosa cavolo vuoi?"dissi arrabbiata
"Sali, su."disse guardandomi
"No!"
"Clarissa sali!"
"Ho detto di no"
"Dai sta grandinando, e sei bagnata su sali."
Lo ignorai continua a camminare, prima mi tratti male e poi vuoi essere gentile? Cosa sono sensi di colpa? Pensai continuando a camminare, ma mi senti presa per un braccio e buttata letteralmente in macchina.
"Fammi scendere ora!" dissi guardandolo
"Smettila!" disse ripartendo
Rimasi in silenzio, ogni tanto vedevo che si girava, a guardarmi, quando mi accorsi che non stavamo andando a casa.
"Dove stiamo andando" chiesi
"Devo comprare delle pizze." disse per poi scendere, oh adesso quello arrabbiato era lui? Ma stiamo scherzando? Lo vidi entrare in pizzeria, era odioso, stronzo, ma allo stesso tempo bello..e perfetto.
Una volta in macchina, mi porse le pizze
"Puoi mantenerle"
Annui, per poi rimanere in silenzio.
"Allora vuoi venire a mangiare da me? stiamo solo io, te e ciuffo!" disse guardando la strada
"No grazie"
"Perché?" disse guardandomi
"Oh vuoi anche il perché? dissi guardandolo
"Sei proprio una viziata."
"IO VIZIATA? IO? MA TI SENTI? MI BACI, MI ABBRACCI, MI COCCOLI, MI FAI CAPIRE CHE TI PIACCIO, E POI MI TRATTI UNA MERDA, E ORA PRETENDI CHE VENGA A MANGIARE A CASA TUA COME SE NIENTE FOSSE SUCCESSO? MA TI DROGHI?"
"Uno non urlare, due te la stai prendendo troppo."disse con tranquillità.
"IO URLO QUANDO MI PARE UNO. DUE, PRENTENDO TROPPO? NO CARO, SEMPLICEMENTE NON SO COME LE TROIE CHE TI SCOPI!"dissi urlando, per poi scendere dato che eravamo fermi al
semaforo.
" DOVE VAI?"disse urlando
" A CASA!"dissi incamminandomi, lo senti urlare qualcos'altro, per poi scendere dalla macchina, aumentai il passo non volevo essere raggiunta ero stanca di tutto questo basta. Ma fu in un'attimo, mi sento tirata per un braccio e poi senti due labbra sulle mie, ero cascata di nuovo tra le sue braccia.

Quella linea sottile tra odio e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora